Da
qualche tempo sentivo come un bisogno insoddisfatto. Non
ero certo di cosa fosse, era come una strana sensazione
alla bocca dello stomaco e al basso ventre. Come la mancanza
di qualche cosa di tenero. Ho provato ad affrontarlo nei
soliti modi: ho installato una nuova scheda video con 512MByte
di VRAM a uno zillione di MegaHertz. Disegna in un secondo
più poligoni di quanti ne immaginasse in un'ora un'intera
comune di hippie sotto acido negli anni '60. Eppure, niente
da fare. Il bisogno era ancora lì. Come se non fosse
stata QUELLA la morbidezza di cui avevo bisogno. Ma cosa
si può volere di più che uno zillione di poligoni?
Mi misi a partizionare l'hard-disk e a provate nuove distribuzioni
di GNU/Linux, un'attività che dà
grandi soddisfazioni. Ne ho installate 25, tra cui Red Flag
Linux, la distribuzione del governo
cinese. Ha lasciato alcuni effetti collaterali: ora all'avvio
il computer, invece che -BIP-, fa una breve versione de
L'internazionale in cantonese. Ho provato anche Crescent
Moon Linux, la distribuzione di A1 Qaeda, ma ho lasciato
perdere alla selezione della partizione di root: il puntatore
era un piccolo aereo, la selezione un piccolo grattacielo
che prendeva fuoco. Mi è sembrato un po' eccessivo;
ma soprattutto, non c'era l'opzione per un installer testuale,
cosa davvero grave.
Niente da fare: il bisogno alla bocca dello stomaco era
rimasto, nonostante le 25 distribuzioni. Ho formattato e
reinstallato Windows, erano 3 giorni che non lo facevo e
cominciava ad essere instabile: nessun risultato utile per
la mia situazione, ma ora ci mette 7 secondi in meno a riavviare.
Solita sensazione alla bocca dello stomaco. Ho cercato su
motori di ricerca, mailing list e newsgroup (alt.mouth.of.the.stomach.various),
ho anche consultato un paio di GNU/Linux HowTo a caso, per
cui ora saprei usare Samba per condividere una vasca di
pesci rossi usando segnali di fumo come canale wireless.
Chissà, può sempre tornare utile. Ma di soluzioni
per questa sensazione di bisgno nessuna. Niente, nix, nada,
nothing.
In
vista di una svolta
Alla
fine ho fatto ciò che ogni informatico che si rispetti
fa solo quando è VERAMENTE alla frutta: ho chiesto
ad un amico. Aldo è un amico davvero stretto: a volte
mi chiama anche se non ha un problema con il sistema operativo.
Ed ogni tanto parliamo anche di cose che non hanno a che
fare con il computer. Non che ci sia molto da dire, ma ci
provo perché sembra fargli piacere. Qualche tempo
fa, per esempio, mi diceva della sua bicicletta nuova. Gli
ho chiesto se ci girava Linux e lui mi ha guardato strano;
però ci ho provato. Comunque, ho chiesto ad Aldo.
Ci ha pensato un po' sopra, poi con una mano sulla spalla
e guardandomi fisso negli occhi, mi ha detto:
"Secondo
me tu hai bisogno di una donna". Una donna! Normalmente
mi sarei messo a ridere, avrei dichiarato che ho bisogno
di una donna quanto ho bisogno di una memoria USB a forma
di papero o di un Hub USB a forma di Godzilla. Però
dentro di me, da qualche parte, sentivo che poteva avere
ragione: che forse era quella la mancanza che avvertivo.
Dopo tutto, io POSSIEDO una memoria USB a forma di papero
(USB 2.0, 256 Mega, si illumina
quando si trasferiscono i dati: (vedi http://www.thinkgeek.com/GADGETS/electronic/6a29
ed anche un Hub USB a forma di Godzilla (vedi http://www.charismac.com/Products/firedino/)
Forse tutto ciò significa qualche cosa.
Forse ho cercato di sublimare delle carenze di affetto (eppure,
chi puo' resistere a un Hub USB a forma di Godzilla? Chi??).
Forse ho davvero bisogno di una donna, perché da
un po' cambiare i temi di KDE, gli zillioni di poligoni
e raggiungere I'HI-SCORE mondiale di X-Bill non mi entusiasma
come una volta.
