Applichiamo i concetti già discussi riguardo Java e la realizzazione di siti web a un caso d’uso pratico: i siti web della pubblica amministrazione. Come vedremo, ci sono alcuni aspetti peculiari da tener presenti, che possono essere affrontati nella maniera corretta grazie a quanto visto in precedenza.
Introduzione
A più riprese, abbiamo affrontato sulle pagine di MokaByte l’argomento della realizzazione di siti web con Liferay Portal, la piattaforma Java open source leader nel settore degli enterprise portal. Abbiamo discusso del concetto di portale e di sito web in generale e abbiamo poi visto le caratteristiche di Liferay e le sue funzionalità.
In questo articolo affronteremo un discorso più generale riguardo un caso di applicazione tipico in cui le caratteristiche dell’open source e quindi di una piattaforma software come Liferay possono calzare a pennello: la realizzazione di siti web per la pubblica amministrazione. Come vedremo questo è un ambito molto particolare, con molte specificità, che oggi assume una grande importanza e che costituisce un settore di grande interesse.
I siti web per la Pubblica Amministrazione: cosa c’è di speciale?
Per i non addetti al settore, si potrebbe pensare che in fondo un sito web è un sito web e che non ci siano differenze a seconda del committente per cui viene realizzato o dell’utente “tipo” cui si rivolge. Se questo, per certi aspetti, può essere vero, in realtà esistono moltissime differenze nella ideazione e nella progettazione di un sito web a seconda del settore a cui questo è rivolto. Per capirci, un sito web di una grande compagnia telefonica ha sicuramente uno scopo e degli obiettivi da raggiungere diversi rispetto a un sito web di una amministrazione municipale o regionale. Ed è proprio di questa ultima categoria di siti web che parleremo, ossia i siti web per le pubbliche amministrazioni (PA).
Una breve panoramica: dal sito vetrina al servizio utenti
I siti web per la PA stanno subendo negli ultimi anni una profonda trasformazione sia per la spinta delle tecnologie del web sempre più utilizzate e pervasive nella vita comune di ciascuno sia per gli intenti del legislatore italiano che nel corso del tempo ha posto il sito web sempre più al centro delle relazioni tra gli utenti, cittadini e imprese, e la pubblica amministrazione italiana.
Si sta quindi lentamente e faticosamente passando da una fase per così dire un po’ artigianale di realizzazione di siti web a una più seria focalizzazione di quelli che devono essere gli obiettivi e i requisiti da tenere in considerazione quando ci si accinge a realizzare questo tipo di siti.
Inizialmente i siti web delle pubbliche amministrazioni erano intesi più che altro come una vetrina molto autoreferenziale dell’ente che ne commissionava la realizzazione. Erano più che altro rivolti a presentare l’ente e a promuoverlo senza alcun concetto di interazione con l’utenza e senza essere pensati nell’ottica del servizio. Questo ovviamente si è rivelato nel corso nel tempo un totale fallimento in quanto un cittadino naviga in un sito web se in questo può trovare in modo agevole le informazioni di cui necessita o se può fruire di qualche servizio a lui utile. Non per niente le statistiche ci dicono che la pagina più acceduta in generale in un sito web di una pubblica amministrazione è quella dei concorsi. I siti web vetrina non raggiungono nessuno di questi scopi e quindi si sono rivelati del tutto inutili.
Da qualche anno è emerso un principio (che sta ancora maturando) alla base della realizzazione di un sito web per la pubblica amministrazione : il sito web di un PA deve essere inteso come un servizio per gli utenti. Questa semplice affermazione è quella che probabilmente distingue più di qualsiasi altra cosa un sito web per la PA da ogni altra tipologia di sito web. Un sito web istituzionale di una pubblica amministrazione deve essere ideato e progettato con lo sguardo costantemente rivolto a chi ne fruirà, ossia il cittadino, e non guardando all’interno della propria amministrazione. Deve quindi essere pensato non per essere bello e pieno di colori ma per essere utile e di facile consultazione (se poi è anche “bello” tanto meglio!). Questi concetti che possono sembrare ovvi e banali sono così spesso disattesi che ancora oggi vediamo online siti di pubbliche amministrazioni che non sono di alcuna utilità per alcuno.
