#play14 edizione 2019
#play14 in Italia: e quattro!
Da quando la conferenza #play14 [1] è approdata in Italia, nel 2016, MokaByte ha svolto il ruolo di media partner con entusiasmo, convinta della validità dell’iniziativa. Anche per l’edizione 2019 continuiamo a sostenere questo evento, e in questo articolo riassumiamo cinque motivi per cui vale la pena di partecipare, dal 13 al 15 giugno prossimi.
Se infatti, all’inizio di questa “avventura”, quando partecipavamo alle edizioni di #play14 in Lussemburgo [2] [3], la domanda che ci veniva posta era “Ma cosa sarebbe ’sto serious gaming?”, oggi è più facile che ci chiedano: “Sì, interessante. Ma perché dovrei partecipare?”.
Con questo articolo, cerchiamo di fornire al tempo stesso un quadro abbastanza completo di cosa siano il serious gaming e la conferenza #play14 e, soprattutto, una serie di buoni motivi per partecipare.
“Ma allora, perché dovrei partecipare a #play14 edizione italiana [4] 2019?”. Ecco, di seguito cinque motivi.
1. Perché si fa serious gaming…
…e il serious gaming ha enormi potenzialità, in molti ambiti professionali e non solo. Il gioco è una cosa seria: è un’attività che produce piacere e, nella concezione filosofica, è un tramite per raggiungere la libertà e l’espressione della fantasia. Sarà appunto per questo che, in ambito professionale, da tempo, il gioco sta diventando sempre più uno strumento per insegnare, imparare e capire.
#Play14 è una "non conferenza" di due giorni dedicata appunto al serious gaming in cui si affronta il tema del gioco come strumento di team building, analisi retrospettiva, apprendimento, modellazione, problem solving e molto altro ancora.
Fin dalla prima edizione, l’obiettivo della conferenza è stato quello di portare la personale esperienza e le proprie conoscenze in merito all‘utilizzo di varie tecniche di gioco tramite le quali apprendere alcuni dei concetti fondamentali dell‘Agile, del lavoro di gruppo, della collaborazione.
Le attività presentate dai vari partecipanti diventano quindi un modo per condividere strumenti per studiare un sistema, per definire un modello di un sistema, per fare una retrospettiva in modo diverso e divertente, per isolare la causa di un problema.
Durante la conferenza, in un ambiente estremamente informale, divertente e stimolante, i partecipanti possono sperimentare varie tematiche legate al management, al coaching, alla gestione dei gruppi di lavoro, all'analisi dei problemi e molto altro ancora.
2. Perché la conferenza ha un formato aperto
#play14 si basa sul formato della unconference, uno schema molto semplice e libero: i partecipanti propongono una serie di attività che vanno a costituire il programma; ogni partecipante può assistere a ciò che reputa più interessante, e può entrare o uscire dalle varie attività, sia per portare in altri gruppi quanto sentito altrove — la cosiddetta cross pollination — sia per non occupare il tempo in discussioni che non sono di suo interesse.
Il format della “non conferenza” enfatizza l'aspetto partecipativo e l'interazione tra persone che sono interessate a temi comuni ed elimina alcuni aspetti tipici delle tradizionali conferenze, quali un programma rigido e prestabilito o la sola presentazione frontale degli argomenti tramite talk.
Le immagini che seguono sono state realizzate da Claudio Perrone [5] per spiegare in modo sintetico e divertente i concetti dell'open space che costituiscono la base del formato unconference.

Figura 4 – La "legge dei due piedi": se non imparo da quella attività o non posso dare il mio contributo, è meglio che vada a cercarne un'altra in cui possa farlo.

