MokaByte Numero 03 - Dicembre 1996

 
Java ed il Network Computer
di
Fabrizio Giudici 
 

 

Lunedì 21 Ottobre sono andato, probabilmente per l'ultima volta, allo SMAU di Milano. Ne sono infatti rimasto profondamente deluso: ero in cerca di novità tecnologiche, ho trovato invece qualcosa che assomiglia sempre di più ad un mercatino da piazza. Le informazioni più aggiornate le avevo già trovate sul WWW ed il personale degli stand non è stato assolutamente in grado di rispondere a quei pochi dubbi che non ero riuscito a soddisfare. Non ha più senso muoversi se si possono trovare più informazioni in ufficio o da casa collegandosi ad Internet con Netscape. Meglio così: dall'anno prossimo lo stress del viaggio sarà risparmiato. Ma sul treno di ritorno per Genova, leggendo quella poca documentazione cartacea che ho preso, scopro un annuncio di Sun: "Partecipate anche voi all'evento straordinario che rivoluzionerà il mondo dell'informatica aziendale". Non avevo trovato questo invito su nessuna pagina WWW (anche se l'ho scoperto dopo, un po' nascosto nelle pagine WWW di Sun Italia). Be', almeno il viaggio a Milano è servito a qualcosa...

Eccomi dunque qui, Mercoledì 30 Ottobre, al Forte Crest Hotel a San Donato Milanese. Di pessimo umore, visto che il mio rapido da Genova è arrivato con più di un'ora di ritardo e sono giunto all'appuntamento, trafelato, proprio per un pelo. Dopo essermi registrato, trovo un posto a sedere nell'aula di proiezione. Sto per assistere, insieme ad un centinaio di persone, all'ormai famoso annuncio di Sun che ci sconvolgerà la vita. Verrà trasmesso tra pochi minuti addirittura in mondovisione, da New York. Nell'attesa mi viene da pensare ad un meraviglioso mondo cablato in cui si può comunicare, cercare informazioni ed addirittura partecipare a riunioni senza doversi muovere dal proprio ufficio, evitando lo stress e la rabbia per i ritardi delle ferrovie italiane... ma ecco che la conferenza incomincia. È tenuta in puro stile americano: gli speaker parlano da un palcoscenico tipo varietà televisivo, c'è una certa ricerca di effetto nelle inquadrature che intrecciano primi piani con riprese panoramiche, ed ecco che finalmente entra in scena Ed Zander, il presidente di Sun Microsystems Computer Company, accolto dagli applausi. Lancia subito uno spot pubblicitario: si vede la gente per strada in una tipica metropoli americana ed un misterioso cubetto di zucchero che cade dal cielo... ed alcuni passanti volgono lo sguardo in alto stupiti. Vengono inframmezzati spezzoni di interviste con responsabili di alcune importanti imprese, come Kodak e Federal Express, che declamano come il loro lavoro sia stato reso molto più efficiente dall'adozione di Java nelle loro Intranet. Il tutto si conclude con il cubetto di zucchero che si tuffa in... una tazza di caffè. Ed Zander riprende la parola e, per una decina di minuti, parla dei successi di Sun, di cosa sia Java e di quali mirabili qualità possieda. Già di pessimo umore, come vi ho detto, incomincio a temere che si tratti semplicemente dell'ennesima puntata della campagna pubblicitaria di Sun... Parte un altro spot: degli uomini marciano tutti in fila in certi bui corridoi che ricordano l'interno della Morte Nera di Guerre Stellari... Raggiungono una grande sala dove si siedono ognuno ad un posto di lavoro con tanto di computer. Nel frattempo un personaggio,stranamente somigliante a Bill Gates sta parlando da un megaschermo. Una donna, inseguita da addetti alla sicurezza, corre trafelata per i corridoi tenendo un grosso martello in mano. Il sosia di Bill sta indottrinando il suo pubblico promettendo sempre più potenza di calcolo e possibilità di migliorare l'efficienza del proprio lavoro, con i nuovi prodotti Windows 95, Windows 97 e Windows 99. Incomincio a sorridere: trovo la pubblicità in genere noiosa, però nei paesi dove si può fare esplicitamente comparativa ci si diverte decisamente di più... Il Bill-simile sta promettendo un futuro incredibile al solo prezzo di aggiornare costantemente i propri computer: "UPGRADE! UPGRADE! UPGRADE!". Nel frattempo la donna incomincia a raccogliere le forze per scagliare il martello e sfondare il visore da dove il Grande Fratello sta parlando... quando improvvisamente un uomo, dal fondo della sala, con flemma anglosassone la interrompe: "Too violent.". E si limita a premere un tasto della sua tastiera, facendo partire sul terminale un browser WWW. Tutti si girano, incominciano a sorridere come se si fossero liberati da un sortilegio, la luce squarcia la penombra, ed il Bill-simile, dal suo megaschermo, mostra tutto il suo imbarazzo...