Se il primo obiettivo di un sito di e-commerce è quello di presentare nel modo migliore i propri prodotti per fare più fatturato possibile, se l’obiettivo di un sito web di un negozio di abbigliamento è presentare le più belle foto dei propri capi affinche‘ il cliente sia invogliato a comprarli, il sito web di una PA deve avere l’obiettivo di informare e di servire il cittadino in quanto ormai costituisce il più importante mezzo di interazione con gli utenti della pubblica amministrazione stessa. Stabilito questo principio di fondo va però capito come raggiungere l’obiettivo prefissato; e qui viene il difficile.
Sito web come servizio: un cambiamento di paradigma
Siamo d’accordo che un sito web di una pubblica amministrazione debba essere oggi considerato come un servizio al cittadino, e che deve essere la porta aperta verso la pubblica amministrazione e non la bella confezione di una scatola chiusa. Ma come raggiungere questo obiettivo? Questa è la domanda a cui è più difficile rispondere poiche‘ entrano in gioco numerosissimi fattori di diverso tipo.
Va tenuto presente che la realizzazione di un sito web coinvolge aspetti di natura diversa ma tutti estremamente importanti per il raggiungimento del risultato finale; si tratta di
- aspetti culturali
- aspetti organizzativi
- aspetti normativi
- aspetti tecnologici.
L’ordine con cui ho citato questi aspetti non è casuale in quanto è l’ordine di importanza che essi rivestono al fine di raggiungere l’obiettivo.
Aspetti culturali
L’aspetto culturale è senza dubbio quello più importante in quanto le tecnologie del web stanno rapidamente cambiando le modalità di lavoro, di relazione e, oserei dire, di vita delle persone.
Il cambiamento culturale che la pubblica amministrazione deve fare in questo senso è enorme ed è sicuramente difficoltoso. Realizzare e soprattutto gestire un sito web nell’ottica di servizio al cittadino non è una questione tecnica ma è un aspetto che interessa le modalità di lavoro delle risorse della PA e il grado di coinvolgimento e di impegno del suo management.
Oggi la gran parte dei cittadini trova assolutamente normale accedere al proprio conto corrente da Internet, fare un bonifico online o comprare un titolo in borsa. Tutti coloro che hanno un conto in banca e hanno la capacità di usare l’Internet Banking neanche potrebbero immaginare che il proprio istituto non dia loro la possibilità di fruire di questi servizi online. Questo perche‘ nelle banche questa rivoluzione culturale è ormai avvenuta da tempo e si è consolidata sia come leva per il business dell’organizzazione sia come servizio atteso dall’utenza: in tal senso, in ambito bancario, siamo già al passo successivo, ossia alla fruizione dei servizi bancari in mobilità, sempre e ovunque, come dimostrato dalle numerose app dedicate, per i diversi sistemi operativi mobile, le quali pur rappresentando un costo per gli istituti bancari, rappresentano anche un’occasione di fidelizzazione dei clienti.
Quando ogni cittadino italiano darà per scontato il poter presentare una istanza alla pubblica amministrazione on-line, senza compilare montagne di inutili scartoffie ma semplicemente accedendo a un sito web, allora potremo dire che la rivoluzione culturale sarà avvenuta anche nel settore oggetto della nostra discussione.
Aspetti organizzativi
Ad oggi sono stati fatti molti progressi, se non altro nella consapevolezza che questo è un obiettivo irrinunciabile, e molti enti hanno fatto passi da gigante. La strada è ovviamente molto lunga e molte sono le difficoltà da superare, ma la prima difficoltà da superare è sempre quella culturale. Finche‘ all’interno della PA, da parte di chi ha potere di decisione, non si comprenderà che l’IT non è una facility ma piuttosto una leva strategica per il miglioramento dei propri processi interni, allora nulla di tutto ciò sarà possibile anche avendo a disposizione le migliori tecnologie e le più qualificate professionalità.
Le tecnologie informatiche hanno un ruolo strategico quando si tratta di ripensare e ottimizzare i propri processi e le proprie modalità di interazione con gli utenti: l’IT non serve per automatizzare processi inefficienti ma a reinventare il modo in cui si lavora e in cui si erogano servizi ai cittadini.
