Il
cammino iniziato nel 1995 mi ha portato dove mai avrei
immaginato. In quei giorni il mio primo modem da 9600bps
emetteva un suono cacofonico che seppur rimpiazzato
dalle moderne connessioni a banda larga è diventato
il gingle più usato per ricordare un periodo
quanto mai importante. Del resto internet stava nascendo
..
ma andiamo con ordine.
Iniziai
la mia attività di consulente-articolista già
durante gli anni conclusivi dell'università.
Stanco di rivedere le macchine di Touring in tutte le
salse, esotici linguaggi di programmazione il cui compilatore
non era mai stato implementato ed un corso di informatica
definito con i miei compagni "unplugged",
decisi che avrei dovuto cercare altrove lo spazio per
dare sfogo alla mia sete di un'altra informatica.
All'epoca internet iniziava appena ad uscire dalle università
statunitensi, HTML e HTMLlista erano parole con le quali
si poteva offendere in modo efficace un antipatico avversario
politico e l'unico browser a disposizione era Mosaic.
Java non era ancora di pubblico dominio o almeno io
non ne sapevo nulla.
Lavorare
con il web come fruitore passivo non rientrava nella
mio modo di concepire questo nuovo mondo che stava nascendo.
Animato da una incosciente irriverenza e spinto dall'arroganza
tipica di un venticinquenne, pensai che mi sarei sentito
più a mio agio nel fare piuttosto che navigare
il web.
Iniziai a studiare l'HTML con l'idea di pubblicare un
mio sito web. Oggi anche il commesso del negozio alimentari
sotto casa pretende di fare (e spesso ci riesce) una
sua pagina personale; ma all'epoca il percorso era tutto
da inventare e nessuno sapeva bene cosa sarebbe stato
possibile farci con il web.
Le pagine HTML erano per lo più statiche e serivano
per presentare progetti di ricerca universitaria o siti
istituzionali di varie organizzazioni.
Ricordo con tenerezza pagine a sfondo grigio, tabelle
con bordi in evidenza e liste puntate che tramite piccole
sfere rosse rappresentavano la massima espressione di
grafica web.
Volendo unire la mia passione per la tecnologia con
quello per l'arte e il design, nacque una galleria d'arte
virtuale nella quale incapparono per sbaglio una cinquantina
di navigatori. Una produzione certamente fallimentare,
ma il sasso era lanciato
.
Lavoravo
già per una software house e tenevo corsi di
C/C++ e Visual Basic (dimenticato il primo, rimosso
il secondo).
Il mondo del web all'epoca era in costante fermento,
molte novità, e fu così che prima e poi
iniziai ad imbattermi in un oggetto misterioso denominato
Java.
Negli
anni 95-96 conobbi strong-java una mailing list americana
dedicata a discussioni di livello avanzato su Java.
Ricordo ancora come il mio primo messaggio postato mi
procurò il rimprovero dal maintainer visto il
livello della mia domanda che non si adattava al nome
della lista.
Su strong-java conobbi Daniela Ruggeri, da San Francisco
Marie Alm (che ho avuto modo di andare a trovare più
di una volta), Fabrizio Giudici. Poco dopo si unì
Massimo Carli conosciuto su java-it la mailing list
nata nel frattempo sul sito Infomedia.
Ci scambiammo i primi messaggi, un po' per scherzo un
po' per incoscienza con l'idea di ampliare la galleria
virtuale con qualche sezione dedicata alle nuove tecnologie.
Ben presto da una galleria passammo ad un sito di tecnologia.
Ci stavamo affascinando a Java tanto che presto la nuova
tecnologia fiammante di fabbrica divenne il tema principale
di tutto il sito.
Mancava la cosa più importante, ovvero l'impostazione
da dare al sito.
Inizialmente pensammo ad un repository di informazioni,
un registro di link, una FAQ. Ma erano tutte cose che
erano già state fatte.
Non so come ma a un certo punto dissi agli altri: "Una
rivista italiana su Java non esiste. Facciamola".
Mi misi subito a pensare ad un logo e trovai uno spazio
web da qualche parte. Scelsi il nome MokaByte col significato
di offrire ai lettori una versione italiana di un Java
caffè digitale. Le due dita che reggono il chicco
nacquero in quei giorni. Fu l'inizio della MokaStoria.
Ripensando oggi, con la coscienza di cosa significhi
coordinare una redazione, posso solo immaginare quanto
eravamo incoscienti.
