Architettura
I
Sistemi Operativi sono senza dubbio i Sistemi software più complessi
da sviluppare. Ogni nuovo Sistema presenta una particolare miscela tra
soluzioni classiche, frutto di più di trent'anni di studi, e tecnologie
recenti ed innovative. La ricetta di Mac OS X consiste nell'integrazione
di un kernel di tipo Unix con una batteria di motori grafici estremamente
avanzati.
Figura
1 - architettura del sistema
Il
sistema è stato sviluppato al di sopra di un kernel Unix Open Source,
denominato Darwin, sviluppato a partire dal codice di Mach 3.0 e di Free
Bsd 3.2. Il ruolo di Darwin è quello di gestire i servizi di base,
come l'Input Output e il dialogo con le periferiche. Lo strato superiore
comprende tre motori grafici, Quartz, Open GL e Quick Time, responsabili
rispettivamente della grafica 2D, 3D e del supporto Multimediale. Questi
sottosistemi grafici forniscono al programmatore, con un livello di prestazioni
molto alto, un numero straordinario di servizi, tra i quali ridimensionamento
e deformazione dell'immagine, sovrapposizione e gestione delle trasparenze
e algoritmi sofisticati di anti aliasing.
Sopra
i motori grafici sono stati realizzati i tre principali ambienti di runtime,
Classic Carbon e Cocoa che descriveremo meglio in seguito. Infine, in cima
alla pila, troviamo Aqua, l'interfaccia grafica del Sistema Operativo.
Installazione
L'installazione
richiede due passaggi. Per prima cosa è necessario effettuare un
upgrade dalla precedente versione del Sistema Operativo a Mac OS 9.1, utilizzando
il CD fornito a corredo. Questo passaggio è indispensabile solo
se si desidera mantenere il supporto alle vecchie applicazioni; in caso
contrario è possibile saltarlo. Il secondo passaggio, l'installazione
vera e propria di Mac OS X, dura meno di mezz'ora, ed è quasi completamente
automatica.
I requisiti
di sistema sono abbastanza alti: Power PC G3 o G4 con almeno 128 Mb di
ram, necessari per sostenere la complessa architettura Grafica.
Ambiente
Figura
2 - Uno screenshot del nuovo sistema a finestre
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per l'ingrandimento)
L'ambiente,
caratterizzato dai colori bianco ed azzurro, comprende tre elementi di
base: la barra dei menù in cima allo schermo, il Dock in basso e
il Finder, che in questa edizione del Sistema Operativo svolge il compito
di File Manager.
Due
aspetti saltano subito agli occhi: il primo sono le enormi icone di qualità
fotorealistica, l'altro è la totale assenza di linee nere: le finestre
hanno una cornice al vivo, e si distaccano dallo sfondo grazie ad un delicato
effetto di ombreggiatura.
Nel
complesso l'ambiente risulta gradevole, e non richiede particolari sforzi
per essere compreso. Ogni finestra dispone di tre pulsanti in alto a sinistra,
per le operazioni di chiusura, espansione a pieno schermo e minimizzazione,
funzioni che vengono per la prima volta proposte agli utenti Machintosh.
Il
Dock, sicuramente la novità più vistosa, è uno spazio
nel quale raccogliere i programmi e i documenti di uso più frequente.
E' possibile personalizzare il Dock semplicemente trascinando al suo interno
gli oggetti che si desidera inserirvi, spostandoli poi nell'ordine desiderato.
La parte destra del Dock contiene le finestre minimizzate: curiosamente
si tratta di vere e proprie miniature delle finestre originali, che vengono
renderizzate al volo dai potenti motori grafici di sistema. Se si riduce
una finestra QuickTime mentre è in corso la riproduzione di un filmato,
la sua miniatura continuerà a visualizzare l'animazione.
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Il
Finder svolge principalmente la funzione di File Manager. In questa nuova
edizione del Sistema Operativo, la navigazione procede all'interno di un'unica
finestra, come avviene normalmente con i browser web. Ovviamente è
possibile impostare la modalità multifinestra, che apre un finder
diverso per ogni cartella in maniera simile a quanto avveniva sui Sistemi
Machintosh precedenti.
La
personalizzazione dell'ambiente può raggiungere livelli molto spinti:
le icone (128x128 pixel True Color) possono essere dimensionate a piacere;
la barra dei pulsanti del Finder può essere arricchita con qualunque
tipo di oggetto, file o cartella; ed è possibile assegnare ad ogni
cartella un fondale differente.
Il
System Panel permette di personalizzare i principali componenti del Sistema.
<<systemPanel.jpg>>
Ma
la novità più "trasgressiva" è senza dubbio la presenza
di una completa shell a riga di comando con sintassi Free Bsd, che farà
passare questo Sistema alla storia come il primo Unix progettato espressamente
per ad un utilizzo Desktop.
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Ambienti di Runtime
Il
Mac OS X dispone di tre Ambienti di Runtime: Classic, Carbon e Cocoa.
L'ambiente
Cocoa, totalmente orientato agli oggetti, permette di accedere alle features
del sistema attraverso linguaggi come Objective C e Java.
L'ambiente
Carbon è stato sviluppato per facilitare il porting di applicazioni
Classic al nuovo OS: si tratta infatti di un ambiente di Runtime di tipo
procedurale, adatto a linguaggi tipo il C, sostanzialmente simile, nella
sintassi delle chiamate, all'ambiente Classic. La somiglianza tra i due
ambienti è tale da permettere, a detta dei tecnici Apple, due importanti
conseguenze: la prima è che il porting di un'applicazione da Classic
a Carbon può essere portato a termine in un periodo di appena tre
mesi, ricorrendo in parte a tool automatici; la seconda è che un
programma "Carbonizzato" può essere eseguito anche sulle versioni
precedenti del Sistema (fino alla 8), rinunciando ovviamente alle prerogative
presenti esclusivamente su X.
L'ambiente
Classic, quello che fornisce il supporto alle vecchie applicazioni, si
appoggia su una speciale istanza del Mac OS 9.1, che viene caricata all'occorenza
e mantenuta in memoria come un normale processo di Sistema.
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Le
applicazioni Classic lanciate sotto Mac OS X condividono un unico spazio
di indirizzamento e non dispongono di Acqua come interfaccia grafica. Durante
la loro esecuzione, la MenuBar assume l'aspetto che aveva su Mac OS 9.1.
<<explorerClassic.jpg>>
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Per
concludere la carrellata sugli Ambienti di Runtime, è bene ricordare
che Mac OS X dispone di un completo ambiente Java SE 1.3, che analizzeremo
in dettaglio il mese prossimo, nonchè di un ambiente POSIX che permette
di adattare facilmente qualunque tool sviluppato per Unix, come il Server
Apache che del resto è già integrato nel Sistema.
Conclusioni
Il
Mac OS X è basato su un progetto originale e coraggioso. I test
eseguiti hanno rivelato una buona stabilità complessiva, e non è
mai stato riscontrato un crash di Sistema. Di contro l'hardware proprietario
e la richiesta di risorse abbastanza alta potrebbero frenare molti utenti
dal tentare il passo. Di certo il Sistema merita attenzione, dal momento
che dispone di tutti i requisiti per diventare una valida alternativa agli
attuali Sistemi Desktop.
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