Introduzione
Negli articoli di questa serie parleremo di Bitcoin, passando in rassegna i diversi aspetti della tematica: la tecnologia blockchain, la criptovaluta bitcoin — scritta, per convenzione, con iniziale minuscola, mentre con l’iniziale maiuscola ci si riferisce alla blockchain di bitcoin o, più in generale, all’ecosistema nel suo complesso — e vari altri temi.
Tuttavia, per capire a un livello più profondo perché sia nato Bitcoin e quale sia il suo scopo, è necessario fare un passo indietro e capire cosa sia il denaro e come questo si sia evoluto nel corso della storia.
Che cosa è il denaro
I modi possibili per trasferire valore economico nello spazio e nel tempo sono due:
- attraverso lo scambio diretto, ovvero attraverso il baratto;
- attraverso lo scambio indiretto, ossia ricorrendo a dei beni intermedi che consentano di risolvere il problema della doppia coincidenza di bisogni o desideri: ciò che noi vogliamo acquistare è prodotto da chi non è interessato a ciò che noi vogliamo vendere.
La prima modalità, quella più rudimentale, è applicabile in mercati di piccole dimensioni, tribù o villaggi, dove sia presente una forte componente di fiducia tra le parti; l’altra modalità, quella più evoluta, diventa necessaria man mano che la dimensione del mercato cresce e la fiducia reciproca diminuisce.
I limiti del baratto
I principali motivi per cui non è possibile uno scambio diretto su un’economia di larga scala sono tre:
- assenza della coincidenza di scala, perché si vorrebbero scambiare beni di valore assai differente fra loro;
- assenza della coincidenza spaziale, perché si vorrebbero scambiare prodotti fra loro distanti nello spazio e/o difficilmente trasportabili;
- assenza della coincidenza temporale, perché si offre un bene durevole in cambio di uno effimero.
È necessario quindi ricorrere a un mezzo intermedio, ossia un mezzo di scambio (prima proprietà intrinseca del denaro), per risolvere i suddetti problemi.
Le caratteristiche del denaro: scala, spazio, tempo
Nel corso della storia vari beni intermedi sono diventati denaro: persone diverse in luoghi ed ere diverse hanno privilegiato un bene anziché un altro come denaro, ma la scelta che hanno fatto ha determinato delle conseguenze ben precise. Analizzando il passato si può quindi capire meglio quali proprietà dovrebbe avere il mezzo di scambio eletto al rango di denaro affinché sia uno strumento eccellente.
Il denaro deve fondamentalmente possedere queste caratteristiche:
- essere facilmente divisibile in unità piccole e allo stesso tempo raggruppabile così da cederlo nella quantità desiderata (scala);
- essere facilmente trasportabile nello spazio, caratteristica che ha portato nel tempo a selezionare mezzi di scambio aventi un alto valore per unità di massa (spazio);
- mantenere il proprio valore nel tempo (tempo).
Quest’ultima caratteristica è quella più cruciale per il denaro e ha un duplice significato molto sottile, che adesso esporremo. Il mezzo di scambio scelto deve essere durevole nel tempo, ossia non deve corrodersi, deperirsi o distruggersi, affinché le persone possano immagazzinare con il denaro i la propria ricchezza, deve cioè fungere da riserva di valore (seconda proprietà intrinseca del denaro). L’integrità fisica negli anni non è infatti sufficiente per la commerciabilità di un bene nel tempo, questo perché quel bene può perdere valore anche se si conserva perfettamente. Questa perdita di valore avviene se è possibile incrementarne notevolmente la quantità offerta con poco sforzo, perché chiunque avesse questo bene come riserva di valore se la vedrebbe “polverizzare” velocemente (easy money o denaro debole). Il denaro deve essere quindi rigido, o inelastico, ovvero deve essere il più difficile possibile aumentarne la quantità offerta (hard money o denaro forte).
Elasticità e accettabilità del denaro
Se analizziamo tutte le varie forme di denaro primitivo, come le pietre di Rai, le perline colorate dell’Africa, le conchiglie del Nord America o il bestiame e il sale, possiamo vedere che, sebbene non soddisfacessero a pieno la doppia coincidenza dei bisogni o desideri, fintantoché resse la loro commerciabilità nel tempo, grazie ad un elevato grado di inelasticità del mezzo, e si parla di svariati secoli, questi oggetti furono in grado di fungere da denaro e far nascere e sviluppare mercati sempre più strutturati ed efficienti rispetto alle primitive forme di baratto.
