MokaByte
Numero 32 - Luglio Agosto 99
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si inizia a fare sul serio? |
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Giovanni Puliti |
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Anche quest'anno ho partecipato alla conferenza mondiale su Java, vero e proprio punto di riferimento per tutti gli appassionati e per i professionisti del settore. Quest'anno la conferenza ha mostrato un lato nuovo di Java: finalmente meno innovazioni tecnologiche, ma più interesse concreto da parte delle aziende leader mondiali. |
PremessaHo appena finito finito di ri-leggere il mio articolo, l'impaginazione del numero di luglio è praticamente finita, non mi resta che preparare la valigia per avviarmi in quel di Milano (per chi non lo sapesse la sede di MokaByte è .... .Firenze, mistero svelato) per partecipare alla Java Conference. In realtà il numero estivo della rivista non è ancora chiuso, manca uno degli articoli più importanti, quello di Fabrizio (vedi) che come me era a S.Francisco alla JavaOne 99.Appena mi è arrivato l'articolo, l'ho letto velocemente, dato che da sempre Fabrizio è uno dei miei articolisti preferiti (gli altri non me ne vogliano). Finito di leggere la sua versione, mi sono reso conto che in effetti è praticamente differente, se non contrastante dalla mia. Poi ho ripensato a chi sia il mio collega, alla sua passione per gli oggetti elettronici (di qualsiasi tipo essi siano), ed alla sua attenzione da sempre per embedded e simili, ed ho rivalutato le due visioni della conferenza americana. Se qualcuno di voi quindi dovesse trovare delle incompatiblità fra i due articoli, si tenga presente che
JavaOnePer tutti coloro che non sanno cosa si nasconde dietro questa parola (Java One appunto), diciamo subito che non si tratta dell’ennesima nuova API o di una rivoluzionaria JVM appositamente pensata per soddisfare le richieste dei programmatori più esigenti.JavaOne, che i veri "intenditori" abbreviano con J1, è “La” Conferenza organizzata ogni anno da Sun a S.Francisco (patria di Java), e che ogni anno raccoglie un numero impressionante di visitatori. Quest'anno alla conferenza si dice che abbiano partecipato circa 20.000 persone (contro le 14.000 dell'anno passato), che hanno animato per un po' di giorni la città californiana invasa da ogni parte del mondo da persone alle ricerca di novità in anteprima. Devo dire che ogni anno mi trovo sempre più spaesato in quel mare di folla, tanto da provare un senso di eccitazione (per essere nell'occhio del ciclone) misto a disorientameno: verrebbe quasi da definirla come una specie di sindrome di Stendhal tecnologica. Le cinque giornate della manifestazione offrivano un numero impressionante di interventi, presentazioni, conferenze ed altro ancora: si pensi che le track ufficiali erano 9 ( The JavaTM 2 Platform, JavaTM Platform Extensions, Java 2 Platform Enterprise Edition, JavaTM Technology Computing for Devices, Jini Technology, Java Platform Industry Technical Papers, Java Technology Program Modeling and Development Tools, Java Technology in the World Today!, Industry momentum) più le BOF (Birds of a Feather), le presentazioni organizzate dalle varie case (spesso negli alberghi situati nei dintorni della conferenza), le conferenze stampa ed interviste preparate just in time per i numerosi giornalisti. Le ampie sale dove venivano di volta in volta presentate le varie conferenze, erano gremite ogni volta da qualche migliaio di persone, cosa che dava l'impressione di essere più ad un concerto rock, che ad una conferenza su Java. Vediamo quindi le varie novità che sono state presentate alla conferenza. Cosa c'era di nuovoLa prima volta che ho preso in mano il programma, scorrendo le molte sessioni ed interventi ai quali si poteva assistere, ho avuto come un senso di sconforto: non si notavano titoli particolarmente sconvolgenti, e per la maggior parte si poteva scegliere fra argomenti a me noti come a chiunque segua Java piuttosto da vicino.Se questo ha inizialmente un po' frenato il mio entusiasmo, subito dopo ha dato valore alle parole di Miko Mastamura, l' ex evangelist di Sun, il quale avevo avuto modo di intervistare proprio l'anno passato alla J1 98: allora gli chiesi, a fronte di una immensa quantità di innovazioni appena introdotte da Sun (era il tempo di servlet, Java 2D e 3D tanto per fare un po’ di nomi), quando avrebbero dato la possibilità ai vari sviluppatori di mettersi in pari e soprattutto di permettere alla tecnologia di assestarsi e maturare. In poche parole se si sarebbero fermati, o avrebbero continuato a sfornare una API al mese ed una rivoluzionaria tecnologia ogni poco. Allora Miko mi rispose che l’anno a venire (quello appena trascorso) sarebbe stato quello della stabilizzazione, dato che Java ormai aveva raggiunto un livello di completezza, potenza, e stabilità sufficiente da garantirne la copertura di tutte le aree della IT. Quella che allora fu una promessa, ed una speranza per tutti noi, è stata in parte rispettata. E’ vero che a dicembre in occasione del JBE di New York è stato ufficialmente rilasciato il JDK 1.2 (Java 2), è vero che poco tempo prima il mondo dei javisti era stato bruscamente scosso da Jini, ma è anche vero che la nuova versione del kit era ormai disponibile a tutti da molto tempo, ed ha fatto una apparizione molto graduale (discorso analogo per Jini). Ritornando ai giorni d’oggi, quindi, il fatto che non venissero presentate nuove e sconcertanti innovazioni, dopo lo stupore iniziale, mi ha in parte rassicurato. Non si può pero certo dire che J1 ‘99 verrà ricordato per la mancanza di contenuti interessanti: molto si poteva apprendere e non sono mancate certo le novità. Dato che sarebbe impossibile entrare nel dettaglio di tutto quello che è stato detto, citerò tre aspetti che secondo me possono essere presi ad esempio per capire cosa sia stato J1, cosa sia Java adesso e dove si intende arrivare nei prossimi tempi
