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Nel numero:

311 dicembre
, anno 2024

Scene dalla “neolingua”

Panoramica semiseria dell’incomunicabilità aziendale

Giovanni Puliti

Giovanni Puliti ha lavorato per oltre 20 anni come consulente nel settore dell’IT e attualmente svolge la professione di Agile Coach. Nel 1996, insieme ad altri collaboratori, crea MokaByte, la prima rivista italiana web dedicata a Java. Autore di numerosi articoli pubblicate sia su MokaByte.it che su riviste del settore, ha partecipato a diversi progetti editoriali e prende parte regolarmente a conference in qualità di speaker. Dopo aver a lungo lavorato all’interno di progetti di web enterprise, come esperto di tecnologie e architetture, è passato a erogare consulenze in ambito di project management. Da diversi anni ha abbracciato le metodologie agili offrendo ad aziende e organizzazioni il suo supporto sia come coach agile che come business coach. È cofondatore di AgileReloaded, l’azienda italiana per il coaching agile.

Statua Dante Alighieri

Scene dalla “neolingua”

Panoramica semiseria dell’incomunicabilità aziendale

Picture of Giovanni Puliti

Giovanni Puliti

  • Questo articolo parla di: Cultura & Società, Organizzazione aziendale

Introduzione

Uno dei dodici principi del Manifesto per lo sviluppo agile del software recita: “Una conversazione faccia a faccia è il modo più efficiente e più efficace per comunicare con il team ed all’interno del team”. Nella mia esperienza di Agile Coach e consulente aziendale mi rendo sempre più conto di come invece l’uso di un gergo tipicamente aziendale finisca per compromettere, invece che migliorare, il livello della conversazione e della comunicazione.

Questo articolo riporta un dialogo di totale fantasia, ma assolutamente verosimile perché costruito usando espressioni e modi di dire tipici degli uffici, specialmente nel nord italia: quelle riportate sono tutte frasi che ho potuto ascoltare veramente in quei contesti. E il tono della discussione è assolutamente credibile.

 

La scena

Il dialogo si svolge nell’ufficio di una grande azienda, open space. È il primo pomeriggio e i colleghi sono impegnati tra riunioni e mail da gestire.

 

Primo dialogo

Giovanni: Ehi, Marta, se non riesci a darmi option date per il meeting face2face, possiamo agendare una call! Spero che almeno 30 min siano sufficienti, ma booko 1h… let me know!

Marta: Certo, Giò. Sono full fino a venerdì, ma vedo cosa posso fare. Briffami later quando sei libero, ok?

Giovanni: Perfetto, grazie! Sai, il nostro obiettivo è rollare il servizio a tutte le filiali entro l’anno, quindi dobbiamo essere davvero sharp su questo.

Marta: Assolutamente, capisco. È under control nostro, quindi dobbiamo essere empowerati al punto da performare al meglio.

Giovanni: Esatto. Poi, quando andiamo a fare l’hiring esterno, dobbiamo anche cambiare il mindset, sai? Non è solo un tema di partnering ma anche di challenge.

Marta: Giusto. E guarda, con questa option nell’offerta, aumenta la winnability della nostra proposition. C’è un grosso focus sulle digital skills sui new hires.

Giovanni: Eh sì, oggi è mandatory il change del modello. Quelle sono le 4 figure che compongono il Diamond che guidano il change management, no?

Marta: Sì, esatto. Il tema è assolutamente di execution. È un gran take away, insieme al topic dell’employability.

Giovanni: Perfetto, sono disponibile anche al telefono per un veloce touchbase se serve. Purtroppo, però, devo andare in NoMeetingTime perché per tutta la settimana le agende sono in overbooking.

Marta: Capisco, anche la mia è un po’ un disastro. Ah, a proposito, ho draftato una mail per il cliente, ma vorrei un tuo feedback. I commenti sono mostly welcome.

Giovanni: Mandami pure la bozza. Domani mattina invierò comunicazione everyone con i dettagli della review, così creiamo un common understanding su alcuni concetti base.

Marta: Ottimo. Tutte queste trasformazioni non le abbiamo fatte overnight, e dobbiamo assicurarci che l’adoption non si perda per strada.

Giovanni: Esattamente. Mi ha tiltato un po’ l’ultima review, ma penso che possiamo fare fitting con i behaviour richiesti.

Marta: Certo. E poi, possiamo outsursare alcune figure se serve. Comunque, spero che non ci sia bisogno di fare reshuffle del team on the fly.

Giovanni: Speriamo di no! Va bene, ci sentiamo dopo per un checkpoint to keep intouch. Ciao!

Marta: Ciao, Gio, a dopo!

 

Secondo dialogo

Poco dopo, Giovanni incontra Marco per discutere del progetto in corso.

 

Giovanni: Ciao Marco, ho schedulato un kickoff per allinearci sui deliverable della settimana. Ti va bene?

Marco: Sì, certo. Mi serve solo un recap rapido del meeting di ieri, puoi pingarmi su Teams?

