Riprendiamo gli argomenti introdotti nel precedente articolo di questa serie. In questa seconda parte vedremo alcuni aspetti che caratterizzano le modalità di utilizzo di Wildfly; inoltre, introdurremo le features che ne permettono l'amministrazione.
Wildfly è l'ultimo nato nella famiglia dei popolarissimi application server Red Hat. Come il suo predecessore JBoss 7 presenta un meccanismo di classloading che lo rende molto performante. Inoltre il suo rilascio segue Java 7 e ne recepisce le specifiche. Questo colloca Wildfly tra le piattaforme di sviluppo Java 7 più interessanti.
La serie si conclude parlando di definizione e attuazione del piano della configurazione. Vedremo il modo in cui è possibile attivare una strategia di configurazione di ciascun artefatto di distribuzione della soluzione applicativa, nonché una soluzione di versionamento di ciascun componente e dell'intera soluzione applicativa.
In questa nuova serie di articoli parleremo dell'application server JBoss 7, e analizzeremo le principali innovazioni sia dal punto di vista dell'amministratore, che da quello dello sviluppatore. Il 'ritardo' della serie rispetto all'uscita del prodotto è legato al fatto che abbiamo prima voluto sperimentarlo estensivamente, dal vero.
Negli articoli precedenti abbiamo visto come creare una portlet custom per gestire le nostre tabelle. Consideriamo ora questo scenario: abbiamo una portlet che implementa una logica che deve essere gestibile tramite configurazione da parte dell‘utente. Dove salviamo questa configurazione? La risposta è in questo articolo.