Il cambiamento non è da poco: è profondo poiche‘ investe la cultura e le conoscenze, le modalità di lavoro e i processi ormai consolidati da decenni, e quindi non potrà che avvenire con gradualità e per piccoli passi. Ma la cosa positiva è che la strada è tracciata, e la spinta è forte, in quanto se il mondo va in una direzione, non si può pensare che una parte integrante di esso continui ad andare nella direzione opposta.
Aspetti normativi
Non sono le pagine di Mokabyte la sede per discutere diffusamente di leggi e normative, ma è bene sapere che un’altra cosa che distingue di molto la realizzazione di un sito web istituzionale di una pubblica amministrazione da un sito web qualunque è il grande numero di normative che bisogna rispettare.
Le normative che interessano i siti web sanciscono numerosi principi e fissano degli obblighi riguardo ad esempio ai contenuti minimi che questi devono avere. Investono anche aspetti che poi si ripercuotono sulla realizzazione tecnica come ad esempio le normative sulla accessibilità dei siti web da parte dei soggetti con disabilità. È bene quindi conoscere queste normative, per avere in fase di progettazione un quadro preciso di come muoversi per rispettarle.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha emanato le “Linee Guida per la realizzazione dei siti web delle PA” [1], l’ultima edizione risale al 2011, che contengono una serie di indicazioni riguardanti tutto il ciclo di realizzazione di un sito web dalla fase di analisi dei requisiti fino alla gestione in esercizio. Al paragrafo 1 di questo manuale è presente un elenco di tutte le normative che hanno relazione con la realizzazione dei siti web per la PA, dal codice dell’amministrazione digitale, alle normative su privacy, trasparenza, accessibilità etc. Non è questa la sede per un approfondimento normativo, ma il lettore interessato o che comunque deve apprestarsi a realizzare un sito web per un ente pubblico, anche di piccolissime dimensioni, sappia che deve assolutamente essere consapevole che queste normative ci sono e che devono essere tenute presenti nella stesura dei propri requisiti.
Già da quanto detto fino ad ora si intuisce come la realizzazione di questa tipologia di siti web sia molto complessa e richieda professionalità distinte e molto specialistiche. È necessario ovviamente chi conosce le necessità e l’organizzazione del singolo ente, chi sa interpretare correttamente le normative, chi sa comunicare e scrivere correttamente per il web e ovviamente chi sa trasformare tutto ciò in una soluzione tecnologica adeguata. Questo per rafforzare quanto detto prima: per raggiungere obiettivi ambiziosi e realizzare sistemi complessi ci vogliono professionalità, tempo e ahimè budget adeguati.
Aspetti tecnologici: i requisiti
Abbiamo detto del cambiamento culturale necessario per comprendere il vero valore che le tecnologie dell’information technology possono dare e abbiamo accennato alle normative da rispettare.
Un altro concetto da tenere sempre presente è che siti web di questo tipo si possono realizzare solo dopo una fase di analisi dei requisiti accurata e approfondita e una fase di progettazione tecnica altrettanto rigorosa. Anche se può apparire forzato, l’individuazione dei requisiti può essere considerata un aspetto tecnologico, in senso lato, per svariati motivi, che vedremo di seguito. Non si pensi che un sito web che si propone l’obiettivo di costituire un servizio per la propria utenza possa essere realizzato con un approccio esclusivamente tecnico/realizzativo partendo a costruire pagine senza un disegno a monte. Un approccio di questo tipo avrebbe come unico risultato certo il fallimento totale del progetto.
È bene quindi come prima cosa definire con esattezza i requisiti che sono alla base di ciò che sarà realizzato. È evidente che i requisiti vadano raccolti insieme al cliente per conoscere esigenze, criticità e tutto ciò che serve per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Esistono in tal senso tutta una serie di strumenti (interviste al committente, focus group, griglie di valutazione etc.) che permettono di raccogliere i requisiti in maniera abbastanza standardizzata e “quantificabile”. Vi sono poi però alcuni requisiti di base comuni alla realizzazione di tutti i siti web della pubblica amministrazione che possono essere riassunti di seguito:
- utilità;
- semplicità d’uso;
- fruibilità, completezza, aggiornamento e reperibilità delle informazioni;
- accessibilità;
- disponibilità.
