MokaByte 100 - 8bre 2005
 
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Giovanni Puliti
gpuliti@mokabyte.it

Il cammino iniziato nel 1995 mi ha portato dove mai avrei immaginato. In quei giorni il mio primo modem da 9600bps emetteva un suono cacofonico che seppur rimpiazzato dalle moderne connessioni a banda larga è diventato il gingle più usato per ricordare un periodo quanto mai importante. Del resto internet stava nascendo….. ma andiamo con ordine.

Iniziai la mia attività di consulente-articolista già durante gli anni conclusivi dell'università.
Stanco di rivedere le macchine di Touring in tutte le salse, esotici linguaggi di programmazione il cui compilatore non era mai stato implementato ed un corso di informatica definito con i miei compagni "unplugged", decisi che avrei dovuto cercare altrove lo spazio per dare sfogo alla mia sete di un'altra informatica.
All'epoca internet iniziava appena ad uscire dalle università statunitensi, HTML e HTMLlista erano parole con le quali si poteva offendere in modo efficace un antipatico avversario politico e l'unico browser a disposizione era Mosaic. Java non era ancora di pubblico dominio o almeno io non ne sapevo nulla.

Lavorare con il web come fruitore passivo non rientrava nella mio modo di concepire questo nuovo mondo che stava nascendo. Animato da una incosciente irriverenza e spinto dall'arroganza tipica di un venticinquenne, pensai che mi sarei sentito più a mio agio nel fare piuttosto che navigare il web.
Iniziai a studiare l'HTML con l'idea di pubblicare un mio sito web. Oggi anche il commesso del negozio alimentari sotto casa pretende di fare (e spesso ci riesce) una sua pagina personale; ma all'epoca il percorso era tutto da inventare e nessuno sapeva bene cosa sarebbe stato possibile farci con il web.
Le pagine HTML erano per lo più statiche e serivano per presentare progetti di ricerca universitaria o siti istituzionali di varie organizzazioni.
Ricordo con tenerezza pagine a sfondo grigio, tabelle con bordi in evidenza e liste puntate che tramite piccole sfere rosse rappresentavano la massima espressione di grafica web.
Volendo unire la mia passione per la tecnologia con quello per l'arte e il design, nacque una galleria d'arte virtuale nella quale incapparono per sbaglio una cinquantina di navigatori. Una produzione certamente fallimentare, ma il sasso era lanciato….

Lavoravo già per una software house e tenevo corsi di C/C++ e Visual Basic (dimenticato il primo, rimosso il secondo).
Il mondo del web all'epoca era in costante fermento, molte novità, e fu così che prima e poi iniziai ad imbattermi in un oggetto misterioso denominato Java.

Negli anni 95-96 conobbi strong-java una mailing list americana dedicata a discussioni di livello avanzato su Java. Ricordo ancora come il mio primo messaggio postato mi procurò il rimprovero dal maintainer visto il livello della mia domanda che non si adattava al nome della lista.
Su strong-java conobbi Daniela Ruggeri, da San Francisco Marie Alm (che ho avuto modo di andare a trovare più di una volta), Fabrizio Giudici. Poco dopo si unì Massimo Carli conosciuto su java-it la mailing list nata nel frattempo sul sito Infomedia.
Ci scambiammo i primi messaggi, un po' per scherzo un po' per incoscienza con l'idea di ampliare la galleria virtuale con qualche sezione dedicata alle nuove tecnologie.
Ben presto da una galleria passammo ad un sito di tecnologia.
Ci stavamo affascinando a Java tanto che presto la nuova tecnologia fiammante di fabbrica divenne il tema principale di tutto il sito.
Mancava la cosa più importante, ovvero l'impostazione da dare al sito.
Inizialmente pensammo ad un repository di informazioni, un registro di link, una FAQ. Ma erano tutte cose che erano già state fatte.
Non so come ma a un certo punto dissi agli altri: "Una rivista italiana su Java non esiste. Facciamola". Mi misi subito a pensare ad un logo e trovai uno spazio web da qualche parte. Scelsi il nome MokaByte col significato di offrire ai lettori una versione italiana di un Java caffè digitale. Le due dita che reggono il chicco nacquero in quei giorni. Fu l'inizio della MokaStoria.
Ripensando oggi, con la coscienza di cosa significhi coordinare una redazione, posso solo immaginare quanto eravamo incoscienti.

