Ripubblichiamo un articolo di molti anni fa che tratta di gioco e apprendimento. Se oramai il serious game è diventato uno strumento diffuso e apprezzato in tante realtà formative, professionali e aziendali, ci piace ricordare un momento (2013) in cui eravamo ancora in una fase embrionale. Da allora, molte cose sono cambiate, ma certi principi e certi aspetti sono rimasti validi.
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Introduzione
Alla eventuale perplessità di qualche lettore che si starà chiedendo cosa c’entri il gioco con a gestione dei progetti di sviluppo in IT, rispondiamo subito che occorre valutare qual è l’obiettivo reale del progetto: se ci interessa produrre in maniera sostenibile e con qualità, è bene sapere che dopo una sessione di gioco si è più preparati ad affrontare i problemi del progetto reale. Il gioco crea infatti un ambiente divertente e avvincente all’interno del quale si possono simulare in modo controllato diverse situazioni, anche complesse, che nascono durante la vita di un progetto.
Agile reloaded
Nel 2012 in Italia c’è stato un forte incremento nell’interesse sui temi agili. Di Agile si è scritto e si scrive molto. Opinioni, approcci e risultati sono molteplici e a volte contrastanti.
Se facciamo un passo indietro e osserviamo Agile, Lean e più in generale la gestione dei progetti, possiamo identificare tre fattori che prima di altri sono alla base del successo o del fallimento di un progetto; personalmente li chiamo “reloaded factors”:
- Rispetto e comunicazione tra le persone.
- Collaborazione di tutti gli stakeholder per raggiungere un obiettivo comune.
- Trasparenza su tutto il progetto.
Immagino che abbiate già vissuto riunioni interminabili senza un risultato tangibile e con incomprensioni tra i diversi attori coinvolti nel progetto. E avrete anche pensato che sarebbe bello che questo non accadesse. Ma accade. Come possiamo avvicinarci ai tre “reloaded factors”? Cercando di rispettare le regole! Con disciplina, collaborazione e il piacere di lavorare con i propri colleghi e clienti. È qui che il gioco ci offre grandi opportunità per sperimentare nuove tecniche in un cotesto controllato e protetto.
Gli aspetti di un gioco
Quando giochiamo a un gioco da tavolo con i nostri amici, ci immergiamo per un paio d’ore in un mondo lontano dalla vita quotidiana. Ci divertiamo a impersonare ruoli diversi, a sperimentare nuove strategie e a sfidare i nostri avversari secondo le regole del gioco. Durante queste due ore non ci accorgiamo che il gioco si basa su aspetti importanti e dettagliati che permettono di vivere questa esperienza in modo semplice e naturale. Vediamo di seguito di analizzare alcuni di questi aspetti importanti.
Il contesto
Una giusta ambientazione rende il gioco interessante e coinvolgente. Un gioco che abbia sostanzialmente regole e meccaniche di gioco uguali ma che sia ambientato in contesti differenti, può risultare un best seller on un gioco di serie B.
Prendiamo un esempio di gioco classico: gli scacchi. Una scacchiera con i pezzi semplici e stilizzati è molto meno coinvolgente rispetto a una scacchiera con i pezzi che rappresentano in modo dettagliato il re e la regina seduti sul loro trono. Ricordate la partita di scacchi di Harry Potter?
Astrazione
Anche se esistono delle eccezioni, i giochi che durano più di due ore sono evitati dalla maggior parte dei giocatori perche’ sono troppo lunghi e faticosi. La durata ideale varia dai trenta minuti all’ora e mezza. Con questo limite l’astrazione diventa un fattore importante. Il dettaglio appesantisce le regole di gioco e rende le dinamiche molto lente. Solo i veri appassionati di una tema riescono a mantenere l’attenzione e il coinvolgimento necessario per giocare a uno stesso gioco per più di due ore.
Astrarre non significa semplificare ma selezionare gli elementi più rilevanti del contesto e farli vivere durante il gioco, riducendo o eliminando i dettagli non importanti. In questo modo i giocatori rimangono coinvolti grazie al contesto ma non sono costretti a tenere sotto controllo tutti i dettagli poco influenti rispetto alle strategie adottate.