Una
donna. Sono corso a documentarmi, ed ho scoperto che:
- le
donne sono la parte femminile dell'essere umano, essenziali
per la riproduzione;
- non
sono programmabili ad oggetti, anzi si arrabbiano moltissimo
se trattate come tali;
- contraddittoriamente,
con loro è necessario usare metodi particolari,
tali metodi non sono però documentati in nessun
manuale di API:
- cercando
"female handling howto" non si trova nulla di
adatto a minorenni;
- preferiscono
argomenti di conversazione su abbigliamento, profumi e
cose carine (cosa può esserci di più carino
dell'Hub a forma di Godzilla? Gli diventa rossa la bocca
quando è connesso!);
- si
incontrano FUORI, a meno che non ce ne sia già
una in casa, per cui parte dei problemi sarebbero già
risolti (e ne nascerebbero altri). A meno che non sia
una "sorella" o una "madre", che non
fanno al caso nostro
- gli
informatici non hanno successo con le "donne".
Strano: IO non ho mai provato a gareggiare con loro, non
capisco come sia possibile sapere che non avrei successo.
Azione
Armato
di tali conoscenze ho deciso di andare dove nessun informatico
è mai andato prima: a cercarmi una donna. Seguono
le mie osservazioni.
Giorno 1: uscito in strada, visto varie donne in
giro. Trovarne una non sembra poi così difficile.Ne
ho avvicinata una che, però, mi ha guardato con gli
occhi sbarrati e si è allontanata affrettando il
passo. Ho provato con un'altra, è successa la stessa
cosa.Alla decima donna ho deciso di capire cosa c'è
che non va in loro. Proverò a chiedere ad Aldo
Giorno
2: dice Aldo che dovrei vestimi in modo decente, farmi
una doccia e lavarmi i denti. Gli ho fatto notare che ero
perfettamente vestito (sandali, calzini verdi, pantaloncini
corti, maglietta della Debian, vestaglia da casa), infatti
non avevo preso freddo e non ero stato arrestato per atti
osceni in luogo pubblico (mi è successo un paio di
volte, poi ho imparato
che è meglio non avere organi genitali a penzoloni).
Gli ho anche ricordato che mi ero già fatto la mia
doccia mensile, nonché il mio lavaggio di denti.
Dice che non basta. Cominciano a sembrarmi un po' esigenti,
queste donne.
Giorno
3: lavato e vestito seguendo i consigli di Aldo: scarpe,
calzini scuri, jeans lunghi senza macchie, maglietta grigia,
camicia senza loghi: è incredibile che ce ne fosse
una in casa, doveva essere del mio povero nonno. Non mi
sento per niente comodo ma sono riuscito ad avvicinare alcune
donne senza che fuggissero. Probabilmente il più
è fatto. Alla prima ho detto: "vuoi venire a
vedere il mio computer? È un SMP a quattro vie, 2
Giga di RAM, ricompila il kernel di Linux in dieci minuti
e fa uno zillione di poligoni al secondo". Lei mi ha
guardato stupita, ha detto "I don't speak English"
e si è allontanata. Tutte io quelle strane le trovo.
Anche la seconda ha fatto così. Pure la terza. Devo
cambiare tattica. Aldo consiglia
di non essere troppo monotono con gli argomenti, di parlare
anche dei miei successi personali.
Giorno
4: sempre lavato e vestito (ma non farà male,
tutto questo sapone?), ho provato con "lo sai che Linus
Torvalds ha risposto per mail alla rata proposta di un nuovo
modulo per il kernel?"; ma non ho avuto successo. Aldo
consiglia di essere più giocoso.
Giorno
5: "Ieri a Ultima On-Line ho sconfitto il chierico
nero di Asvalon in uno scontro all'ultimo sangue, quasi
mi batteva quando il suo minotauro mannaro non-morto ha
fatto il respawn, ma l'ho sorpreso con una pioggia di meteore
urlanti: non ha avuto scampo", niente anche questa
volta. Il mistero si fa più fitto. Dice Aldo che
per strada è di solito più difficile: dovrei
provare in un locale.
Giorno
6: mi sono recato nel locale che conosco meglio: ho
avvicinato una donna al Computer Discount, stava guardando
le stampanti e le ho spiegato i vantaggi dei modelli a cartucce
ricaricabili. Sembrava interessata, però quando le
ho proposto di venire a vedere come si faceva a casa mia
ha detto "no, grazie".
Giorno
7: questa volta nel settore masterizzatori: l'ho illuminata
sulla differenza tra DVD-RW e DVD+RW. Lei mi ha guardato
decisamente riconoscente, ed ho capito che era fatta. Le
ho proposto di venire a vedere come funzionavano i vari
formati sui miei 6 diversi lettori DVD, di cui uno solo
ed unicamente per gli Anime in giapponese: ha esitato, ma
poi ha detto di sì. Stranamente, una volta a casa
mia, si è portata la mano alla bocca, si è
girata e è fuggita urlando qualcosa che, a causa
della mano, non ho capito bene; credo "oiiioo checcchioooo",
non ne sono certo. Aldo dice che, prima di portare una donna
a casa mia, dovrei eseguire alcuni riti chiamati "riordinare",
"pulire" e anche, pare, "lavare la biancheria
sporca che
comincia a mostrare segni di colture verdastre". Non
so: io mi ci trovo bene, non capisco. Ad alcune mutande
sul pavimento mi ci sono affezionato, si muovono e mi salutano
quando passo.
