MokaByte
Numero 27 - Febbraio 1999
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Lorenzo Vandoni |
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Nel labirinto delle sigle dell’informatica, esaminiamo alcuni dei termini ricorrenti nelle pubblicazioni relative al linguaggio Java. In questo articolo
affrontiamo alcuni termini che possono essere trovati in molti degli
articoli relativi al linguaggio Java. Una caratteristica comune alla maggior
parte di queste sigle è quella di contenere la lettera J, che sta,
appunto, per Java.
AWT Abstract Windowing
Toolkit. Si tratta di una delle varie librerie disponibili all’interno
del JDK. AWT, in particolare, è la libreria che contiene le classi
necessarie per la realizzazione di un’interfaccia grafica, come per esempio
finestre, pulsanti e immagini.
Bytecode Codice generato
dal compilatore Java e interpretato dalla Java Virtual Machine. Si tratta
di un formato intermedio tra il codice sorgente ed il codice macchina,
ed è indipendente da qualsiasi piattaforma hardware e software.
Garbage Collector Il linguaggio
Java permette di creare degli oggetti senza obbligare il programmatore
a preoccuparsi di distruggerli, come accade, per esempio, in C++. La JVM
si incarica di distruggere automaticamente tutti quegli oggetti che non
vengono più utilizzati dal programma, tramite un modulo denominato
appunto Garbage Collector (letteralmente, raccoglitore di rifiuti). I rifiuti,
in questo caso, sono appunto costituiti dagli oggetti non più utilizzati.
JDB Java Debugger.
È il debugger disponibile all’interno del Java Development Kit.
JDK Java Development
Kit. Con questo termine viene indicato l’insieme di tool necessari per
compilare ed eseguire un programma scritto in Java. In particolare, il
JDK è costituito dal compilatore javac, che traduce i file in formato
sorgente, con estensione java, in formato bytecode; dall’interprete java,
che è in grado di eseguire questi file, e da un insieme di librerie
contenenti tutte le classi di supporto necessarie per l’esecuzione dell’applicazione.
Il JDK viene fornito gratuitamente dal suo produttore, cioè Sun.
JVM Java Virtual
Machine. Ogni programma Java viene eseguito all’interno di una macchina
virtuale. Con questo termine si indica semplicemente un sistema in grado
di riconoscere ed interpretare i file in formato bytecode prodotti dal
compilatore Java. Il JDK contiene appunto uno di questi interpreti. La
maggior parte dei browser Web attualmente disponibili, tra cui MS Internet
Explorer e Netscape Navigator, contiene al suo interno una JVM, e per questo
motivo è in grado di eseguire dei mini-programmi (o applet) Java
contenuti all’interno di una pagina Internet.
JAR Java Archive.
Un archivio Java è un file compresso che contiene al suo interno
tutti i file necessari per l’esecuzione di un applet. Questo tipo di file
si rende particolarmente utile nel caso in cui l’applet debba essere ricevuto
attraverso Internet, prima di poter essere eseguito. Grazie ai file JAR,
infatti, diventa possibile "scaricare" un applet in un unica sessione,
invece di dovere attendere la ricezione dei vari file che lo compongono.
JDBC Java DataBase
Connectivity. Si tratta della libreria standard per l’accesso a database
relazionali dall’interno di applicazioni Java. Questa libreria, introdotta
con la versione 1.1 del JDK, è stata costruita sul modello della
già affermata ODBC di Microsoft (vedi puntata precedente) e, come
quest’ultima, permette di accedere con una sintassi comune a database provenienti
da produttori diversi. Esiste anche un driver (cioè uno strato di
software intermedio) che permette di collegare JDBC a ODBC, e che quindi
consente di sfruttare anche in Java tutti i database compatibili con ODBC.
RMI Remote Method Invocation. Si tratta di un meccanismo che permette ad un programma scritto in Java di ottenere un riferimento ad un oggetto remoto (scritto sempre in Java) e di invocare i suoi metodi. L’applicazione remota, detta server RMI, è costituita da un programma standard fornito col JDK 1.1, che intercetta le richieste provenienti dalle applicazioni client e richiama gli oggetti che le possono eseguire. Gli oggetti remoti vengono identificati per nome. |
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