Ad esempio, in un gioco di simulazione militare il movimento delle truppe è limitato da diverse regole che simulano molti parametri: il terreno, la condizione metereologica, la fatica della truppa e altri ancora sono parametri che un giocatore di giochi di simulazione deve tenere presente quando fa le sue mosse. Questo rallenta molto il gioco e fa sì che un combattimento possa durare ore e ore. In Axis and Allies le regole, seppure dettagliate, semplificano molto questi concetti esprimendo tutti gli impedimenti di movimento con un solo lancio del dado: il giocatore percepisce comunque il contesto ma l’astrazione aiuta il gioco ad essere più fluido.
Ruoli
Impersonare ruoli, che non sono i nostri nella vita quotidiana, permette di distaccarsi meglio dal contesto reale e lasciarsi coinvolgere dal gioco. Scambiarsi i ruoli aiuta a capire i problemi degli altri e ad essere maggiormente empatici e collaborativi nella vita reale.
Regole e meccaniche di gioco
In un contesto non reale, con un altro grado di astrazione, è importante definire regole semplici che permettano ai giocatori di impersonare i ruoli in modo naturale. Le regole sono il cuore e il motore del gioco e sono favorite dalle meccaniche di gioco. Le meccaniche più usate sono:
- movimento e azione su una plancia di gioco: i giocatori si sfidano ponendo elementi su una plancia;
- aste: i giocatori competono per un bene facendo un’asta;
- pescare le carte da un mazzo: il gioco è guidato dalle carte pescate da un mazzo;
- collaborazione e cooperazione: i giocatori collaborano tutti assieme per raggiungere un obiettivo comune difficilmente raggiungibile da un giocatore solo;
- lancio di dadi: il risultato del lancio dei dati influisce sulla dinamica del gioco;
- costruzione di mazzi di carte: il gioco è diviso in due fasi; nella prima fase sono costruiti uno più mazzi di carte rispettando le regole del gioco; nella seconda fase i mazzi sono usati dai partecipanti all’interno del gioco.
- costruzione: lo scopo del gioco è costruire qualche cosa di fisico, tipicamente edifici;
- commercio di beni: i giocatori si sfidano commerciando beni in cambio di premi;
- collezione di oggetti: i giocatori si sfidano collezionando il maggior numero di oggetti;
- uso della memoria: la memoria dei giocatori è il fattore vincente in questi casi;
- giochi di ruolo: ogni giocatore impersona un ruolo secondo le regole del gioco.
- plance modulari che si costruiscono durante il gioco e sulle quali ci si muove;
- riconoscimento di pattern;
- creare con carta, forbici e colla
- scelta nascosta delle strategie;
- simulazione;
- possedere azioni (di borsa) e valuta;
- raccontare storie;
- votare;
- variazione dell’ordine delle fasi di gioco e del turno dei giocatori.
Regole e meccaniche definiscono insieme il limite e il contesto protetto dove i giocatori possono sperimentare le proprie strategie e imparare dai propri errori.
Competizione, cooperazione e premi
Il contesto, l’astrazione, i ruoli e le regole permettono di far salire a bordo i giocatori e iniziare a giocare; ma senza uno scopo diventa difficile avere la motivazione di continuare a giocare! La sfida e il raggiungimento di un obiettivo in un tempo prefissato (non vi ricorda qualcosa, lo Sprint Scrum?!) spingono i giocatori a sfidarsi e a giocare. La sfida può essere tra i giocatori singoli, tra gruppi oppure contro un limite come il tempo e le risorse.
I giochi che funzionano meglio in ambito agile sono quelli legati a sfide di gruppo o cooperazione. Le sfide tra giocatori singoli non sempre sono adatte in un contesto di apprendimento dei temi agili.
Il premio è importante nel gioco. Dare un obiettivo da raggiungere con una gratifica rende il gioco ancora più interessante e coinvolgente. Attenzione però che il premio da solo non fa il gioco. Come consiglio pensate al premio solo quando avete rodato bene le dinamiche del gioco.
Rispetto delle persone e delle regole
Qualsiasi siano gli scopi, le regole e le persone con le quali si sta condividendo l’esperienza di gioco, il rispetto è un fattore importante se non fondamentale. Senza il rispetto delle regole, il gioco perde di significato e di attrattiva. Barare per vincere non è etico ne’ divertente. Ritrovarsi e giocare significa rispettare le regole e rispettare le persone che stanno giocando con te.
Se si vince, la gioia della vittoria deve essere espressa rispettando i giocatori che hanno perso. Se si perde, la contrarietà deve essere espressa riconoscendo che chi ha vinto è stato questa volta più bravo di noi. Se queste semplici regole di buona educazione e rispetto reciproco non sono rispettate, il gioco diventa un evento spiacevole che non si vuole ripetere.
