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Nel numero:

300 dicembre
, anno 2023

Bitcoin, blockchain e criptovaluta

XIII parte: L’impatto energetico e ambientale di Bitcoin

Marco Migliorni
Marco Migliorini

Marco Migliorini è un ingegnere informatico con un'esperienza più che decennale nella progettazione e nello sviluppo di sistemi software basati su architettura Java EE.

Negli ultimi anni si è avvicinato al mondo delle blockchains permissionless e dell'economia di scuola austriaca, trasformando l'iniziale curiosità in una veemente passione per questi argomenti.

Dopo un periodo di intensa formazione, ha intrapreso l'attività di libero professionista nel settore blockchain/web3.

Attualmente fornisce servizi di consulenza e sviluppo di applicazioni decentralizzate basate su blockchains Ethereum e Polygon, ed eroga formazione su Bitcoin e Lightning Network.

La sua mission è contribuire alla divulgazione e all'adozione di queste tecnologie, nonché alla conoscenza delle tematiche socioeconomiche che ne rappresentano la base.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.marcomigliorini.com

Bitcoin

Bitcoin, blockchain e criptovaluta

XIII parte: L’impatto energetico e ambientale di Bitcoin

Picture of Marco Migliorini

Marco Migliorini

  • Questo articolo parla di: Architetture dei sistemi, Internet & Digital, Sicurezza informatica

Finora abbiamo parlato in senso generale delle tematiche energetiche e ambientali legate al mining di Bitcoin, ma, al fine di ottenere una trattazione completa ed esaustiva dell’argomento, è necessario fornire dati concreti che ci permettano di fare confronti con altre attività industriali, più o meno affini a Bitcoin. Come accennato nella parte introduttiva, in questo capitolo prenderemo in considerazioni le due fonti più autorevoli in materia: da una parte il Bitcoin Mining Council (BMC), e dall’altra il Cambridge Center for Alternative Finance (CCFA).

La prima entità, il BMC, è formata da un insieme di miners che hanno deciso di collaborare per diffondere e promuovere la trasparenza sulle informazioni legate agli impatti energetici e ambientali del mining di Bitcoin. A oggi, Q4 2023, poco meno del 50% di tutti i miners della rete Bitcoin sono entrati in questa organizzazione.

Trimestralmente il BMC si riunisce e divulga i dati sullo stato in essere del mining, ponendo particolare enfasi sui seguenti aspetti:

  • hashrate del sistema;
  • consumo energetico;
  • percentuale fonti fossili vs percentuale fonti rinnovabili;
  • impatto ambientale;
  • comparazione con altri settori/tecnologie.

Dai dati dell’ultima riunione (recuperabile dal sito del BMC), possiamo osservare che a fine 2023 l’industria del mining di Bitcoin è la più “green” del pianeta, con un 59,9% di fonti rinnovabili a livello di mining globale e addirittura un 63,1% per i miners appartenenti al BMC. Tale dato è ancora più sorprendente se paragonato allo stato più virtuoso del mondo, ovvero la Germania, che arriva al 48,5% di energia proveniente da fonti rinnovabili.

 

Confrontando invece i consumi elettrici a livello mondiale, si vede che il mining di Bitcoin (a sinistra) è:

  1. notevolmente meno energivoro della maggior parte dei settori produttivi (centrali);
  2. sensibilmente meno energivoro dell’estrazione aurifera (a destra);
  3. leggermente più energivoro di settori come il gaming o le luci natalizie (a destra).

Un osservatore acuto a questo punto potrebbe dire che il BMC è in palese conflitto d’interessi con l’attività che si prepone, infatti, più i suoi dati sono positivi maggiori saranno gli incentivi fiscali o gli sgravi burocratici che i miners otterranno, quindi come possiamo fidarci di questa entità? Semplicemente ricordando che il tema Bitcoin è sotto la lente d’ingrandimento da tutti i punti di vista: burocratici, monetari, energetici, eccetera, e di conseguenza dichiarare il falso sarebbe potenzialmente lesivo per gli stessi membri del consiglio (che “campano” di quest’attività industriale). Se venisse dimostrato che i dati diffusi sono manipolati, l’intero settore subirebbe un tracollo di fiducia da parte dei big players, che causerebbe a sua volta un drawdown vertiginoso del prezzo, portando questo business a non essere più profittevole.

Per i lettori più maliziosi ci possiamo focalizzare sulla seconda fonte di dati, che è completamente estranea al business del mining. A oggi, il Cambridge Center for Alternative Finance, o CCAF, presso il dipartimento Judge Business School dell’Università di Cambridge risulta essere l’entità più attendibile in materia. Questo centro di ricerca ha un’intera sezione dedicata alle statistiche sui consumi di Bitcoin e alla sua impronta ambientale, denominata Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index [8], o CBECI. Navigando all’interno del relativo sito possiamo trovare sia dati cumulati degli ultimi semestri/anni nonché dati aggiornati alle ultime 24 ore.

Fra quelli relativi al consumo energetico, i più interessanti sono:

  1. La stima del consumo elettrico giornaliero di Bitcoin, correlata dei possibili minimo e massimo

    fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index
  2. La percentuale con cui Bitcoin influisce annualmente sul consumo globale sia di energia elettrica che di energia in generale

fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index

 

  • il confronto dei consumi annuali con i settori industriali più energivori a livello mondiale, e con i settori residenziali più energivori nei soli USA

  • il confronto del consumo annuale di energia elettrica con gli stati più energivori del mondo

 

 

Quelli più significati dal punto di vista dell’impatto ambientale sono:

  1. la stima annuale dei milioni di tonnellate di CO2 equivalenti per Bitcoin, correlata dei possibili minimo e massimo

    fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index
  2. La percentuale con cui Bitcoin influisce annualmente sull’inquinamento globale

    fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index
  3. Il confronto dell’inquinamento annuale con i settori più impattanti a livello mondiale

    fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index
  4. Il confronto dell’inquinamento annuale con gli stati più impattanti del mondo

    fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index

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Marco Migliorni
Marco Migliorini

Marco Migliorini è un ingegnere informatico con un'esperienza più che decennale nella progettazione e nello sviluppo di sistemi software basati su architettura Java EE.

Negli ultimi anni si è avvicinato al mondo delle blockchains permissionless e dell'economia di scuola austriaca, trasformando l'iniziale curiosità in una veemente passione per questi argomenti.

Dopo un periodo di intensa formazione, ha intrapreso l'attività di libero professionista nel settore blockchain/web3.

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