MokaByte 54 - Luglio/Agosto  2001
di
F.Giudici
G.Puliti
Quattro chiacchiere fra amici
Reportage da Java One
Quest’anno con mio sommo rammarico non ho potuto prendere parte al Java One di S.Francisco, evento tecnologico mediatico dedicato ai Java programmers di tutto il mondo. Per fortuna era presente Fabrizio Giudici mio fido collaboratore, nonché amico dai primi numeri di MokaByte. Ecco quindi una specie di intervista, forse sarebbe meglio definirla chiacchierata fra amici, dedicata a quello che si è detto al Moscone Center nella prima settimana di giugno.

Giovanni: Ciao Fabrizio, dopo tanto tempo possiamo reincontrarci virtualmente sulle pagine di MokaByte... Quest'anno non ho potuto partecipare alla manifestazione americana, per cui sarò molto lieto di scambiare quattro chiacchiere a tal proposito.

Fabrizio: Ciao Giovanni, mi fa molto piacere tornare a scrivere su MokaByte, dopo tanto tempo! Ed e' solo un inizio, i lettori presto sapranno che Giovanni sta architettando alcune novita', a cui collaborero' a partire da Settembre...

G. Fabrizio quali sono state le impressioni del Java One di quest'anno? 

F. Be', un JavaOne e' sempre un JavaOne... e' un evento che lascia sempre il segno. Bisogna innanzitutto capire perche' si va al JavaOne. E' chiaro che le news, i documenti sulle varie tecnologie di volta in volta presentate possiamo comodamente leggerli qualche settimana dopo sul web o sugli articoli pubblicati sulle riviste specializzate (in particolar modo Mokabyte!); da questo punto di vista non sarebbe necessario andare fino a San Francisco. Il vero valore aggiunto (oltre al folklore, ovviamente) e' poter partecipare a sessioni i cui speaker sono i "techie" che realizzano direttamente, nei loro gruppi di lavoro, le cose che studiamo; ma soprattutto respirare l'"atmosfera".
Cioe' capire quali sono i trend, gli entusiasmi, a cosa e' interessata la gente, quali sono gli impatti sul mondo "reale". Questo, ovviamente, per chi non si accontenta di avere una visione puramente "tecnologica", ma vuole avere anche una prospettiva di business.

Detto questo, la JavaOne del 2000 non era stata particolarmente entusiasmante. Mi ricordo che mi ero in parte annoiato (e tu mi avevi confermato questa impressione).
Quest'anno c'era un maggiore entusiasmo e un po' di novita' interessanti (anche se - per fortuna - non siamo piu' ai tempi in cui venivano annunciate decine di nuove API contemporaneamente!).

G. Cosa hai seguito e cosa  hai trovato di  interessante?
F.Mentre gli anni scorsi ero particolarmente interessato alla piattaforma Java 2 Enteprise Edition, quest'anno mi sono concentrato sulla Java 2 Micro edition (dal macro al micro, insomma...). Questo non perche' J2EE non sia piu' interessante, ovviamente non e' cosi'! 
E' che J2EE si e' definitivamente consolidata (anche se ci sono delle novita' interessanti anche in questo campo), mentre J2ME, piu' "giovane" e' nella sua fase di "crescita" piu' interessante.
 

G. Java 2ME: cosa dobbiamo aspettarci per questo anno che viene? 
F. Molte novita'. Finalmente la tecnologia arriva 'sugli scaffali': i maggiori produttori di telefonini (cito tra gli altri Nokia,  Motorola, Siemens) hanno annunciato che entro breve (fine 2001 / inizio 2002) anche in Europa troveremo in vendita cellulari con Java dentro. Negli USA gia' da parecchi mesi e' in vendita un nuovo telefono di Motorola, il primo cellulare Java-enabled che ha raggiunto il mercato. Nei giorni della JavaOne ho approfittato anche per fare un po' di turismo, ed e' stato significativo sentire per radio, mentre guidavo verso la Napa Valley, la prima pubblicita' di un prodotto consumer Java-enabled? Scontato lo slogan che piu' o meno suonava cosi' "Hey, Motorola is selling the first Java-enabled mobile phone!" - "Are you saying that that phone is able to make coffee?" "No, but you can run your business application on it!".
Per rimanere in Italia, in una pubblicita' televisiva di un noto aperitivo (quella dove interviene il "faraone"...) viene pubblicizzato, come premio di un concorso associato, una delle ultime creature di Motorola, l'Accompli A008. Be', e' il primo cellulare Java-enabled che vedremo in Italia.
 

G. Rispetto agli anni passati noto una diminuzione nel numero di novità annunciate come rivoluzionarie (2 anni fa ci fu un vero è proprio cataclisma con migliaia di nuove API presentate). Tutto sommato reputo questo un fatto positivo, vuol dire che stiamo entrando nell'era della maturità di Java (vedi introduzione articolo J1 anno passato), ma è realmente così?

F. E' cosi'. J2EE e' ormai 'scontato', vengono costantemente annunciate delle novita', ma non ci sono piu' gli sconvolgimenti di un tempo. In questi mesi, inoltre, tutti i maggiori produttori di application server che ancora non avevano prodotti completamente J2EE-compliant stanno uscendo con versioni aggiornate che lo sono.
Sono maggiori le novita' per J2ME, ovviamente. Questa tecnologia, di fatto lanciata due anni fa al JavaOne del '99, si e' mossa forse un po' lentamente all'inizio (all'epoca i primi prodotti venivano annunciati per la meta' del 2000, in pratica sono arrivati con un anno e mezzo / due anni di ritardo).