Il gioco insegna quindi che per divertirsi bisogna rispettare le regole accettando le sconfitte e imparando dagli errori. Due aspetti molto importanti nella vita.
Giochi per imparare Agile
I bambini, fin da piccoli, imparano giocando. Ci sono tantissimi giochi, anche per bambini ai primi mesi di vita, che li aiutano a imparare a usare i sensi. Un gioco molto bello e semplice è il “cesto dei tesori” dove il bambino pesca oggetti della vita quotidiana e li esplora con tutti i sensi: un uovo di legno per riparare le calze, un colino per il tè o un gomitolo di cotone.
La gamification e il toccare con mano
Partendo da un concetto della vita reale che si vuole imparare, si possono scegliere o ideare dei giochi che permettano di trasmettere in modo semplice, immediato e coinvolgente i concetti. Questa è la tanto citata “gamification“.
La scelta di un gioco
Ok ma quale gioco scegliere? Per rispondere a questa domanda ho preparato la tabella 1 dove riportiamo caratteristiche del gioco e loro “valorizzazione”.
Queste caratteristiche saranno riprese nella lista dei giochi che vedremo in questi mesi insieme e vi aiuteranno a individuare i giochi che fanno per voi.
Make or buy?
Esistono tantissimi giochi che aiutano le persone ad apprendere i valori e i princìpi di Agile. Perche’ idearne di nuovi? Potrebbe essere utile per adattare meglio il gioco al contesto dove si andrà ad usare. Il suggerimento è lo stesso che faccio quando spiego Agile:
- osservare
- assimilare
- rielaborare
- migliorare continuamente
Come primo passo partecipate a qualche sessione di gioco Agile e osservate come funziona. Iniziate a usare questo gioco durante le vostre sessioni e solo dopo iniziate a modificarlo. Potete iniziare a modificare il gioco sotto alcuni aspetti: ad esempio l’ambientazione o i ruoli. Dopo di che sarà possibile introdurre varianti alle regole o aggiungere una meccanica a quelle esistenti. Quando avete provato e migliorato i giochi esistenti siete pronti per creare un vostro gioco!
Creare un gioco da zero, vi assicuro, non è una cosa semplice e veloce. Ci vuole esperienza, fantasia e tante prove sul campo. Un suggerimento, usate Scrum per creare il vostro gioco, funziona bene!
Non solo divertimento…
…alla fine del gioco portiamo nella realtà quello che abbiamo imparato. Conclusa la sessione di gioco, i partecipanti saranno soddisfatti o delusi a seconda se hanno raggiunto o meno gli obiettivi. La cosa importante è che tutti siano contenti dell’esperienza e che la parte ludica abbia aiutato ad assimilare i temi per i quali il gioco è stato concepito.
Prendetevi quindi il tempo necessario per paragonare quello che è successo durante il gioco a quello che si verifica in un contesto reale, e vedete come funzionerebbe con pregi e difetti della soluzione. Senza questa analisi vi siete divertiti ma rischiate di portare a casa poco di realmente costruttivo!
Un movimento in rapida evoluzione
L’Agile Gamification non è più una “stravaganza” di qualche buontempone, ma è un movimento con assodate basi teoriche e ricadute pratiche. Ormai il 50% delle lezioni in aula, anche quelle legate al business, e storicamente più serie e formali, prevedono momenti legati al gioco. Sono stati scritti diversi libri negli ultimi anni a tal proposito.
Oltre alle numerose pubblicazioni, sono nate delle conferenze che parlano esclusivamente di giochi legati ad Agile.
Il mondo della formazione e del coaching agile è quindi in rapida evoluzione e si confronta su questi temi sempre più spesso: non vi resta che lasciarvi coinvolgere anche voi e provare quanto sia efficace apprendere nuovi concetti giocando insieme!
Due giochi “agili” per iniziare
Prendiamo due esempi semplici e veloci di come il gioco possa aiutare a evidenziare fattori importanti e anche difficili da assimilare: “se aspetti, ti servo prima” e “i team che si auto-organizzano sono più efficaci”.
Multitasking name game
Il primo gioco è denominato Multitasking name game, e le sue caratteristiche sono spiegate nella tabella 2. Il gioco consiste nello sperimentare quanto le attività in parallelo diano solo una parvenza di efficienza, quando invece in realtà portano a tempi molto più lunghi di completamento delle attività.