Scusate se mi sono dilungato questa introduzione, che alla fine è semplicemente una nota di colore... ma volevo farvi capire come ormai la guerra Sun-Microsoft, chiaramente avvertibile dalle strategie tecnologiche e commerciali degli ultimi anni, sia ormai apertamente dichiarata. Le due compagnie ormai propongono due modelli di informatica collocati l'uno agli antipodi dell'altro.

Sun ha infatti annunciato la nascita di una nuova era: quella del Network Computing. Ed Zander paragona addirittura questo 1996 al 1981, l'anno che ha visto affermarsi il Personal Computer, sostenendo che siamo ormai alla soglia di un nuovo paradigm shift analogo al passaggio da mainframe a minicomputer avvenuto agli inizi degli anni '70, o a quello da minicomputer a personal computer avvenuto agli inizi degli anni '80.

Smentendo i miei timori iniziali, durante la presentazione-spettacolo di Sun sono stati discussi molti interessanti aspetti delle nuove tendenze informatiche legate ad Internet, WWW e Java. In questo articolo ci concentreremo sull'argomento più interessante: il Network Computer, la nuova macchina di Sun che è stata la vera protagonista della presentazione del 30 Ottobre. Gli interessati troveranno la versione completa dello "show" di Sun, oltre ad altra documentazione sul Network Computer, sul sito WWW http://www.sun.com, più precisamente alla URL http://www.sun.com/961029/JES/webcastinfo.html. Documentazione più tecnica sui vari argomenti che tratteremo in questo articolo si trova ad esempio in http://www.sun.com/961029/JES/newproducts/.

Il Network Computer

Il Network Computer di Sun è una macchina equipaggiata con un microprocessore a 32 bit basato su tecnologia microSPARC a 100MHz, 8/16 megabyte di memoria, una scheda grafica, una scheda sonora... e basta. Ha un design innovativo, un ridottissimo ingombro sulla scrivania, ed è silenziosissima perché il suo sistema di raffreddamento a convezione non richiede nessuna ventola. È in grado di eseguire una qualsiasi applicazione Java ed è gestita da un sistema operativo completamente scritto in Java, chiamato JavaOS. Il tutto costa 742 dollari (monitor escluso) e sarà venduto al pubblico a partire dal prossimo Dicembre.

Il Network Computer offre agli utenti un'interfaccia grafica, HotJava Views, integrata con l'ormai noto browser WWW HotJava. Nel sistema sono comprese applicazioni per la gestione degli appuntamenti, della posta elettronica, insomma quella serie di utilità da desktop che siamo abituati ad utilizzare in Windows. In breve tempo saranno disponibili molte altre applicazioni complesse, riscritte completamente in Java, come fogli elettronici, word processor, programmi per la composizione di immagini grafiche e così via. La Corel sta già producendo una suite di applicativi in Java che include Corel WordPerfect, Corel Quattro Pro e Corel Chart; anche Oracle e Applix offriranno a breve tempo versioni dei loro programmi riscritti in Java. Insomma, nelle aziende informatizzate si potranno effettuare sul Network Computer una buona parte delle operazioni che oggi vengono svolte su un normale PC.