Figura 5 – "Bombi e farfalle": diversi approcci alla conferenza, dove niente vieta anche di rilassarsi.
3. Perché si fa parte di un movimento internazionale
Nata nel 2014 in Lussemburgo, in breve tempo la conferenza si è allargata ad altre città europee e poi anche a Paesi extraeuropei: ad oggi possiamo contare sulle edizioni di Amsterdam, Amburgo, Anversa, Barcellona, Basilea, Beirut, Berlino, Londra, Lussemburgo, Madrid, Milano, Timisoara, Parigi... e poi le recenti Bari, Vienna, Sydney e Messico. E la prossima edizione 2019 italiana si terrà nei pressi di Bologna.
Che la diversità, all’interno di gruppi di lavoro e non solo, sia fondamentale all’apporto di valore e sia essa stessa un sinonimo di valore è noto da tempo. La conferma ci arriva anche dai #play14, dove l’eterogeneità dei tanti partecipati con diversi background professionali e provenienti da nazioni diverse, favorisce la condivisione e l’interazione alle tante attività, apportando un grande valore aggiunto alle giornate incentrate su giochi, riflessioni, condivisioni, sorrisi, ironia e tanto divertimento.
#play14 è un’ottima occasione per conoscere persone che, con le loro diversità di formazione e provenienza, possono fornire spunti di riflessione e di crescita.
4. Perché le edizioni precedenti hanno funzionato
Senza abbandonarsi a eccessivi trionfalismi, possiamo però affermare che le tre edizioni principali fin qui tenute in Italia, più le varie esperienze in vario modo collegate a #play14, hanno riscosso notevole consenso presso coloro che vi hanno partecipato. Per farvi un’idea, potete leggere i resoconti pubblicati su MokaByte relativi alle edizioni 2016 [6], 2017 [7] e 2018 [8].
Uno degli aspetti probabilmente più importanti per la riuscita della “non conferenza” sta nella diversità dei profili delle persone che partecipano.

Figura 10 – Una volta completato il programma nel marketplace, si scopre che molte sono le sessioni interattive, tanti i lavori in gruppo, innumerevoli i giochi di squadra.
Se sei uno Scrum Master o un facilitatore, un coach o un team leader o se semplicemente ti piace lavorare insieme ai colleghi in modo divertente e innovativo, questa conferenza è adatta per te. Se sei affascinato dalle tecniche del gioco come strumento per imparare, per fare retrospettive, per moderare una riunione, per fare team building #play14 è l’evento che fa per te.
5. Perché l’edizione 2019 è in una location bellissima
La prossima edizione di #play14 si terrà presso il FutureLab una struttura architettonica sapientemente recuperata attraverso un intervento di archeologia industriale, eseguito nel 2014. In origine un fienile, lo spazio fu adattato successivamente a cantina in cui veniva lavorata l’uva in tutti i suoi passaggi fino all’imbottigliamento del vino.

Figura 11 – La location per quest’anno, nei pressi di Bologna, è stata un fienile, poi una cantina in cui veniva imbottigliato il vino e adesso è uno spazio multifunzionale.
Di certo non si partecipa a una conferenza solo per la location, ma è indubbio che una bella — e funzionale — struttura ospitante aiuta la riuscita dell’evento.
Dunque?
Dunque iscrivetevi a #play14 edizione 2019: i biglietti sono già in vendita e, in queste prime fasi di iscrizione, hanno prezzi molto vantaggiosi.
Partecipare a #play14 può essere un’esperienza davvero formativa, ricca di spunti, a supporto della crescita personale e professionale. E divertente…
Riferimenti
[1] Il sito internazionale di #play14
[2] Giovanni Puliti, #Play14 Edizione 2014 – Reportage dalla unconference sul serious gaming. MokaByte 194, aprile 2014
http://www.mokabyte.it/2014/04/play14/
[3] Giovanni Puliti, #Play14 Edizione 2015 – International Serious Games gathering. MokaByte 205, aprile 2015
http://www.mokabyte.it/2015/04/play14-2015/
[4] Il sito dell’edizione italiana di #play14
[5] Agile Sensei
[6] Roberta Trucco, #Play14 Milano – Quando i giochi si fanno seri. MokaByte 217, maggio 2016
http://www.mokabyte.it/2016/05/play14milano/
[7] Giovanni Puliti, #Play14 Serious Gaming Unconference. Milano 2017 – Seconda edizione italiana della conferenza dedicata al serious gaming. MokaByte 228, maggio 2017
http://www.mokabyte.it/2017/05/play14milano17/
[8] Francesca Martinuzzi – Antonio Fazio, Play14 Milano 2018 – Tre giorni di gioco e apprendimento. MokaByte 241. luglio-agosto 2018
http://www.mokabyte.it/2018/07/play14milano18/
[9] FutureLab, la location dell’edizione 2019
[10] I biglietti e l’iscrizione
https://tickets.agilereloaded.it/event/play14-2019/
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