G.RMI, EJB CORBA sono le tecnologie di punta per il networking distribuito: cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? 

F. Hmm... non e' facile dirlo. Per quanto riguarda RMI nella sua versione originale, credo che il suo ruolo sara' sempre piu' legato a Jini e a realizzazioni 'custom'; e' evidente che in un contesto enterprise non si vive senza transazioni, e per questo motivo CORBA piuttosto che RMI over IIOP sono decisamente piu' interessanti. Alla JavaOne si e' parlato molto si SOAP (Simple Object Access Protocol). Rimane quindi la curiosita' di vedere cosa riuscira' a fare HTTP come protocollo di trasporto, che e' sicuramente molto piu' friendly di CORBA in contesti dove ci sono firewall e dispositivi di sicurezza. D'altronde HTTP e' nato per ben altri scopi, e personalmente rimango sempre perplesso quando si 'tira una tecnologia per i capelli', cioe' quando la si vuole usare in contesti diversi da quelli per cui e' nata.
 Staremo a vedere.

G. Per quanto riguarda Jini? Sei anche tu del parere (come molti) che si tratta di una tecnologia bellissima, ma chiusa e quindi difficilmente verrà adottata dai vari produttori? Cosa si è detto a tal proposito?

F. Jini e' un po' piu' futuristica, e secondo la mia personalissima opinione trovera' il suo contesto ideale nella domotica, cioe' nell'informatizzazione delle nostre case, piuttosto che in ambienti enterprise (dove secondo me porta un limitato valore aggiunto, almeno per ora). Perche'? Perche' la domotica prevede di computerizzare un grandissimo numero di dispositivi di uso comune, dal frigorifero al microonde, dalla televisione allo stereo. Computerizzare non con semplici microcontrollori come avviene gia' da anni, ma con veri e propri computer che renderanno questi dispositivi 'network-savvy': il frigorifero potra' ordinare da solo le derrate alimentari in esaurimenti, potremo programmarci il videoregistratore dall'ufficio mediante un comune browser o verificare nel bel mezzo di una vacanza in Australia se a casa nostra il tempo e' secco ed eventualmente comandare in remoto l'annaffiamento del giardino. Insomma, io vedo proprio in 'brulicare' di nodi di rete, e non credo che questa cosa potra' decollare se non con meccanismi di networking spontaneo come quello proposto da Jini. Ve la vedete la casalinga di Voghera a configurare il firewall per permettere al nuovo hifi di scaricarsi MP3 dalla rete? Io ho appena comprato casa a Milano e sto definendo l'architettura della rete :-) ma non sono il tipico utente di questo segmento di mercato...

E i lettori non pensino che queste cose sono lontane. Lasciando perdere gli USA (ti ricorderai che durante uno spuntino allo Yosemite Lodge l'anno scorso abbiamo visto per televisione una pubblicita' di IBM che parlava di queste cose), anche in Italia le prime avanguardie di 'elettrodomestici intelligenti' sono gia' sbarcate. Ieri, per esempio, ho letto un annuncio di Compaq a proposito di un lettore di CD-ROM che in realta' puo' memorizzare centinaia di brani in un hard disk interno, in formato MP3, e collegarsi via internet per scaricare clip o addirittura acquistare on-line i brani da ascoltare.

G. A proposito della sentenza definitiva sulla scissione (evitata) della Microsoft: ricordo che l'anno passato eravamo insieme nella sala stampa a seguire in diretta la prima sentenza dei giudici americani. Quest'anno cosa si è detto? Tu che ne pensi? 

F. Eh... bella domanda! Qui entriamo in un campo - la giurisprudenza - in cui non mi so orientare molto. Per questo non ha senso che esprima commenti personali (a parte precisare che l'ultima sentenza della Corte di Appello non ha 'evitato' la sentenza, ma ha sottolineato che il pronunciamento del giudice e' stato eccessivo e influenzato da antipatia personale per Microsoft, contemporaneamente mi pare che sia  stato confermato che Microsoft abbia in ogni caso abusato della sua posizione dominante sul mercato. Gli osservatori pensano che a questo punto si arrivera' ad un accordo tra il governo USA e la societa' di Bill Gates).
Quello che posso dire, basandomi sul concreto, e' che comunque Internet Explorer ha vinto definitivamente la battaglia dei browser. Pochi continuano ad usare Netscape Navigator, e la stessa Netscape ha recentemente gettato la spugna, rendendo pubblica la sua intenzione di interrompere lo sviluppo del prodotto. Troppi ritardi, troppi bachi.
Ma nel campo wireless & mobile e' tutta un'altra faccenda. I concorrenti sono partiti alla pari e in questo momento mi sembra di vedere maggior 'momentum' su Java. Staremo a vedere.

D: infine la classica domanda di colore: anche quest'anno mi pare ci sia stata una quantità impressionante di persone. Come era organizzata la conferenza? Il moscone Center ha sopportato bene l'ennesima ondata dei vari  Java-entusiast accorsi da tutto il mondo?

F. E' stata come al solito una cosa incredibile. Credo che quest'anno piu' di 25.000 persone abbiano partecipato alla conferenza, e non si ha l'idea di quante siano finche' non ci si trova in mezzo. A parte l'estrema difficolta' a trovare alberghi liberi (e San Francisco ha un numero incredibile di alberghi), a volte si ha la sensazione di 'nuotare' in mezzo al pubblico. Le sale centrali del Moscone Center (quelle che ospitano le keynotes) sono erormi, un gioiello di architettura: l'equivalente di alcuni  campi di calcio  completamente pieni di ascoltatori! E quest'anno, a causa di un inconveniente con la p
 

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