Va bene, direte voi, il Network Computer è un nuovo modello di personal computer, che si affianca agli IBM compatibili o agli Apple Macintosh... e dove sta la rivoluzione?

Sta nel fatto che il Network Computer non ha nessun hard disk, ma è in grado di caricare dalla rete, in tempo reale, i programmi richiamati dall'utente; anche il sistema operativo JavaOS viene caricato all'accensione nello stesso modo (ovviamente deve essere presente sulla rete una macchina che funge da server). A partire dalla prossima primavera, le nuove macchine includeranno una flash RAM in grado di mantenere in memoria JavaOS anche quando viene tolta l'alimentazione, in modo che il sistema operativo verrà scaricato da rete solo alla prima accensione. I Network Computer sono quindi macchine ridotte all'osso (CPU ed interfacce), chiamate da Sun "thin clients", in contrapposizione ai classici PC che sono "fat clients". La loro totale dipendenza dalla rete giustifica il nome e lo slogan di Sun: the network is the computer. Non commettiamo però l'errore di confonderli con dei banali terminali (come gli X-terminal di UNIX): le applicazioni vengono eseguite sulle JavaStation e non sul server, implementando così un'effettiva esecuzione distribuita ed alleggerendo il carico del server stesso (che si limita a fornire lo spazio su disco ed a spedire il software su richiesta), che non necessita quindi di grandi potenze di calcolo.

Zero Administration Computers

Questo nuovo paradigma offre un vantaggio notevole: elimina la necessità di amministrare le macchine! Infatti, se vogliamo installare un nuovo applicativo od aggiornarne uno già esistente, sarà sufficiente eseguire quest'operazione una volta sola, sul server, e tutti i Network Computer che dipendono da esso verranno automaticamente aggiornati. Sun parla infatti di "Zero Administration PC".

Ed Zander ne dà una dimostrazione in diretta, assieme a Scott McNealy, presidente e CEO (Chief Executive Officer, praticamente l'amministratore delegato) di Sun Microsystems. Un Network Computer viene tirato fuori dal suo imballaggio come se fosse stato appena comprato, e poi collegato all'alimentazione ed alle periferiche (video, tastiera e mouse). Non appena viene acceso, esso chiede il nome dell'utente, la sua password (Scott McNealy non risparmia una frecciata alla Microsoft ed inserisce "NO2NT"...) e il suo indirizzo Ethernet. In pochi secondi JavaOS viene caricato dalla rete e l'interfaccia grafica appare, pronta per l'uso. Non bisogna installare nessun software, tutto quello che serve verrà preso dalla rete senza che l'utente se ne accorga. Non è passato mezzo minuto da quando la scatola di imballaggio è stata aperta! Niente in confronto alle ore che sono necessarie per installare sistema operativo e software applicativo su un PC compatibile... incredibile!

Ed Zander e Scott McNealy ci spiegano che in realtà non dovremmo stupirci. Dopotutto, quando compriamo un telefono e lo facciamo attivare da una compagnia telefonica, non facciamo niente di più che pagare il servizio, fornire il nostro nominativo e ricevere un numero telefonico. Anche sul telefono gira del software, ma noi non dobbiamo preoccuparci di installarlo, configurarlo od aggiornarlo. In realtà il nostro stupore è dovuto al fatto che siamo ormai abituati (o rassegnati?) da anni alle complicazioni dei classici Personal Computer, che però, secondo la dottrina di Sun, sono macchine troppo complesse per i compiti che devono svolgere.