Questo principi di base sono anche citati, insieme a tanti altri, nelle normative di cui parlavamo e sono quelli che molto sinteticamente a mio avviso racchiudono un po’ tutto ciò che serve per far sì che il nostro sito sia un vero e proprio servizio per l’utenza. Vediamoli nel dettaglio nei paragrafi successivi.
Utilità
Il primo requisito, l’utilità, potrà sembrare banale ma a mio avviso è decisivo. Tutti i servizi e le informazioni che vengono pubblicati in un sito web devono essere utili, ma utili a chi ne fruirà non per il committente. Spesso c’è la tendenza nei siti web di inserire montagne di informazioni, spesso ridondanti, che sembrano utili a chi le inserisce poiche‘ magari rendono visibile un determinato lavoro del proprio ufficio. La cosa importante non è inserire tanto materiale ma inserire le informazioni utili per chi utilizzerà il sito. Troppe informazioni distolgono l’attenzione, non aggiungono alcunche’ e rendono più difficile la ricerca di ciò che ci serve.
Semplicità d’uso
Altro aspetto fondamentale è la semplicità d’uso. Nel realizzare un sito web per una PA bisogna sempre tenere presente che il nostro target è praticamente costituito da tutte le tipologie possibili e immaginabili di utenti. Non possiamo pensare ad un sito web fatto solo per super smanettoni di Internet, ma dobbiamo saperci rivolgere anche a utenti che hanno poca, anche pochissima, dimestichezza con le tecnologie web e che non per questo devono essere escluse. Il discorso un po’ snob “se non lo sai usare peggio per te”, che in certi casi potrebbe essere giustificato, qui non va assolutamente bene, sempre per tener fede al concetto di fondo: il sito web è un servizio e un servizio deve essere rivolto a tutti.
Questo deve spingere alla realizzazione di siti semplici, sia da un punto di vista visuale con una grafica quanto più pulita ed essenziale possibile che ben risponda ai criteri di architettura dell’informazione, con scelta di solutzioni tecnologie quanto più “neutre” possibili, che tengano conto dei limiti (anche di hardware e software, vedi sotto ad “Accessibilità”) dei potenziali utenti. Ricordiamoci sempre che non stiamo vendendo un prodotto, non stiamo facendo pubblicità, ma stiamo dando un servizio.
Fruibilità, completezza, aggiornamento e reperibilità
Uno degli aspetti fondamentali per dare un buon servizio sono i dati e le informazioni che mettiamo a disposizione nei nostri siti. La pubblica amministrazione è una miniera di dati che possono essere utili a cittadini e imprese e che spesso sono nascosti in qualche cassetto. Oggi il concetto di mettere a disposizione i dati pubblici con le tecnologie del web si sta consolidando ed esistono già esperienze molto positive in tal senso. Ma la vera rivoluzione sarà avvenuta quando invece dei cosidetti open data si parlerà di open services, ossia quando le pubbliche amministrazioni metteranno a disposizione servizi pubblici di fruizione dei propri dati piuttosto che dati statici pubblicati in forma tabellare su un sito o in un file da scaricare.
A parte questo in ogni caso la cosa fondamentale è che in qualsiasi modo i dati e le informazioni vengano pubblicate queste devono essere fruibili, complete e aggiornate. Uno degli obiettivi principali deve essere far sì che un utente riesca a trovare nel modo più semplice e veloce possibile quello che cerca. Questo lo si fa da un lato progettando l’architettura dell’informazione del sito in modo che preveda un’interfaccia semplice e chiara e pochi passaggi per arrivare all’informazione desiderata, dall’altra mettendo a disposizione un motore di ricerca efficiente. Le informazioni messe online devono essere complete di tutto ciò che serve. Se devo cercare informazioni su un procedura concorsuale devo trovare nella pagina tutto ciò che mi serve senza essere costretto a navigare qua e là in cerca di tutte le informazioni; oltre a ciò il tutto deve essere aggiornato. Questo significa avere personale dedicato alla gestione del sito e che abbia confidenza non tanto con la tecnologia ma piuttosto che abbia la capacità di saper organizzare l’informazione e le conoscenze per poter scrivere per il web in modo corretto.