Ma non appena un fattore esterno, normalmente di natura umana e legato all’industrializzazione, veniva in contatto con queste civiltà e capiva l’importanza economica di quel mezzo in quel luogo, grazie alle sue capacità produttive riusciva sempre a inflazionare quel bene nel tempo. Questo ha sempre comportato il declino e la morte del mezzo di scambio utilizzato come denaro, unito ad un trasferimento di ricchezza da chi aveva accumulato i suoi risparmi nel tempo in questa forma “antica” a chi arrivava con le nuove tecnologie.
Oltre al grado di elasticità, un altro aspetto importante per la commerciabilità di un mezzo di scambio è il suo grado di accettabilità: più individui lo accettano, più esso risulta liquido e facile da scambiare. Quando diviene così diffuso da essere utilizzato per esprimere il valore di altri beni rispetto ad esso, ecco che si arriva alla terza proprietà intrinseca del denaro, cioè essere unità di conto.
Normalmente il bene intermedio che assolve più fedelmente a questi compiti (mezzo di scambio, riserva di valore e unità di conto) prende il nome di denaro. Lo scopo principale del denaro è quindi quello di trasferire valore economico attraverso lo spazio e il tempo.
L’evoluzione del denaro
A mano a mano che che l’umanità si è evoluta, le primordiali forme di denaro sono andate via via scomparendo grazie all’arrivo dei metalli, inizialmente apprezzati per le loro proprietà fisiche e poi per la loro semplicità di utilizzo come unità di conto. Infatti, la loro difficoltà produttiva, scarsità e indistruttibilità li rendevano commerciabili nel tempo, mentre la loro alta densità e l’elevato valore li rendevano commerciabili nello spazio.
Successivamente, grazie agli avanzamenti della metallurgia, questi beni divennero coniabili nelle forme e nelle misure desiderate, e la loro standardizzazione fu accompagnata da un’esplosione di utilizzo come mezzo di scambio, in quanto non era più richiesto di pesare il metallo nelle varie transazioni economiche. I metalli vincitori di questa gara furono quelli che risultarono più rari, scarsi e resistenti; in ordine d’importanza: oro, argento, rame – bronzo (i diversi valori economici li rendevano commerciabili in scala).
I limiti della moneta metallica
Tuttavia, la facile contraffattibilità delle monete (limatura dei bordi o nuclei di materiali non pregiati) e l’iniziale inflazionabilità dei giacimenti minerari di quel periodo (si stava esplorando il mondo anche per la loro ricerca), comportavano ancora un ostacolo alle piene possibilità di questa forma di denaro, perché minavano la fiducia del bene intermedio, facendogli perdere parte della sua commerciabilità.
Banconote e convertibilità in oro
Finalmente, nel XIX secolo nacquero le prime forme di banca, e con esse l’utilizzo di banconote o assegni difficilmente contraffattibili, i quali venivano emessi in cambio del deposito di metalli preziosi presso le tesorerie. Chiunque possedeva uno di questi “pezzi di carta”, poteva recarsi in una qualsiasi banca e riscattare il metallo prezioso associato a tale banconote/assegni. Ciò implicò la caduta del bronzo e dell’argento come mezzi monetari, dato che il problema di scala era stato risolto creando banconote o assegni di tagli diversi; fu adottato quindi l’oro perché aveva la rigidità monetaria più elevata di tutti i beni esistenti.
Nacque così l’era del Gold Standard, ossia la forma di denaro più sana e onesta che si sia vista dalla notte dei tempi, e non a caso durante il suo regno abbiamo osservato periodi di grande progresso economico: era la forma di denaro presente in periodi come la Repubblica Romana, la nascita di Costantinopoli, il Rinascimento e la Belle Époque.
Questo avanzamento così netto nella produzione di beni e servizi, sia in termini di qualità che di quantità, è stato la conseguenza delle basse preferenze temporali che questa forma di denaro ha comportato, ossia l’aumento della fiducia nel risparmio, che ha dato la possibilità di accumulare capitali e investire in ricerca e sviluppo, rispetto al consumo immediato, che consente solo la produzione di cose non destinate al valore durevole.