JSP: di tutte le nuove tecnologie presentate negli ultimi mesi e riproposte alla manifestazione, JSP rappresenta un interessante esempio di quella che è stata e sarà l’evoluzione di Java. Anche se presentate da ormai circa 10 mesi, prima con le specifiche 0.92 (una specie di beta) poi con le 1.0, di cui abbiamo avuto modo di parlare proprio sulle pagine di MB, le Java Server Pages per molto tempo hanno rappresentato olo una dimostrazione di come Java potesse essere utilizzato per fare qualcosa di differente; i troppi bug e la mancanza di un supporto adeguato infatti ne hanno limitato l'uso. Adesso invece si può effettivamente disporre di una tecnologia interessante ed realmente utilizzabile. Per il tipo di attività che svolgo, ovviamente appena uscite le JSP mi ero messo a fare le prime prove, e proprio per questo non rappresentano per me una novità. Ma è importante notare come invece fossero state presentate alla conferenza in maniera ufficiale, e con toni del tipo “ecco finalmente JSP”. Fra le molte persone che hanno partecipato alle presentazioni, non molti conoscevano JSP, e l’annuncio dell’accordo con Apache Project di integrare JSP nel prossimo web server, ha colto molti di sorpresa. Il fatto di questa presentazione in gran stile fa comprendere come Sun punti adesso a far affermare ciò che Java è adesso piuttosto che ad introdurre nuove soluzioni, spesso non troppo funzionanti all’inizio. Gli altriL’evento californiano pero’ mi ha anche molto ben impressionato per un altro fattore: con una tendenza in costante crescita da 6-7 mesi a questa parte, Java sta diventando per un numero sempre maggiore di aziende, come “Il” linguaggio e “La” tecnologia.Case come Oracle, Sybase, come IBM e Lotus credono fortemente in Java, e lo hanno praticamente adottato come unico strumento di sviluppo dei propri prodotti. Proprio parlando con Scott Hebner di IBM (responsabile per lo sviluppo delle soluzioni per l'ecommerce) ho avuto quelle risposte che andavo cercando, risposte che si allineano perfettamente alle conclusione cui ero giunto negli ultimi tempi. In particolare IBM ha da tempo orientato tutti i suoi sforzi nella direzione di internet, di e-business, e di Java. Da quello che ho potuto constatare (sia in precedenza che alla conferenza) IBM è attualmente la casa che sta investendo maggiormente in Java (ovviamente a parte Sun) e probabilmente è anche la azienda che più di altre è riuscita a concretizzare l’utilizzo di Java nella produzione di software competitivo. LinuxAltro protagonista di cui si è sentito parlare molto alla conferenza, anche se non proprio strettamente legato a Java, è stato Linux, il sistema operativo che sta riscuotendo un successo incredibile. A partire dall’annuncio di Borland di un prossimo JBuilder per Linux, a Lotus che ha a dichiarato di lavorare ad una versione di Lotus Notes/Domino per tale ambiente, si può notare un sempre maggiore interesse nelle case nell’utilizzare Java+Linux come piattaforma di riferimento per lo sviluppo delle tecnologie del futuro. Sicuramente vi è anche una buona dose di politica industriale alla base di tale scelta (il potersi finalmente liberare dalla morsa si Microsoft), ma è anche vero che il motivo maggiore di questa scelta risiede nelle effettive potenzialità che entrambi offrono: Linux si sposa piuttosto bene con la filosofia free ed aperta di Java, ed è per questo che credo sentiremo parlare molto di questa coppia.Quindi….Come giudico quindi la settimana americana trascorsa da poco: a parte la non usuale temperatura fredda (forse è Java la causa delle alterazioni meteorologiche, dato che anche al tempo del Java Business Expo il clima era primaverile, cosa che non accadeva da 30 anni in una NY di inizio dicembre), ho trovato la conferenza estremamente accogliente nei confronti dell’utente medio, senza troppi clamori senzazionalistici, ma molto più orientata ai contenuti che finalmente si possono toccare con mano.Meno fumo e più arrosto potrebbe essere il motto culinario dell’evento, soprattutto anche tenendo presente di tutto quello che è stato il Java non-Sun, ovvero dell’interesse propositivo che viene dalle altre aziende. Confrontando questa sensazione con quello che ho potuto sperimentare sul suolo italiano, dove (a parte il cronico ritardo del nostro paese), trovo un sempre maggior interesse delle aziende nel linguaggio, credo che si possa dire in fase conclusiva la fase di sperimentazione e presentazione di Java, fase che dovrebbe lasciare il passo a quella dell’adozione di Java come linguaggio di riferimento per lo sviluppo della tecnologia dei prossimi tempi. |
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