MokaByte 52 - Maggio 2001
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di
Andrea Gini
Mac OS X
Il 23 Marzo, nel pieno rispetto della tabella di marcia prevista quasi due anni fa, e' finalmente giunto sugli scaffali dei negozi il nuovo Sistema Operativo per Macintosh. Le novità sono tante: nuova architettura di Sistema, nuova Interfaccia Grafica e soprattutto il supporto nativo alla Piattaforma Java SE 1.3. In questo articolo analizzeremo in dettaglio i primi due aspetti.

Architettura
I Sistemi Operativi sono senza dubbio i Sistemi software più complessi da sviluppare. Ogni nuovo Sistema presenta una particolare miscela tra soluzioni classiche, frutto di più di trent'anni di studi, e tecnologie recenti ed innovative. La ricetta di Mac OS X consiste nell'integrazione di un kernel di tipo Unix con una batteria di motori grafici estremamente avanzati.


Figura 1 - architettura del sistema

Il sistema è stato sviluppato al di sopra di un kernel Unix Open Source, denominato Darwin, sviluppato a partire dal codice di Mach 3.0 e di Free Bsd 3.2. Il ruolo di Darwin è quello di gestire i servizi di base, come l'Input Output e il dialogo con le periferiche. Lo strato superiore comprende tre motori grafici, Quartz, Open GL e Quick Time, responsabili rispettivamente della grafica 2D, 3D e del supporto Multimediale. Questi  sottosistemi grafici forniscono al programmatore, con un livello di prestazioni molto alto, un numero straordinario di servizi, tra i quali ridimensionamento e deformazione dell'immagine, sovrapposizione e gestione delle trasparenze e algoritmi sofisticati di anti aliasing. 
Sopra i motori grafici sono stati realizzati i tre principali ambienti di runtime, Classic Carbon e Cocoa che descriveremo meglio in seguito. Infine, in cima alla pila, troviamo Aqua, l'interfaccia grafica del Sistema Operativo.
 
 
 

Installazione
L'installazione richiede due passaggi. Per prima cosa è necessario effettuare un upgrade dalla precedente versione del Sistema Operativo a Mac OS 9.1, utilizzando il CD fornito a corredo. Questo passaggio è indispensabile solo se si desidera mantenere il supporto alle vecchie applicazioni; in caso contrario è possibile saltarlo. Il secondo passaggio, l'installazione vera e propria di Mac OS X, dura meno di mezz'ora, ed è quasi completamente automatica.

I requisiti di sistema sono abbastanza alti: Power PC G3 o G4 con almeno 128 Mb di ram, necessari per sostenere la complessa architettura Grafica.

Ambiente


Figura 2 - Uno screenshot del nuovo sistema a finestre
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L'ambiente, caratterizzato dai colori bianco ed azzurro, comprende tre elementi di base: la barra dei menù in cima allo schermo, il Dock in basso e il Finder, che in questa edizione del Sistema Operativo svolge il compito di File Manager. 

Due aspetti saltano subito agli occhi: il primo sono le enormi icone di qualità fotorealistica, l'altro è la totale assenza di linee nere: le finestre hanno una cornice al vivo, e si distaccano dallo sfondo grazie ad un delicato effetto di ombreggiatura.

Nel complesso l'ambiente risulta gradevole, e non richiede particolari sforzi per essere compreso. Ogni finestra dispone di tre pulsanti in alto a sinistra, per le operazioni di chiusura, espansione a pieno schermo e minimizzazione, funzioni che vengono per la prima volta proposte agli utenti Machintosh.

Il Dock, sicuramente la novità più vistosa, è uno spazio nel quale raccogliere i programmi e i documenti di uso più frequente. E' possibile personalizzare il Dock semplicemente trascinando al suo interno gli oggetti che si desidera inserirvi, spostandoli poi nell'ordine desiderato. La parte destra del Dock contiene le finestre minimizzate: curiosamente si tratta di vere e proprie miniature delle finestre originali, che vengono renderizzate al volo dai potenti motori grafici di sistema. Se si riduce una finestra QuickTime mentre è in corso la riproduzione di un filmato, la sua miniatura continuerà a visualizzare l'animazione.


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Il Finder svolge principalmente la funzione di File Manager. In questa nuova edizione del Sistema Operativo, la navigazione procede all'interno di un'unica finestra, come avviene normalmente con i browser web. Ovviamente è possibile impostare la modalità multifinestra, che apre un finder diverso per ogni cartella in maniera simile a quanto avveniva sui Sistemi Machintosh precedenti.

La personalizzazione dell'ambiente può raggiungere livelli molto spinti: le icone (128x128 pixel True Color) possono essere dimensionate a piacere; la barra dei pulsanti del Finder può essere arricchita con qualunque tipo di oggetto, file o cartella; ed è possibile assegnare ad ogni cartella un fondale differente.
 
 


Il System Panel permette di personalizzare i principali componenti del Sistema.

<<systemPanel.jpg>>

Ma la novità più "trasgressiva" è senza dubbio la presenza di una completa shell a riga di comando con sintassi Free Bsd, che farà passare questo Sistema alla storia come il primo Unix progettato espressamente per ad un utilizzo Desktop.


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Ambienti di Runtime
Il Mac OS X dispone di tre Ambienti di Runtime: Classic, Carbon e Cocoa.

L'ambiente Cocoa, totalmente orientato agli oggetti, permette di accedere alle features del sistema attraverso linguaggi come Objective C e Java. 

L'ambiente Carbon è stato sviluppato per facilitare il porting di applicazioni Classic al nuovo OS: si tratta infatti di un ambiente di Runtime di tipo procedurale, adatto a linguaggi tipo il C, sostanzialmente simile, nella sintassi delle chiamate, all'ambiente Classic. La somiglianza tra i due ambienti è tale da permettere, a detta dei tecnici Apple, due importanti conseguenze: la prima è che il porting di un'applicazione da Classic a Carbon può essere portato a termine in un periodo di appena tre mesi, ricorrendo in parte a tool automatici; la seconda è che un programma "Carbonizzato" può essere eseguito anche sulle versioni precedenti del Sistema (fino alla 8), rinunciando ovviamente alle prerogative presenti esclusivamente su X.

L'ambiente Classic, quello che fornisce il supporto alle vecchie applicazioni, si appoggia su una speciale istanza del Mac OS 9.1, che viene caricata all'occorenza e mantenuta in memoria come un normale processo di Sistema.


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 Le applicazioni Classic lanciate sotto Mac OS X condividono un unico spazio di indirizzamento e non dispongono di Acqua come interfaccia grafica. Durante la loro esecuzione, la MenuBar assume l'aspetto che aveva su Mac OS 9.1.

<<explorerClassic.jpg>>
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Per concludere la carrellata sugli Ambienti di Runtime, è bene ricordare che Mac OS X dispone di un completo ambiente Java SE 1.3, che analizzeremo in dettaglio il mese prossimo, nonchè di un ambiente POSIX che permette di adattare facilmente qualunque tool sviluppato per Unix, come il Server Apache che del resto è già integrato nel Sistema.
 
 
 

Conclusioni
Il Mac OS X è basato su un progetto originale e coraggioso. I test eseguiti hanno rivelato una buona stabilità complessiva, e non è mai stato riscontrato un crash di Sistema. Di contro l'hardware proprietario e la richiesta di risorse abbastanza alta potrebbero frenare molti utenti dal tentare il passo. Di certo il Sistema merita attenzione, dal momento che dispone di tutti i requisiti per diventare una valida alternativa agli attuali Sistemi Desktop.
 

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