Abbattimento dei costi di gestione

Chiunque stia leggendo questo articolo ed abbia una minima esperienza al riguardo sa quanto tempo sia necessario per effettuare l'upgrade del sistema operativo di un PC, specialmente quando il parco di software installato è cospicuo. Personalmente ho appena curato il passaggio da Windows 95 a Windows NT 4.0 su alcune macchine del laboratorio dove lavoro e vi ho impiegato parecchie ore. Ma non è necessario intervenire su una macchina in un ufficio o in un laboratorio solo quando si vuole aggiornare il sistema operativo; spesso anche l'installazione di nuovi programmi o di nuove periferiche provoca inconvenienti di vario tipo. È come se le macchine si "degradassero" progressivamente con il passare del tempo... Tutto ciò è dovuto ad una compatibilità tra macchine, schede, periferiche e software tutt'altro che completa. La situazione non è migliorata di molto con l'avvento del Plug and Play ("inserisci la scheda e poi funziona subito"), che troppo spesso è in realtà un... Plug and Pray ("inserisci la scheda e prega che funzioni")!

È significativo il paradosso che ci viene raccontato da Scott McNealy. Se un giudice vi giudicasse colpevoli di un reato e come pena vi proponesse di scegliere:

Voi cosa fareste? Bene, secondo il calcolo delle probabilità, vi converrebbe la prima soluzione.

In termini pratici, la gestione dei propri PC si traduce in un costo per le aziende che in uno studio commissionato da Sun, ma condotto da una compagnia indipendente, è stato valutato in ben 10-15 mila dollari all'anno per ogni macchina installata. Una cifra tutt'altro che trascurabile!Un altro inconveniente è che in caso di guasto di un "fat client", tutti i dati e la configurazione dell'utente vengono persi o momentaneamente resi inaccessibili. Se la nostra rete è fatta di "thin client", sarà sufficiente far spostare lo sfortunato utente su una qualsiasi delle altre macchine perché possa continuare a lavorare. I suoi dati ed i suoi programmi infatti non saranno andati perduti, in quanto memorizzati nel server centralizzato della rete.

Visto che tutti "thin client" sono perfettamente intercambiabili, gli operatori saranno in grado di lavorare anche con un collegamento remoto, magari da casa, con un modem: il loro ambiente operativo rimarrà esattamente identico a quello del luogo di lavoro. Nel caso di reti aziendali suddivise in diverse sedi, l'amministrazione di tutte le macchine potrà essere effettuata da un'unica postazione (e cioé uno qualsiasi dei "thin client"), senza richiedere movimenti fisici del personale specializzato. Tutto ciò si tradurrà in sostanziali risparmi dei costi di gestione.

Nuove possibilità di informatizzazione

Finora ci siamo mossi nel classico scenario dell'informatica "da ufficio"; ora pensiamo invece ad una grande catena di negozi. Ci sono centinaia di esercizi commerciali sparsi in tutta Italia e, vista la crescente attenzione della gente per Internet, si decide di mettere su un sistema che gestisca gli acquisti via rete. Dotare ogni punto vendita di un terminale per gestire le ordinazioni vuol dire sobbarcarsi i costi di installare, gestire ed aggiornare macchine sparse in un'area geografica molto ampia. Qui non si tratta di un semplice aumento dei costi e conseguente riduzione dei profitti, ma di spese tanto alte da rendere il tutto impraticabile. Se invece è sufficiente collegare un Network Computer ad una rete telefonica proprio come se fosse un telefono, allora le cose cambiano sensibilmente, perché praticamente chiunque è in grado di effettuare questa operazione. Vediamo quindi come il Network Computer apra nuove prospettive, che prima erano semplicemente improponibili non per motivi tecnici, ma per vincoli economici. Oltre all'esempio dei negozi, si pensi alla creazione di "chioschi telematici" per l'accesso a servizi come la distribuzione di informazioni, l'accesso a servizi pubblici come l'anagrafe, e così via. Tutte cose di cui si parla da tanto tempo, e che ora probabilmente avranno la spinta definitiva grazie alle nuove tecnologie.