Giovanni: Certo, lo faccio subito. Stiamo cercando di boostare la performance con un nuovo workflow, quindi dobbiamo fare un deep dive sui KPI per capire cosa possiamo ottimizzare.

Marco: Perfetto, hai già checkato il draft del proposal?

Giovanni: Sì, ma voglio fare un fine tuning del budget prima della deadline. Facciamo anche un quick win su questo task, giusto per avere qualcosa di tangibile.

Marco: Assolutamente, dobbiamo essere compliant con le nuove regole di governance. L’idea è di scalare il progetto dopo il primo pilota, ma serve commitment da parte del board.

Giovanni: Giusto, possiamo fare un sync call per vedere dove siamo rimasti bloccati. Voglio essere sicuro che tutto sia a posto prima di presentarlo.

Marco: Ok, facciamo così. Intanto, vediamo di chiudere anche il tema del pilota. C’è qualcos’altro?

Giovanni: No, direi che è tutto. Ci sentiamo più tardi per un veloce touchbase, se serve.

Marco: Perfetto, a dopo!

 

Terzo dialogo

Nel frattempo, Marta sta lavorando con un’altra collega, Laura.

 

Marta: Laura, dobbiamo fare fitting con i behaviour del nuovo team. Sei riuscita a vedere come possiamo migliorare?

Laura: Sì, ci sto lavorando. Purtroppo, devo gestire anche il NoMeetingTime, perché le nostre agende sono tutte in overbooking questa settimana.

Marta: Capisco, è un delirio. Ma cerchiamo di fare un checkpoint rapido per mantenerci in linea. Ho draftato una mail con i punti chiave, i commenti sono mostly welcome.

Laura: Va bene, mandamela pure. Facciamo in modo di essere tutti allineati prima della prossima review.

Marta: Ottimo. Spero che questo ci aiuti a creare un common understanding e a boostare la performance generale.

Laura: Sì, e con un po’ di luck possiamo anche scalare questo workflow su altri progetti.

Marta: Perfetto, allora ci aggiorniamo presto!

Laura: A presto, Marta!

 

Un colpo di scena

All’improvviso, la porta dell’ufficio si spalanca ed entra una figura imponente, vestita con abiti antichi e brandendo un tomo polveroso. È Il “Sacro Protettore della Lingua Italiana”.

 

Protettore: O infelici, che di parole straniere guarnite il parlar vostro, a qual giuoco v’industriate? Giunte al termine son le vostre ore di vanità! Sia chiaro: il verbo di Dante mai si macchierà di cotal nefandezza!

Giovanni (sbalordito): Chi… chi sei tu?

Protettore: Io son colui che veglia su la lingua nostra, che del Boccaccio e del Petrarca gli insegnamenti serba! Che cotal storpiatura del bel parlare non possa piú perpetrarsi! Voi, mercanti di suoni stranieri, verrete castigati secondo giustizia!

Marta (confusa): Ma… noi stavamo solo parlando del progetto…

Protettore: Del progetto? ahimè, ché l’anima mia duole nel sentir sì gran sfregio al nostro idioma! “Pingami”, “bookiamo”, “deep dive” dite? Sia messa fine a cotanta arroganza! Seguite me, ché vi condurrò al vostro giusto destino!

 

Il Protettore della Lingua Italiana afferra Giovanni e Marta per un braccio ciascuno e li trascina fuori dall’ufficio.

 

Protettore: Che questa sia lezione per voi e per tutti! Il parlar nostro è ricco, è profondo, è musicale! Non v’ha bisogno di ricorrere a sterili anglicismi per parer più altolocati! Tornate alle vostre scrivanie solo quando avrete appreso il valore del vero parlar italico!

 

Il Protettore si allontana, lasciando Giovanni e Marta in una riflessione profonda su quanto avvenuto.

 

Giovanni: Be’, direi che questo è stato un gran “take away”… forse dovremmo iniziare a usare un po’ più di italiano da ora in poi.

Marta: Già… “un bel risultato”, un “gran passo avanti”, direbbe il Protettore. Meglio tornare ai nostri libri e capire davvero come parlare senza farci catturare di nuovo…

 

 

Giovanni Puliti

Giovanni Puliti ha lavorato per oltre 20 anni come consulente nel settore dell’IT e attualmente svolge la professione di Agile Coach. Nel 1996, insieme ad altri collaboratori, crea MokaByte, la prima rivista italiana web dedicata a Java. Autore di numerosi articoli pubblicate sia su MokaByte.it che su riviste del settore, ha partecipato a diversi progetti editoriali e prende parte regolarmente a conference in qualità di speaker. Dopo aver a lungo lavorato all’interno di progetti di web enterprise, come esperto di tecnologie e architetture, è passato a erogare consulenze in ambito di project management. Da diversi anni ha abbracciato le metodologie agili offrendo ad aziende e organizzazioni il suo supporto sia come coach agile che come business coach. È cofondatore di AgileReloaded, l’azienda italiana per il coaching agile.

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La rivista tratta di vari argomenti, tra cui architetture enterprise e integrazione, metodologie di sviluppo lean/agile e aspetti sociali e culturali del web.

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