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Nel numero:

298 ottobre
, anno 2023

Bitcoin, blockchain e criptovaluta

XI parte: Il futuro di Bitcoin

Marco Migliorni
Marco Migliorini

Marco Migliorini è un ingegnere informatico con un'esperienza più che decennale nella progettazione e nello sviluppo di sistemi software basati su architettura Java EE.

Negli ultimi anni si è avvicinato al mondo delle blockchains permissionless e dell'economia di scuola austriaca, trasformando l'iniziale curiosità in una veemente passione per questi argomenti.

Dopo un periodo di intensa formazione, ha intrapreso l'attività di libero professionista nel settore blockchain/web3.

Attualmente fornisce servizi di consulenza e sviluppo di applicazioni decentralizzate basate su blockchains Ethereum e Polygon, ed eroga formazione su Bitcoin e Lightning Network.

La sua mission è contribuire alla divulgazione e all'adozione di queste tecnologie, nonché alla conoscenza delle tematiche socioeconomiche che ne rappresentano la base.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.marcomigliorini.com

Bitcoin

Bitcoin, blockchain e criptovaluta

XI parte: Il futuro di Bitcoin

Picture of Marco Migliorini

Marco Migliorini

  • Questo articolo parla di: Architetture dei sistemi, Internet & Digital, Sicurezza informatica

Il protocollo Bitcoin

Se pensiamo a come si è evoluto Internet nel tempo, e a come si è strutturato oggi questo stack tecnologico, possiamo fare degli interessanti parallelismi con Bitcoin o, meglio, possiamo vedere Bitcoin e i suoi layer superiori con occhi completamente diversi.

Nella sua evoluzione, Internet è passato da essere un esperimento nei suoi primi anni di vita, fino a diventare un protocollo di comunicazione vero e proprio all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Da allora, questo standard ha smesso di evolvere: nel frattempo è stata proposta e implementata la versione v6 del protocollo, ma la quasi totalità dei dispositivi su internet ancora comunicano utilizzando la versione più datata, ossia v4. Ciò ha consentito a tutti i suoi strati superiori di potersi sviluppare e raggiungere la maturità architetturale che oggi conosciamo e utilizziamo.

Il protocollo IP

Si definisce protocollo Internet, o IP, lo standard per l’invio e la ricezione di dati sulla rete globale, capace di consentire la comunicazione fra diversi dispositivi collegati alla stessa. Tra le caratteristiche di questo protocollo si osservano:

  • l’indipendenza da intermediari per funzionare;
  • l’identificazione di ogni device tramite un indirizzo univoco;
  • il demandare le operazioni di apertura, mantenimento e chiusura dei canali comunicativi al suo strato superiore, ossia il protocollo di controllo della trasmissione, o TCP.

Nell’immagine seguente possiamo vedere una rappresentazione dei vari strati del modello TCP/IP (parte sinistra in bianco).

Figura 1 – Gli strati del modello TCP/IP e di Bitcoin a confronto.
Figura 1 – Gli strati del modello TCP/IP e di Bitcoin a confronto.

 

Analizzando più nel dettaglio i vari strati che compongono l’architettura, si osserva che man mano ci si allontana dal protocollo base, ossia IP, gli strati superiori sono via via più mutevoli e fornisco servizi sempre più sofisticati. Infatti, TCP negli ultimi trent‘anni è variato poco, HTTP è variato un po’, e tutte le API sovrastanti sono variate frequentemente per soddisfare le necessità che di volta in volta venivano richieste. Dall’esperienza più che trentennale fatta su questo modello, si può affermare che il raggiungimento della maturità dello strato base ha permesso la standardizzazione e la consseguente adozione di massa di questo sistema comunicativo.

Il protocollo Bitcoin

In modo analogo ci possiamo immaginare un‘evoluzione per Bitcoin fatta di protocolli, ognuno dei quali sarà la base del proprio layer (parte destra nella tabella di figura 1). In particolare, il protocollo Bitcoin, o BP, rappresenta lo standard per l’invio e la ricezione di denaro sulla rete globale, capace di consentire le transazioni finanziarie fra diverse entità collegate alla stessa. Tra le caratteristiche di questo protocollo si osservano:

  • l’indipendenza da intermediari per funzionare;
  • l’identificazione di ogni entità tramite un indirizzo univoco;
  • il demandare le operazioni di apertura, mantenimento e chiusura dei canali comunicativi al suo strato superiore, ossia il protocollo Lightning Network, o LNP.