Accessibilità
Il sito deve essere accessibile. Qui l’accezione che si dà al termine è più ampia di quella data dalla legge sull’accessibilità agli strumenti informatici da parte dei soggetti disabili. Sicuramente il sito non deve essere discriminatorio per chi ha disabilità (ad esempio un ipovedente o una persona con difficoltà motorie agli arti superiori) e questo dovrebbe essere dato per scontato. Ma in un senso più ampio del termine deve essere accessibile a chiunque indipendentemente dal proprio grado di istruzione, di alfabetizzazione informatica, di luogo, di dotazione tecnologica. Il sito quindi non deve essere pensato solo per chi ha un collegamento Internet super veloce o per gli esperti di tecnologie Internet. Grafica essenziale e poco pesante, linguaggio comunicativo semplice e non burocratico, interfaccia chiara, predisposizione per la fruizione da dispositivi differenti, insomma tutto va progettato per un pubblico universale e diversificato.
Disponibilità
Da ultimo il concetto di disponibilità. Abbiamo ripetuto come il sito web di una PA è un servizio che teoricamente dovrebbe essere disponibile 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana. Sareste contenti se aprendo il rubinetto di casa scopriste che il servizio non funziona e che l’acqua non sgorga? No di certo. Stessa cosa se andiamo un sito web di una PA e lo troviamo fermo per qualche motivo. Ora il paragone è un po’ forte; di certo se non si raggiunge per un po’ un sito web di una PA non si muore di sete, e a maggior ragione se in quel sito non c’è alcun servizio ne‘ alcuna informazione utile: ma l’esempio è per rafforzare il concetto di servizio “primario” che è consolidato, ad esempio, per l’erogazione di acqua o luce elettrica, mentre mentre si deve ancora affermare per il web e per i servizi che esso può veicolare.
Solo da una panoramica così veloce e sintetica di alcuni dei requisiti di base di un sito web per la PA se ne intuisce la complessità e soprattutto quante competenze diverse sono necessarie. Competenze di tipo editoriale legate ai contenuti, alla comunicazione e alla scrittura per il web, competenze tecniche, anche queste di diverso tipo, oltre che competenze organizzative e di processo.
Ciò significa che solo un team multidisciplinare può redigere i requisiti di un sito web per la PA, la stesura dei quali non può essere guidata solo da concetti di tipo tecnico ne‘ solo da concetti di comunicazione o editoriali.
E Java cosa c’entra ?
Il lettore a questo punto si starà chiedendo cosa ci fa questo articolo sulle pagine di MokaByte, visto che non si è parlato ne‘ di Java ne‘ di tecnologia. In realtà fino ad ora si è discusso di aspetti che esulano dalla tecnologia; ma se si passa all’aspetto tecnologico della realizzazione dei siti web per la PA allora il discorso calza a pennello e Java e il mondo open source sono la soluzione naturale per tutto quanto detto.
Oggi esistono numerosissime piattaforme software per la realizzazione di siti web in genere e quindi anche per quelli rivolti alla PA Esistono soluzioni commerciali molto affermate così come soluzioni di tipo open source. Esistono soluzioni di grandi player internazionali così come ottime soluzioni di piccole società software.
Le tecnologia utilizzate ovviamente sono quelle più diffuse e tra queste ricadono sicuramente le soluzioni realizzate in Java. Liferay Portal, sia io che altri autori abbiamo diffusamente parlato sulle pagine di questa rivista, è la soluzione Java leader nel mondo open source.
Parlando della realizzazione di siti web dalle caratteristiche così importanti, ovviamente ci riferiamo a piattaforme di tipo enterprise e comunque a sistemi che abbiano in se‘ le funzionalità tipiche dei gestori di contenuti (CMS) e che quindi consentano anche a personale non tecnico la gestione dei contenuti del proprio sito.