I primi difficili passi mossi da soli furono presto supportati dall'allora casa editrice Infomedia, dove trovai alcuni amici (Alessandro Pedone fra tutti) che mi insegnarono il lavoro di consulente, di giornalista e di coordinatore web.
Ricordo ancora, dopo appena un mese di lavoro come webmaster (termine molto in voga all'epoca) di MokaByte, quando Alessandro mi portò alla presentazione di JBuilder (allora in versione alfa, nome in codice Borland Latte) dove potei incontrare David Intersimone, un omone californiano dal nome vagamente biblico, al quale feci la mia prima intervista. Dopo 5 anni di studio non ero ancora laureato. In 4 giorni diventai giornalista-consulente.

Furono quelli anni molto importanti in cui imparai l'importanza della onestà intellettuale e tecnologica, della imparzialità e della serietà.

Furono anni in cui grazie a Fabrizio Giudici imparai a fare il docente e consulente: oltre agli aspetti tecnici di cui ancora oggi mi trovo a parlare, Fabrizio ha saputo infondermi la forma mentale adatta per fare questo lavoro. A lui devo molto.
La gente apprezzava la nostra indipendenza, neutralità e imparzialità. A volte sorridevano quando parlavamo dei possibili sbocchi tecnologici di Java quando un giorno avremmo trovato JVM dentro telefonini, nelle auto e nei frigoriferi.
Oggi tutte le stranezze di cui si parlava allora sono ormai realtà.

Da quel momento la storia di MokaByte è stata una continua crescita fino a diventare il punto di riferimento dei programmatori italiani su Java.
Nel 2000 la collaborazione con Imola Informatica e la lungimiranza aziendale di Claudio Bergamini hanno dato vita ad una nuovo capitolo della storia di MokaByte.
Nacque una azienda vera e propria che da allora ha organizzato eventi e corsi di vario tipo, ha pubblicato libri di successo, fornisce consulenze, skill transfert su progetto e sviluppa per clienti di fascia medio alta. Sono stati attivati servizi legati alla sicurezza e al mondo open source.
La struttura di MokaByte ed Imola Informatica nel tempo si sono organizzate in modo sempre più omogeno tanto che nel 2005 nasce il Gruppo Imola con il preciso obiettivo di fornire una soluzione completa alle aziende che gravitano intorno a Java e non solo.

Ad oggi MokaByte conta circa 40.000 iscritti alla propria Community, e nel mese di giugno 2005 è stata raggiunta la cifra di 600.000 accessi mensili.
Il primo contatore fatto con uno script perl nascosto nelle pagine del numero di ottobre 96 contò 500 accessi, dei quali molti erano visite dei membri della redazione che non potevano starsene senza vedere il proprio bimbo per più di un giorno.

Dai tempi in cui Java rappresentava la rivoluzione tecnologica del momento, siamo arrivati alla maturità in cui la piattaforma J2EE è ormai entrata in una fase di industrializzazione equiparabile al Cobol di 15 20 anni fa.
Ricordo una frase celebre di un articolista di Computer Programming il quale diceva come negli anni '80 se conoscevi la struttura del tracciato record dei file DBF eri uno che girava con macchina sportiva e andava a sciare di giovedì anche se era un comune giorno lavorativo.
Da allora le cose sono profondamente cambiate: non solo oggi è necessario sapere moltissime cose in più per poter anche solo girare con una utilitaria, ma oggi è difficile trovare qualcosa di nuovo che provochi un brivido lungo la schiena come lo fecero anni fa Java, o la filosofia open di Linux.

Concludo con una piccola considerazione: mese dopo mese mi sono sempre chiesto come fosse possibile realizzare un magazine credibile e con contenuti sempre nuovi, visto il contributo prettamente volontario e gratuito dei vari collaboratori.
La risposta è nelle pagine del sito, che mese dopo mese ha pubblicato articoli di vario livello tutti scritti da persone animate da un impagabile spirito propositivo.
Con un pizzico di presunzione mi viene da pensare che il fenomeno che anima oggi progetti come Wikipedia, basati sul contributo volontario dei vari autori, sono gli stessi che qualche anno prima hanno dato vita a MokaByte.

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno speso un po' del loro tempo per produrre contenuti, organizzare, gestire.