Sono
tre i brevetti che Eastman Kodak ha sventolato in aula per
dimostrare che SUN Microsystems aveva indebitamente utilizzato
proprietà intellettuale di Kodak nella realizzazione
del linguaggio Java. Questi sono stati acquistati dalla Wang
Laboratories nel 1997, molti anni dopo la creazione del linguaggio
Java, e rispondono ai numeri 5.206.951, 5.421.012, e 5.226.161.
Tutti e tre coprono tecnologie di comunicazione di dati tra
applicazioni di tipo diverso, tra gestori di oggetti e dati,
di dialogo tra programmi.
Concetti troppo generici? Sinceramente ho provato a leggere
il testo dei brevetti (link in fondo alla pagina) e non ho
capito niente. In particolare non sono certo di aver capito
bene come Il linguaggio utilizza quei concetti, anche se dovrebbero
centrare con RMI, IDL e Java Applet Environment (JAE). Gli
avvocati devono essere stati veramente bravi a far capire
alla giuria popolare, che non dovrebbe essere tecnica, dove
il linguaggio Java infrangeva questi brevetti!
E
gli altri?
La giuria ha però deciso in favore di Kodak, indicando
che SUN aveva in effetti infranto i brevetti. Ora l'azienda
vincitrice può chiedere i danni, che ammontano alla
discreta cifretta di un miliardo di dollari e mezzo, quando
la Kodak ha stimato avesse guadagnato SUN dalla vendita di
sistemi di server e storage dal 1998 al 2001. In più
ha chiesto di pianificare la compensazione per i futuri guadagni,
che vuol dire altri soldi che dalle casse di SUN passano in
quelle di Kodak.
E le altre aziende che sfruttano Java per fare anche più
soldi di SUN? In realtà queste sono protette dal contratto
di licenza per l'utilizzo di Java; BEA, IBM ed altri non sono
dunque rientrate nella causa, che SUN ha dovuto sostenere
interamente sulle sue spalle.
Anche Microsoft non avrebbe dovuto scamparla, visto che produce
sostanzialmente un clone di Java, .NET, e le tecnologie di
invocazione remota ed IDL esistono anche nella piattaforma
di Redmond. La differenza, però, è che Microsoft
ottenne la licenza da Kodak per tempo, memore forse della
disputa avuta nel 2001 per la tecnologia XPeace, che si è
conclusa con un sostanzioso pagamento dell'azienda di Bill
Gates.
Le
critiche
Sebbene le dispute basate sui brevetti siano divenute oramai
una consuetudine, e sono viste dalle aziende non meno che
un altro modo per generare profitto, non mancano le critiche,
sia generiche, che specifiche alla singola disputa.
Nel caso Kodak contro SUN, molti si chiedono con quale logica
siano stati concessi brevetti così generici, che coprono
il funzionamento basilare di molti sistemi software moderni.
E' come se qualcuno si svegliasse la mattina e brevettasse
"il meccanismo di caricare dati, elaborarli e poi salvarli
su disco".
In generale, da molte parti si rileva come il sistema dei
brevetti "all'americana", che presto potrebbe essere
adottato dall'unione europea, non sia adeguato né corretto.
Queste regole bloccano il progresso, e potrebbero portare
all'inaridimento dell'intera industria informatica; inoltre,
le aziende non statunitense od europee (si pensi alla Cina,
dove il tasso di sviluppo è quattro volte il nostro
e due volte quello statunitense) non sono vincolate al rispetto
di questi brevetti, e dunque potrebbero innovare senza essere
imbrigliati dal pagamento di pesanti royalties.
Scrivevo nel mio blog, qualche giorno fa in merito a questo
argomento: "pensate se Newton avesse messo sotto brevetto
le sue scoperte: chiunque avesse voluto progredire nella fisica
moderna, costruire apparati, macchine di produzione o qualsiasi
elemento che utilizzasse le sue formule avrebbe dovuto pagare.
Dove saremmo arrivati? Sicuramente più indietro di
dove siamo ora."
Pagare
pecunia
Pochi giorni dopo la sentenza, SUN e Kodak hanno trovato un
accordo, con SUN disposta a prendere in licenza i brevetti
di Kodak per la modica cifra di 92 milioni di dollari. Non
è ancora certo che l'affare vada in porto, ma l'azienda
di fotografia è soddisfatta di come stanno andando
le cose, e dell'offerta di SUN.
L'azienda che ha inventato Java ha provato fino all'ultimo
a non pagare Kodak, che è improbabile non sapesse,
fino all'inizio del 2002, quando è stata sottoposta
la causa al tribunale, che Java non disponesse delle tecnologie
incriminate.
E' bene notare infatti, che Kodak ha concesso a SUN diverse
parti di codice, che sono entrate a far parte della piattaforma
Java, in special modo nell'area dei profili di colore e del
trattamento delle immagini. L'azienda quindi sapeva fino dal
1995 dell'esistenza di Java e della sua natura, ed ha ricevuto
aggiornamenti costanti della piattaforma, seguendone quindi
l'evoluzione che ha introdotto Java RMI, IDL e JAE.
In altre parole, Kodak "non poteva non sapere".
Ad ogni modo, con il pagamento delle royalties, SUN mette
fine ad una settimana di incertezza per il futuro della piattaforma,
che avrebbe potuto portare, se la contesa si fosse protratta,
ad un deciso declino della fiducia degli utenti verso la piattaforma
di SUN, con conseguente possibile migrazione in massa verso
il mondo .NET.
Ora, con l'assegno di quasi cento milioni di dollari staccato
da Scott McNealy, il futuro della piattaforma Java è
salvo. Almeno per ora.
Bibliografia
e Riferimenti
Sun's
Java Infringes on Kodak Patents
XPeace
accord: Microsoft, Kodak settle
Kodak wins Java
patent suit
Sun
settles Kodak's Java suit for $92 million
Brevetto
5206951
Brevetto
5421012
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