Nel caso specifico della pubblica amministrazione non è azzardato affermare che la soluzione ideale è comunque ricorrere a soluzioni di tipo open e preferibilmente senza costi di licenza. Questo non solo per una ragione di costo, che pure non è trascurabile in un periodo di riduzione dei budget e di spending review, ma più che altro per i vantaggi che il modello open source può fornire. Spesso si cade nell’equivoco di ritenere che il vantaggio dell’open source sia solo l’assenza di un costo delle licenze. Questa concezione è errata non solo perche‘ ci sono soluzioni open source che non sono gratuite, ma soprattutto perche‘ anche in caso di soluzioni gratuite va sempre tenuto presente che l’open source ha comunque un costo. Solo che il costo dell’open source è spostato dalla licenza al know-how professionale di chi deve gestire ed evolvere la soluzione, costo molto più produttivo poiche‘ è indirizzato a un investimento sulla conoscenza e non su un diritto all’uso di un prodotto.
Il reale vantaggio di una soluzione open source è la possibilità di avere il controllo sulla soluzione software, di poterla personalizzare a piacimento ed evolvere senza essere legati ad uno specifico fornitore ma potendo contare sulla continua evoluzione tecnologica e sul continuo adeguamento agli standard che le soluzioni open source di livello enterprise possono garantire.
Non ultimo, per la PA vi è il grosso vantaggio della possibilità di concedere in riuso le proprie soluzioni ad altre amministrazioni creando così un circuito virtuoso di condivisione e diffusione della conoscenza.
Affinche‘ questo modello possa affermarsi è ovvio che sono richieste professionalità specifiche che sappiano modellare la soluzione scelta alle proprie esigenze e sappiano tradurre i requisiti in una soluzione software che rispecchi i propri obiettivi. Anche l’aspetto tecnologico quindi è importante e concorre al successo di un progetto di sito web.
Java è una piattaforma general purpose che, nei sistemi di tipo enterprise, è storicamente leader. La sua adozione garantisce affidabilità, sicurezza, semplicità di implementazione e personalizzazione ormai assodati in anni di utilizzo sul campo. Una soluzione come Liferay Portal ad esempio è totalmente costruita sui framework di più comune utilizzo nel mondo Java, da Spring a Hibernate, da Axis a Quartz, ed è totalmente conforme agli standard internazionali del settore. Pertanto una soluzione di questo tipo garantisce i propri investimenti a fronte delle evoluzioni tecnologiche e rende indipendenti dai fornitori.
Abbiamo quindi capito che un sito web di una pubblica amministrazione deve essere pensato come un servizio a cittadini e imprese; siamo convinti che per la sua realizzazione sia richiesta una approfondita analisi dei requisiti svolta da un team multidisciplinare e una rigorosa progettazione tecnica. Abbiamo poi scelto il modello open source come riferimento per la soluzione e Java come tecnologia implementativa. E ora?
Bene nelle prossime puntate scenderemo sul campo e vedremo come tradurre in suggerimenti pratici questi importanti concetti.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo introdotto l’argomento dei siti web della pubblica amministrazione come caso d’uso della realizzazione di siti con le tecnologie Java e il modello open source. Sono stati trattati argomenti concettuali, partendo dagli obiettivi che questi siti si prefiggono e dai requisiti di base che devono avere. Fissati questi con chiarezza si può affrontare l’aspetto tecnologico, importante per tradurre i requisiti in una valida implementazione. In questo le piattaforme realizzate in Java e costruite sui più diffusi framework del mondo open source, come Liferay Portal, possono essere la scelta adatta come vedremo nei prossimi articoli.
Riferimenti
[1] Dipartimento per la Funzione Pubblica, “Linee guida per i siti web delle PA”, 2011
[2] E. Belisario – G. Cogo – R. Scano, “I siti web delle pubbliche amministrazioni”, Maggioli Editore, 2011
Alfredo Larotonda, laureato in Ingegneria Elettronica, lavora da diversi anni nel settore IT. Dal 1999 si occupa di Java ed in particolare dello sviluppo di applicazioni web J2EE. Dopo diverse esperienze di disegno e sviluppo di applicazioni web per il mercato finanziario e industriale, si occupa ora in particolare di aspetti architetturali per progetti rivolti al mercato della pubblica amministrazione. È Sun Certified Enterprise Architect (SCEA) e ha inoltre conseguito le certificazioni SCJP, SCWCD 1.3, SCWCD 1.4, SCBCD.