Saifedean Ammous nel 2019 ha detto: «Sano perché è un prodotto frutto delle scelte volontarie, e non di imposizione coercitiva, quindi un risultato spontaneo del libero mercato. Onesto perché la sua esistenza lega le mani a chi lo guadagna disonestamente sottraendo il valore altrui, vuoi attraverso inflazione monetaria, vuoi attraverso la mano violenta del fisco». [1]
Purtroppo, l’oro è riuscito ad affermarsi come standard monetario globale solo nel momento in cui è stato accentrato nelle mani di pochi, inizialmente le banche, facendogli perdere una delle sue migliori caratteristiche, ovvero garantire la sovranità individuale del denaro. Storicamente la Prima guerra mondiale ha posto fine all’era del sistema monetario governato dal libero mercato (potere dal basso, Gold Standard) e ha avviato l’epoca di quello controllato dai governi (potere dall’alto, Fiat Standard), che si è concretizzato definitivamente con l’abolizione della convertibilità dei dollari in oro, ad opera di Richard Nixon il 15 agosto 1971.
Durante tutto questo periodo, sono nate una serie di strutture paragovernative, come le banche centrali e il fondo monetario internazionale, che hanno dato ai governi pieno potere sul denaro portando a uno squilibrio sempre più evidente del sistema; si cerca di gestire, a torto o a ragione, in maniera centralizzata qualcosa che per sua natura è fortemente decentralizzato.
Le garanzie del denario fiat
Il denaro di Stato si chiama fiat, dal latino “sia fatto, creato, istituito”, a indicare in maniera precisa quale sia la sua natura. Esso può essere di due tipologie: garantito da un sottostante fisico (come l’oro) o non garantito.
Nel primo caso il denaro di Stato è equivalente all’oro, perché in ogni momento esso è convertibile nel sottostante utilizzato come riserva di valore; inoltre, è ammesso pagare i propri debiti sia con denaro fiat che con l’oro perché sono considerati equivalenti. L’impossibilità per un qualunque Stato di aumentare a proprio piacere le sue riserve auree, garantisce ai cittadini che quest’ultimo non possa manipolare la quantità emessa di banconote, e quindi di sprecare denaro e/o svilire la moneta, e con essa il potere d’acquisto.
Nell’altro caso, non essendoci un sottostante a garantire il denaro, lo Stato è libero di comportarsi come meglio preferisce; inoltre, in questa situazione generalmente viene imposto il denaro fiat a corso legale, così da promuoverlo sul territorio, facendo diventare tutte le altre forme di pagamento illegali e punibili.
L’affermazione del denaro senza sottostante fisico
Il passaggio da un sistema monetario statale con un sottostante a uno senza (non garantito), è avvenuto in maniera lenta e graduale, motivo per cui le persone si sono “abituate” a questa situazione e oggi rappresenta la normalità, anche se di fatto è un’eccezione nella storia.
Laddove la produzione di capi di bestiame, pietre, oro, etc. richiede comunque un lavoro, ossia uno sforzo fisico, economico e temporale, che di per sé è in grado di limitarne l’offerta, la produzione di valute fiat senza sottostante in qualunque quantità dipende semplicemente dalla volontà di chi governa.
Si capisce quindi, come sia facile ricorrere a questo metodo ogni qualvolta uno Stato si trovi ad affrontare una qualsiasi crisi. L’unico problema nel lungo periodo, è che così facendo viene creato denaro dal nulla (debito), che semplicemente andrà a diluire (inflazione) la ricchezza esistente di chi nel tempo ha risparmiato e investito. I governi hanno quindi la tendenza ad operare con alte preferenze temporali, anche a causa della natura dei loro mandati, condizione che porta nel tempo alla non sostenibilità del sistema e motivo per cui il denaro e lo Stato dovrebbero essere due sfere completamente disgiunte.
Friedrich Hayek nel 1984 diceva: «Non credo che avremo di nuovo un buon sistema monetario finché non ne toglieremo la gestione dalle mani dei governi. Tuttavia non potremo toglierglielo con la violenza, tutto ciò che possiamo fare è trovare una furba via alternativa che ci permetta di introdurre qualcosa che loro non possono fermare». [2]
Conclusioni
In questo primo articolo della serie Bitcoin abbiamo spiegato che cos’è il denaro e come questo si sia evoluto nel tempo. Nei prossimi articoli andremo ad analizzare il motivo per il quale è nato Bitcoin e successivamente come esso funziona.
Riferimenti
[1] Saifedean Ammous, The Bitcoin Standard. 2019
https://saifedean.com/thebitcoinstandard/.
[2] Friedrich Hayek, video intervista del 1984 all’Università di Friburgo
https://www.youtube.com/watch?v=BZ3JWGibgtw