MokaByte 100 - 8bre 2005
 
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Andrea Gini
agini@mokabyte.it

Era il novembre del 1998. Sono passati pochi anni, eppure sembra sia passato un secolo. A quei tempi la minaccia più grave nello scenario internazionale era il Millennium Bug. La moneta di scambio era ancora la lira e alla radio imperversavano le boy band, e Star Wars era ancora una trilogia.

Come molti ragazzi della mia età, ero alle prese con il mio corso di laurea in informatica. Ero serenamente rassegnato ad una vita da grigio burocrate, quando un evento epocale cambiò completamente la mia percezione della realtà: l'uscita di Matrix nelle sale cinematografiche.

Chi è nato negli anni '80 non può capire la portata di questo evento. Fino ad allora noi appassionati di informatica eravamo visti dai nostri coetanei come personaggi perlomeno stravaganti. A scuola il nostro completo disinteresse per calcio e motori ci alienava le simpatie dei compagni. Per i professori noi eravamo quelli persi-nel-loro-mondo, quelli intelligenti-ma-che-non-si-applicano. Tutte frasi di circostanza, che volevano rendere meno evidente la loro intima convinzione che fossimo un po' rincoglioniti.

I nostri genitori erano seriamente preoccupati per noi. Ricordo il flusso interminabile delle domande: "Perche' non esci?" O ancora: "Non hai amici?" Ma soprattutto: "Cosa fai tutto il pomeriggio davanti al computer?". Quasi a voler intendere: "Non potresti drogarti come tutti gli altri?"
A metà degli anni '90 l'avvento di Internet ci fece sentire meno soli, e soprattutto portò nella nostra vita qualcosa che prima era completa mente assente: le donne! Il fischio ritmico del modem a 56K segnava l'ingresso in un mondo fantastico, in cui Pamela Anderson e compagne, sdraiate su spiagge esotiche, ci guardavano maliziose inguainate in costumi da bagno due taglie più stretti.

Matrix cambiò tutto. Le notti passate a decompilare le direttive di I/O del Commodore 64 avrebbero finalmente reso i loro frutti: le pance gonfie di fonzies e coca cola sarebbero state il nostro biglietto di ingresso in un mondo in cui il nostro valore sarebbe stato finalmente riconosciuto. Nel mondo virtuale avremmo potuto volteggiare fieri con i nostri impermeabili di pelle nera, i nostri occhiali Rayban (tondi per i buoni, squadrati per i cattivi) e i nostri fucili M60 a ripetizione. Donne stupende come Carrie Ann Moss ("The Matrix"), Sandra Bullock ("The Net") e Angelina Jolie ("Hackers") sarebbero rimaste rapite dalla nostra competenza su protocolli di rete, algoritmi di routing e attacchi informatici.

L'abilità al pallone o lo spessore degli addominali non sono di nessun aiuto nel cyberspazio: l'importante è la capacità di stanare un bug dal kernel di Linux con un'occhiata ai file di log. Le competenze meccaniche necessarie per truccare la marmitta di un cinquantino vengono ridicolizzate dalla capacità di trasformare un vechio 386 in un'efficente Linux Box capace di solcare le reti e scatenare attacchi hacker capaci di mettere in ginocchio un intera nazione. In una serata indimenticabile fummo tutti promossi da sfigati antisociali ad Eroi dell'Era dell'Informazione.

Convinto di appartenere alla Schiera degli Eletti, cominciai a lavorare giorno e notte ad un editor Java che, con poca fantasia chiamai Ginipad. Ginipad era il mio Linux. Il mio Napster. Nella mia fervida immaginazione, Ginipad era la killer application che il mondo attendeva con ansia. Non appena avessi trovato qualche corsaro del capitalismo con sufficiente lungimiranza, Ginipad sarebbe sbarcato al NASDAQ, triplicando le proprie quotazioni in poche ore.

Ma dal momento che nessuno si faceva vivo, decisi di prendere l'iniziativa, e scrissi una mail alla leggendaria Redazione di Mokabyte, sperando che almeno loro capissero la portata del mio lavoro. Visto il successo dell'iniziativa, decisi retrospettivamente di classificare questa iniziativa come la magistrale applicazione di una strategia di hacking sociale.

Da allora ho scritto più di quaranta articoli per Mokabyte, ed ho preso parte a molte delle iniziative didattiche ed editoriali che Giovanni Puliti, il nostro instancabile direttore, sforna a ciclo continuo. Mokabyte è diventato un po' il mio biglietto da visita. In università le mie collaborazioni mi hanno procurato una inaspettata popolarità. Oramai ho perso il conto delle persone che ho conosciuto grazie a Mokabyte. Alcune di queste conoscenze sono maturate in vere e proprie amicizie, che sono andate ben oltre la passione per il linguaggio Java.

Con gli anni le promesse della New Economy si sono sgonfiate. Oramai è chiaro che quello che la gente vuole dalla Rete sono le chat, i videogiochi portatili, la pornografia amatoriale ed oggetti ingegnosi da connettere al PC (spesso di dubbia utilità, come il kit per fonduta USB Powered in vendita su http://www.thinkgeek.com/stuff/41/fundue.shtml). Questa commistione tra gioco ed erotismo è particolarmete evidente nel mercato delle console per videogiochi: i nomi Playstation e Gameboy sono un chiaro omaggio al mensile Playboy; il nome della console Microsoft X-Box è un richiamo subliminale a luoghi segreti a luci rosse, e per quanto riguarda le console della Sega... direi che il sottointeso è piuttosto grossolano.

E' vero: non sono diventato il nuovo Bill Gates, e il mio proposito di diventare Imperatore delle Sette Galassie Riunite e di sottomettere l'odiosa razza umana è clamorosamente fallito. Ma nel mio piccolo ho avuto l'onore di collaborare all'oramai leggendario ldblquote Manuale Pratico di Java", che da cinque anni sta aiutando migliaia di persone ad avvicinarsi al mondo di Java. Ancora oggi mi stupisco nel ricevere email per richieste di chiarimenti su articoli pubblicati mesi o anni fa.

Quanto a Ginipad, oramai è diventato un interessante caso di studio sui vantaggi del riuso. Ogni aspetto del progetto è stato oggetto di discussione nei principali esami del mio corso di studi (Ingegneria del Software, Laboratorio di Progettazione, Progettazione di Sistemi Real Time, Sistemi Distribuiti, Interazione Uomo-Macchina, Linguaggi e Traduttori) nonché della mia tesi finale ("Progetto di un Parser Semantico per l'analisi Real Time di Codice Java"). E anche se non ho mai raggiunto la notorietà di Linus Torwald, ho ricevuto decine di E-Mail di ringraziamento da tutto il mondo (America, Inghilterra, Cina, orea, India, Pakistan...), in particolar modo da parte di docenti di informatica che hanno scelto Ginipad come strumento didattico per corsi di Java base. E anche se le donne non sono cadute ai miei piedi come avrei sperato, ho comunque trovato una ragazza abbastanza misericordiosa da sposarmi e da donarmi due figlie meravigliose. Il miracolo di una vita che nasce è l'unica cosa che riesce ad esprimere il vero significato della parola "creazione", un termine spesso usato a sproposito nella letteratura informatica .

Infine ho capito, dopo anni di studi, che se mai i computer dovessero diventare intelligenti, farebbero qualcosa di peggio che scatenare la terza guerra mondiale. Istituirebbero un sindacato. E se mai questo dovesse succedere, il cyberspazio tornerebbe ad essere un luogo triste e noioso, popolato da grigi burocrati.