I
primi difficili passi mossi da soli furono presto supportati
dall'allora casa editrice Infomedia, dove trovai alcuni
amici (Alessandro Pedone fra tutti) che mi insegnarono
il lavoro di consulente, di giornalista e di coordinatore
web.
Ricordo ancora, dopo appena un mese di lavoro come webmaster
(termine molto in voga all'epoca) di MokaByte, quando
Alessandro mi portò alla presentazione di JBuilder
(allora in versione alfa, nome in codice Borland Latte)
dove potei incontrare David Intersimone, un omone californiano
dal nome vagamente biblico, al quale feci la mia prima
intervista. Dopo 5 anni di studio non ero ancora laureato.
In 4 giorni diventai giornalista-consulente.
Furono
quelli anni molto importanti in cui imparai l'importanza
della onestà intellettuale e tecnologica, della
imparzialità e della serietà.
Furono
anni in cui grazie a Fabrizio Giudici imparai a fare
il docente e consulente: oltre agli aspetti tecnici
di cui ancora oggi mi trovo a parlare, Fabrizio ha saputo
infondermi la forma mentale adatta per fare questo lavoro.
A lui devo molto.
La gente apprezzava la nostra indipendenza, neutralità
e imparzialità. A volte sorridevano quando parlavamo
dei possibili sbocchi tecnologici di Java quando un
giorno avremmo trovato JVM dentro telefonini, nelle
auto e nei frigoriferi.
Oggi tutte le stranezze di cui si parlava allora sono
ormai realtà.
Da
quel momento la storia di MokaByte è stata una
continua crescita fino a diventare il punto di riferimento
dei programmatori italiani su Java.
Nel 2000 la collaborazione con Imola Informatica e la
lungimiranza aziendale di Claudio Bergamini hanno dato
vita ad una nuovo capitolo della storia di MokaByte.
Nacque una azienda vera e propria che da allora ha organizzato
eventi e corsi di vario tipo, ha pubblicato libri di
successo, fornisce consulenze, skill transfert su progetto
e sviluppa per clienti di fascia medio alta. Sono stati
attivati servizi legati alla sicurezza e al mondo open
source.
La struttura di MokaByte ed Imola Informatica nel tempo
si sono organizzate in modo sempre più omogeno
tanto che nel 2005 nasce il Gruppo Imola con il preciso
obiettivo di fornire una soluzione completa alle aziende
che gravitano intorno a Java e non solo.
Ad
oggi MokaByte conta circa 40.000 iscritti alla propria
Community, e nel mese di giugno 2005 è stata
raggiunta la cifra di 600.000 accessi mensili.
Il primo contatore fatto con uno script perl nascosto
nelle pagine del numero di ottobre 96 contò 500
accessi, dei quali molti erano visite dei membri della
redazione che non potevano starsene senza vedere il
proprio bimbo per più di un giorno.
Dai
tempi in cui Java rappresentava la rivoluzione tecnologica
del momento, siamo arrivati alla maturità in
cui la piattaforma J2EE è ormai entrata in una
fase di industrializzazione equiparabile al Cobol di
15 20 anni fa.
Ricordo una frase celebre di un articolista di Computer
Programming il quale diceva come negli anni '80 se conoscevi
la struttura del tracciato record dei file DBF eri uno
che girava con macchina sportiva e andava a sciare di
giovedì anche se era un comune giorno lavorativo.
Da allora le cose sono profondamente cambiate: non solo
oggi è necessario sapere moltissime cose in più
per poter anche solo girare con una utilitaria, ma oggi
è difficile trovare qualcosa di nuovo che provochi
un brivido lungo la schiena come lo fecero anni fa Java,
o la filosofia open di Linux.
Concludo
con una piccola considerazione: mese dopo mese mi sono
sempre chiesto come fosse possibile realizzare un magazine
credibile e con contenuti sempre nuovi, visto il contributo
prettamente volontario e gratuito dei vari collaboratori.
La risposta è nelle pagine del sito, che mese
dopo mese ha pubblicato articoli di vario livello tutti
scritti da persone animate da un impagabile spirito
propositivo.
Con un pizzico di presunzione mi viene da pensare che
il fenomeno che anima oggi progetti come Wikipedia,
basati sul contributo volontario dei vari autori, sono
gli stessi che qualche anno prima hanno dato vita a
MokaByte.
Un
ringraziamento a tutti coloro che hanno speso un po'
del loro tempo per produrre contenuti, organizzare,
gestire.
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