Sebbene ad oggi sia prematuro parlare di modello LNP/BP, e non si abbia idea di quale sarà lo strato applicativo di questo stack tecnologico, possiamo affermare con certezza che i presupposti perché questo si affermi nel prossimo futuro sono più che concreti. Inoltre, il raggiungimento della maturità dello strato base del modello, ossia di Bitcoin, farà da spinta per la standardizzazione dei protocolli superiori e per l’adozione di massa di questo sistema economico.

 

L’“ossificazione” del protocollo

A questo punto ci potremmo chiedere: “Quanto ancora deve evolvere Bitcoin prima di raggiungere la maturità?”. In modo diverso: “Quanto manca per l’ossificazione del protocollo?”.

Questa argomentazione è fortemente dibattuta nella comunità bitcoiner, e dare una risposta non risulta affatto facile. Infatti, se da un lato alcuni sono convinti che siamo già arrivati all’ossificazione del sistema, dall’altro c’è chi ancora auspica tutta una serie di sviluppi per rendere il protocollo più fruibile e maneggevole in futuro [1].

Possiamo vedere che il raggiungimento di un tale stato, ossia l’avere un protocollo di base non più modificabile (“ossificato”, appunto), comporta tutta una serie di pro e di contro.

I vantaggi dell’ossificazione

In particolare, fra i pro possiamo elencare:

  • l’impossibilità di manipolare o controllare tale livello per il proprio tornaconto personale. Si pensi ad esempio a Internet: se un ente vuole attuare un qualsiasi tipo di censura, è costretto a farlo ai livelli superiori del protocollo (IP non è modificabile), il che riduce l’efficacia del blocco e aumenta i costi d’implementazione.
  • Il raggiungimento della standardizzazione del livello base, che rende più semplice lo sviluppo dei livelli successivi e l’interoperabilità dei servizi forniti (prerequisito fondamentale per la mass adoption);

Gli svantaggi dell’ossificazione

Di contro, fra gli svantaggi abbiamo:

  • la limitazione dell’operatività degli strati superiori, causata dalla cristallizzazione degli sviluppi sul layer base;
  • il peggioramento delle performance nel lungo periodo, sempre causate dal non aggiornamento della tecnologia alla base;
  • la possibilità di perdere il know how necessario a mettere le mani nel codice — nell’arco di una o due generazioni di programmatori, 30-40 anni —, a causa del disinteresse verso un sistema non più modificabile.

Va notato perlaltro un fatto importante: tutte queste problematiche sono già avvenute sul protocollo Internet, e sono state risolte. Può quindi essere sufficiente prendere spunto da questo e utilizzare le conoscenze che abbiamo per ovviare a tali inconvenienti inconvenienti dell’ossificazione!

Un compromesso sensato

Come sempre la soluzione migliore sta nel mezzo, ossia è necessario trovare un compromesso fra quanto deve evolvere Bitcoin, e quando si deve standardizzare il protocollo. L’ideale sarebbe avere un layer base capace di accogliere tutti gli sviluppi futuri di una certa rilevanza, senza però apportare modifiche, anche impercettibili, al meccanismo di consenso che lo governa. A tal proposito, la comunità di Bitcoin sta operando per capire se e come disaccoppiare lo strato di consenso, così da farlo ossificare, da tutto il resto del sistema, che rimarrebbe libero di evolvere a piacere.

 

Conclusioni

Abbiamo visto come evolve il sistema, il paralleismo con la struttura di Internet e in cosa consista la cosiddetta “ossificazione” del protocollo Bitcoin. Nel prossimo articolo ci concentreremo su temi più pratici, come la custodia e l’acquisto dei bitcoin.

 

 

Riferimenti

[1] Giacomo Zucco, l’ossificazione del protocollo Bitcoin.  Gambaru Tech
https://www.youtube.com/watch?v=erAA4BxRTsQ

 

 

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