Il gioco, ideato da Henrik Kniberg, consiste in due sessioni, dove un giocatore veste i panni del fornitore e gli altri del cliente. Nella prima sessione il fornitore non vuole far aspettare i clienti e li serve tutti insieme. Nella seconda sessione invece il fornitore fa aspettare i clienti perche’ ne serve uno alla volta.
Il gioco è semplice ma bisogna seguire bene tutte le regole perche’ dia il risultato voluto. Quella che otterrete è una situazione come rappresentata in figura 7.
L’ultimo cliente che ha aspettato, nella seconda sessione, è servito prima del primo cliente della prima sessione dove, per non far aspettare nessuno, si è lavorato in parallelo. Quindi il multitasking è deleterio? Si!
Trasferendo ciò che abbiamo appreso dal gioco nel mondo reale (che è lo scopo della nostra Agile Gamification) comprendiamo come prendere in carico più lavori per non perdere i clienti in realtà ci porta ad essere solo più lenti. È una situazione lose-lose. Il multitasking “buono” è quello con un progetto primario e uno secondario. Il primario ha sempre la priorità e quando è bloccato in attesa di qualche cosa allora passo al secondario.
Fate questo esercizio con colleghi e superiori e vi sorprenderete della sua efficacia.
60 passi
Il team auto–organizzato è alla base di Agile. Come far comprendere cosa significa auto-organizzazione? Il gioco sui 60 passi è adatto allo scopo! Ne vediamo le caratteristiche nella tabella 3.
Il gruppo si divide in coppie:
- un lavoratore e un project manager;
- il lavoratore è bravissimo a seguire gli ordini impartiti dal PM;
- gli ordini sono: avanti, fermati, sinistra, destra;
- il lavoratore non ha indipendenza nello scegliere le traiettorie ne’ nel fermarsi (attenzione a non farsi male!);
- solo il PM può decidere come il lavoratore impiega il suo tempo svolgendo le attività.
Lo scopo della coppia è di fare 60 passi in 90 secondi. Vediamo come funziona sui due turni di gioco.
Primo turno. Si fa partire il conto alla rovescia da 90 secondi. Tutti i lavoratori e i PM lavorano insieme nella stessa stanza. Ogni lavoratore, guidato dal suo PM, ha l’obiettivo di fare 60 passi. Il lavoratore conta i passi. Il PM dà le direzioni (avanti, fermati, sinistra, destra). Tipicamente si arriva a fare 40 massimo 50 passi. Pochi completano il proprio lavoro.
Secondo turno. Tutti sono lavoratori. I PM non ci sono più. Rispettando le regole di prima tutti cercano di fare 60 passi in 90 secondi e… ci riescono!
Cosa è successo?
- Il lavoratore, contrariamente al primo turno, reagisce più velocemente ai cambiamenti di contesto dovuti alle altre persone che si muovono nella stanza e riesce a completare il proprio lavoro.
- Il team tipicamente si auto-organizza senza dirselo. Alcune persone iniziano a seguirsi formando un trenino e altri si accodano semplificando di molto il lavoro e riducendo le collisioni.
Questo accade grazie al fatto che la trasparenza del processo ha permesso di far emergere delle buone pratiche (quella di seguirsi) e chi l’ha colta ha iniziato a metterla in pratica, contaminando gli altri fino alla massa critica. Questa è auto-organizzazione!
Conclusioni
Abbiamo visto in questo articolo il senso da attribuire ai giochi nell’insegnamento e nell’apprendimento delle metodologie agili. I due esempi riportati alla fine dovrebbero aver chiarito il concetto ai più scettici.
Riferimenti
[1] Bob Pike, Chris Busse, “101 Games for Trainers”, HRD Press, 1995
[2] A. Cockburn, “Agile Software Development. The Cooperative Game” (2nd ed.), Addison Wesley, 2006
[3] D. Gray, S. Brown, J. Macanufo, “Gamestorming: A Playbook for Innovators, Rulebreakers and Changemakers”, O’Reilly, 2010
[4] Karl M. Kapp, “The Gamification of Learning and Instruction”, Pfeiffer, 2012
[5] Agile Games Conference
http://www.agilegames2012.com http://www.agilegames2013.com
[6] Le regole del gioco “Multitasking name game”
http://dl.dropbox.com/u/18936118/Multitasking%20Name%20Game_it.pdf