Giorno
10: la pulizia ha richiesto più tempo del previsto.
Alla fine sono riuscito a sistemare tutto, peccato aver
dovuto usare il lanciafiamme. Sono sicuro che nel giro di
qualche giorno l'odore di napalm se ne andrà. Aldo
dice che verrà a trovarmi per vedere come va. Per
ora continuo con le esplorazioni dell'universo donna. Dice
Aldo che con locale intendeva un locale notturno. Sono andato
in un pub, ho bevuto una birra e ho avvicinato una donna
che mi aveva sorriso (credo che il mio inciampare su di
un gradino per poi sbattere la fronte sul bancone abbia
contribuito, ma noi seduttori non ci preoccupiamo dell'origine
delle occasioni che ci si presentano, ci limitiamo a sfruttarle).
Vicino al suo tavolo c'era una confezione di orzaQuattro.
Le ho proposto una partita: l'illusa ha accettato. Ho così
dimostrato la falsità delle illazioni sull'insuccesso
degli informatici con le donne: ho vinto tre volte di seguito.
Poi le ho svelato il mio segreto: a ForzaQuattro non mi
si batte. Le ho parlato alcune ore della mia abilità,
di come sono invincibile, imbattibile, immarcescibile; lei
ascoltava molto colpita, ma stranamente rifiutava di giocare
ancora. Poi si è coperta il viso con un cuscino e
ha finto di dormire: chiaro segno di interesse. Così
le ho raccontato delle mie ultime 23 partite al torneo intercontinentale.
Per qualche ragione non è voluta venire a vedere
i miei 10 modelli diversi di ForzaQuattro.
Giorno
12: ieri ho riprovato con la mia abilità a ForzaQuattro,
con il mio computer e con le mie gesta nei giochi di ruolo:
incredibile, non ho avuto successo nemmeno questa volta.
Queste donne sembrano proprio aliene: si interessano solo
di chi parla di cose inutili. Questa sera, però,
è venuto Aldo a trovarmi, era diverso dal solito.
Avrei dovuto accorgermene
subito. Le calze a rete mi avrebbero dovuto mettere sulla
buona strada. Anche i tacchi a spillo. Se non altro, la
scollatura e quello che c'era dietro alla scollatura. Ma
ero distratto. L'ho fatto entrare, si è guardato
attorno ed ha detto "carino, meglio dell'altra volta.
Credevo però che tu avessi una carta da parati verde".
"Era muffa" ho risposto. "Volevo chiederti
che fine avevano fatto i rilievi floreali in bagno, ma forse
è meglio di no" ha aggiunto. Si è avvicinato.
A quel punto ho notato qualcosa. Forse la scollatura. O
il rossetto: decisamente devo aver notato il rossetto. O
i capelli. Forse il profumo muschiato. Insomma, qualche
cosa ho notato, mi sono accorto che Aldo era diverso dal
solito. Che mi guardava in modo diverso dal solito. "Non
mi chiamo Aldo" ha detto Aldo non-Aldo, fissandomi
negli occhi. Anche io
provavo a fissarlo negli occhi, giuro: ma c'erano tante
cose che stavo notando in quel momento. Soprattutto due.
Dietro la scollatura. "Mi chiamo Katia, ho finto di
essere Aldo per tutti questi anni perché stavo scrivendo
un libro sulla comunità informatica italiana: volevo
vedervi al naturale. Se mi fossi presentata come donna,
mi avreste trattata diversamente" "." ho
ribattuto prontamente, e con il mio solito spirito ho aggiunto:
"...".
"Ma ora basta. Ho consegnato il libro, non devo più
mentire: soprattutto a te. "...!" ho risposto.
Colpita, Katia ha sorriso e ha detto: "Baciami, stupido!"
Giorno
13: Katia mi ha fatto buttare l'Hub a forma di Godzilla,
ma non importa: tra di noi va bene e non sento più
quella sensazione allo stomaco. Ho dimostrato così
che anche un informatico può sedurre una donna, basta
che sia una scrittrice che si finge un uomo per documentare
un libro sulla comunità hacker.
Buona
fortuna a tutti i lettori.
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