Notizie recenti da oltreoceano suggeriscono come uno dei più grandi produttori di Database Server ed affini stia maturando un interesse nel mondo dell‘Open Source, in particolare per MySQL e JBoss. Ma sembra che la strategia non abbia il solito scopo promozionale.
Passi precedenti nel mondo dell‘Open Source da parte del gigante californiano sono già stati fatti nel 2005, con la clamorosa acquisizione di Sleepycat Software e di Innobase. Ma cosa ha a che fare questa piccola e sconosciuta piccola azienda di cinque persone sita in Finlandia, con il mondo dei database e dell‘Open Source? Il fatto è che l‘azienda ha realizzato il celebre componente InnoDB, che può essere utilizzato all‘interno di MySQL. Questo componente implementa il supporto alle transazioni ACID, supportando il commit, rollback e fornendo funzionalità di crash recovery. InnoDB implementa il locking a livello di riga e fornisce letture non bloccanti ma consistenti nelle SELECT, sul modello di Oracle. Queste funzionalità sono indispensabili per applicazioni multiutente con problematiche di concorrenza e performance. InnoDB è dunque un componente fondamentale per poter utilizzare MySQL in un ambiente complesso, come quello aziendale. Incidentalmente, è l‘elemento che permette a MySQL di avvicinarsi al target di utenza che è invece la norma per Oracle.
L‘acquisto dell‘azienda che produce questo componente è quindi diventato un motivo di preoccupazione, anche se Oracle ha sempre sostenuto che questa mossa rientri in una strategia di marketing generale. Un modo, secondo l‘azienda californiana, per avvicinarsi all‘Open Source, che viene ritenuto uno strumento per avvicinare al mondo dei database utenti che diversamente non avrebbero avuto interesse per questi strumenti software. E l‘obiettivo è sempre quello di fornire un percorso di migrazione agevole da questi strumenti di base alla completa offerta Oracle.
Una questione di business
Il business di Oracle, che vanta un giro d‘affari nell‘ordine dei miliardi di dollari, è ancora in crescita. In modo similare ai concorrenti, ha abbassato i prezzi e prodotto versioni low-end dei propri prodotti per avvicinare sviluppatori e piccole aziende. Gli analisti rilevano come queste mosse sono dovute in parte ad una reazione al ridotto costo di fare business consentito dall‘utilizzo di prodotti Open Source.
Ma, in generale, il mercato dei database è in movimento, ed è proprio nel corso di una sostanziale evoluzione. IBM sta offrendo una versione low-end di DB2, mentre in passato ha donato il proprio Cloudscape all‘Apache Software Foundation (vedi “Nuvole dal cielo”, https://www.mokabyte.it/2005/03/cloudscape.htm). Contemporaneamente, Ingres e EnterpriseDB stanno cercado di costruire pacchetti di database Open Source high-end. Sembra quasi che tutti vogliano avere un‘offerta completa, dal server Open Source low-end all‘offerta Enterprise.
Oggi, le agenzie riportano la notizia del tentativo di Oracle di acquisire MySQL, una mossa che sicuramente rientrerebbe nella strategia del colosso Californiano. MySQL non è però stata d‘accordo.Con basi in Svezia e Cupertino, MySQL ha annunciato a gennaio di essere stata in attivo nell‘ultimo semestre, anche se non ha rinunciato ad acquisire finanziamenti esterni. Recentemente, infatti, ha ottenuto circa 20 milioni di dollari in un giro di raccolta fondi.
Ad ogni modo, la competizione tra Oracle e MySQL esiste. Il primo è orientato a business high-end, con alti volumi di traffico, come ad esempio quelli imposti da applicazioni come ERP. Il secondo è orientato al low-end, ma sicuramente nel centro del mercato le offerte si sovrappongono.
L‘offerta di Oracle è stata quindi rifiutata dal CEO Marten Mickos, che ha anche detto il perché: saranno si parte di una azienda più grande, ma questa si chiamerà MySQL.
Un messaggio da Stoccolma
Oracle non si è però fermata all‘offerta per l‘acquisizione di MySQL. Piuttosto, ha rilanciato facendo una proposta di acquisto per HotSip, un‘azienda svedese che lavora nell‘ambito della messaggistica telefonica. Produce un prodotto chiamato Multimedia Communication Engine (M2CE), un Application Server SIP/J2EE con applicazioni opzionali indirizzato ad operatori 3G/IMS che desiderino fornire telefonia video e vode, gestione messaggi e applicazioni sulla presenza. Il prodotto è basato su standard aperti ed è integrabile con server AAA, portali web, gateway PSTN e altri.
Queste acquisizioni rientrano nel piano di Larry Ellison, CEO di Oracle, che recentemente ha dichiarato che l‘azienda si muoverà verso il modello di business del software Open Source, dove le applicazioni vengono fornite al cliente in modo gratuito e che invece prevede un pagamento per tutte le personalizzazioni, la manutenzione ed il supporto tecnico.
Come parte di questa strategia, ci sono voci secondo le quali Oracle potrebbe prendere di mira altre due aziende: JBoss di Atlanta e Zend di Cupertino. La prima produce il noto e omonimo Application Server Open Source JBoss, mentre la seconda ha realizzato il motore alla base del linguaggio PHP.
Due di picche?
Le storie di vendite e acquisizioni di aziende informatiche è molto lunga. Il passaggio di mano di attività è una prassi abbastanza consolidata soprattutto negli Stati Uniti. L‘acquisizione è dunque ancora un mezzo per togliere dal mercato i concorrenti, assorbendoli all‘interno della propria organizzazione. È uanche un modo per acquisire nuovi clienti: comprando una azienda si comprano anche i suoi clienti. I contratti di assitenza vengono passati a chi acquista, che dunque ha già in mano un business avanzato con chi, magari solo pochi mesi prima, aveva invece scelto il concorrente. I prodotti acquisiti cambiano nome e si integrano con l‘offerta del compratore. Ad esempio IBM ha acquistato di recente una azienda che produceva soluzioni basate sull‘Application Server di Apache, Geronimo, e lo ha integrato all‘interno della propria offerta come WebSphere Community Edition.
In quest‘ottica la possibilità di acquisire JBoss e/o Zend può essere un tentativo di allungare le mani sul mondo dell‘Open Source, senza la fatica ed il tempo richiesti per creare una vera alternativa. Acquisendo le aziende, Oracle si troverebbe inoltre con molti clienti Java EE e PHP. L‘azienda del noto database ha già nella propria linea di prodotti un Application Server certificato Java EE, ora presente nella linea Oracle Fusion Middleware: Oracle Application Server 10g. JBoss potrebbe dunque rappresentare la soluzione low-end Open Source da affiancare alla propra soluzione high-end, che comunque ha sempre avuto una accettazione tiepida da parte del mercato.
Conclusioni
L‘acquisizione di un server Java EE Open Source di successo potrebbe dunque dare un nuovo impulso al proprio business, ma c‘è il rischio molto concreto che Marc Fleury, CEO di JBoss, rispoda a Larry Ellison allo stesso modo di MySQL: con un sonoro due di picche.
Massimiliano Bigatti è sviluppatore senior, autore tecnico e appassionato di fotografia.
Certificato, tra le altre, come SUN Certified Enterprise Architect for Java2 Enterprise
Edition Technology, lavora presso un importante business solution provider.
Nel tempo libero scrive per diverse riviste di informatica e ha scritto una decina di libri,
quasi tutti su Java, tra cui "Java e Open Source", Tecniche Nuove 2005.
Il suo sito personale è raggiungibile all‘indirizzo www.bigatti.it.