Conclusione

Sun non arriva a pretendere che nel breve e medio termine i Network Computer siano in grado di sostituirsi completamente ai classici personal computer, che conserveranno comunque un loro ruolo. Il Network Computer è attualmente una soluzione espressamente pensata per le aziende (uno dei tanti slogan è proprio "JavaStation: Java Computing for the Enterprise"), e soddisfano quindi una ben precisa serie di specifiche. I consistenti risparmi promessi da Sun possono essere ottenuti solo se si considerano aziende con un certo numero di macchine, e non valgono ovviamente se si parla di utenti privati.

Con le attuali velocità delle linee telefoniche è attualmente insensato pensare ad un computer che da un'abitazione privata scarica il software attraverso il modem ogni volta che ne ha bisogno, anche se probabilmente in futuro le cose cambieranno rapidamente (qualcuno parla già di "software rent", cioè programmi che non vengono comprati ed installati una volta per tutte come si fa oggi, ma pagati in proporzione al tempo di utilizzo). Non ha molto significato per un utente privato comprare oggi una JavaStation al posto di un computer tradizionale, sia perché attualmente il prezzo non è molto più conveniente (ai 742 dollari va aggiunto il costo del monitor), sia perché ci vorrà del tempo per creare un parco di software sufficientemente ampio per chi vuole fare un po' di tutto, dalla contabilità personale al divertimento con i videogame (ammesso che l'attuale piattaforma hardware sia adatta per tutta questa ampia gamma di applicazioni). A proposito del software operativo, la stessa Sun dice che "HotJava Views è orientato verso utenti che eseguono task specifici, cioè persone che passano l'80-90% del tempo usando una singola applicazione e il restante 10-20% usando semplici tool per connettività e produttività aziendale".

Certo è che il mercato dell'enterprise computing è importantissimo, e Sun ha saputo rivoluzionare il mondo dell'informatica in poco più di un anno e mezzo. Poco tempo fa la maggior parte degli esperti del settore davano Windows e Bill Gates praticamente come i vincitori definitivi, vaticinando delle ridottissime nicchie di mercato per la concorrenza (mi ricordo un articolo che parlava di un "dorato isolamento" proprio a proposito di Sun). Ora tutto è di nuovo in gioco ed appare evidente come Microsoft sia costretta a rivedere i propri piani.

La cosa più notevole è forse il fatto che i responsabili d'azienda che sono interessati a Java non devono compiere scelte drastiche (nel qual caso probabilmente sarebbe stato impossibile smuoverli da soluzioni ormai consolidate come Windows), ma sono in grado di operare con gradualità fin da ora: per sperimentare il Java computing possono essere utilizzate tutte le piattaforme tradizionali (Java gira dappertutto), basta installare un browser WWW (che servirebbe comunque per accedere ad Internet) e configurare un server per la distribuzione dei programmi. Per usare subito il parco software Windows, un programma di emulazione integrato in HotJava Views permette di eseguire applicazioni su un server Windows NT e ridirezionare le finestre su una JavaStation. Certo, questo tipo di soluzione è in pratica simile ad un X-terminal di UNIX e non sfrutta il fatto che le JavaStation non sono dei meri terminali, ma veri computer con capacità di calcolo; tuttavia è una soluzione intermedia che consente di effettuare la transizione con quella gradualità di cui si parlava prima. La transizione alle JavaStation con software nativo in Java potrà essere effettuata man mano che ci si convincerà della loro validità, muovendosi di pari passo con la crescita della disponibilità di applicativi, semplicemente rimpiazzando i PC più vecchi, a seconda delle possibilità e delle pianificazioni di ciascuno.

Insomma, dopo un po' di anni di monotonia e la lenta ma apparentemente inesorabile marcia verso un futuro grigio ed uniforme, l'ambiente è di nuovo vivace come verso la metà degli anni '80 (anzi, di più!) ed il futuro decisamente più interessante!

 
 

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