Nasce
a Sofia nel 1969 e all'età di tre anni si iscrive
alla locale sezione del Pcus; si distingue immediatamente
come attivista organizzando le 5 giornate di Brescia,
le 10 giornate di Milano e la pesca di beneficenza di
Montefioralle.
Lo ritroviamo, in seguito ad una fallimentare esperienza
nella guerriglia in Angola a fianco di Che Guevara,
sugli spalti di Cordova, che difende fino a che non
è fatto prigioniero e trasferito in un carcere
a massima sicurezza iracheno, il già tristemente
celebre Abu Ghraib.
I mesi trascorsi in carcere in condizioni disumane contribuiscono
a formare in lui una nuova coscienza rivoluzionaria,
ispirata all'internazionalismo solidale e alle bombe
intelligenti.
Il pensiero rivoluzionario di Grepp uscito dal carcere
non stenta a diffondersi nelle principali università
americane e europee; la Sorbonne, Oxford, Berkeley,
Stanford, tutte ribollono infiammate dai principi di
uguaglianza, fraternità ed indeterminazione di
Grepp.
Il quale, d'altra parte, col pretesto di studiare il
pensiero Maoista, si rifugia in una sperduta località
ai piedi dell'Himalaya, dove per un anno seguita a vivere
attendendo che il clamore generato dai suoi scritti
si plachi.
È in questo periodo che nascono le sue migliori
produzioni e soprattutto collaborazioni; dall'alto delle
montagne lavora alla Divina Commedia, che pubblica sotto
falso nome circa sette secoli prima, all'Etica Nicomachea
e ad un'introduzione alla metafisica delle masse e sintesi
del'Io che rimane nel cassetto per gli anni a venire,
destinata ad una "labor amussis" sempre più
raffinato che distilla il significato delle parole fino
all'essenza, comprensibile a tratti e solo per intuizione.
Dal suo esilio volontario e da un così produttivo
otium, con uno dei colpi di timone cui la sua vita ci
abitua, man mano che si svolge, si precipita in Vietnam,
per assistere alla caduta di Saigon.
Dal clima di generale euforia successivo ai primi momenti
della presa della città, quasi una materializzazione
dei più profondi principi Greppiani, si passa
presto alla corruzione e alle violenze. Deluso, ma non
per questo stanco, Nikolaj Mihailovic prende la strada
dell'Australia dove [...].
Comincia
quindi ad interessarsi al mondo Unix. Prende le prime
confidenze con Solaris, nelle versioni per Sparc ed
Intel, quindi non esiste in seguito alcuna versione
o distrubuzione o software che gli possa resistere,
che egli non sia in grado di far funzionare.
È colui che sta "dietro le quinte",
un'autentica materializzazione di un istancabile daemon
Unix, pronto a risolvere i problemi più disparati
cui pur un perfetto sistema come Mokabyte va incontro.
Come sia giunto a lavorare per Mokabyte, è un
mistero la cui facile soluzione lasciamo all'attento
lettore.
Ma possiamo dare un indizio: la sete di sapere, il desiderio
di studio e sperimentazione di tecnologie e teorie sempre
all'avanguardia hanno da sempre costituito una ghiotta
esca per Nikolaj Mihailovic.
Non occorre scrivere altro.
|