Introduzione
Nel precedente articolo abbiamo appreso cosa sia effettivamente il denaro e come questo si sia evoluto dai suoi albori fino ai giorni nostri; da qui possiamo ripartire per comprendere il perché della nascita di Bitcoin.
Il movimento Cypherpunk
Dalla seconda metà degli Ottanta, sulla base di tecnologie e conoscenze diffusesi alla fine del decennio precedente, fu concepito e sviluppato un nuovo movimento sociale denominato Cypherpunk dalla fusione dei due termini cypher (“cifrario”) e Cyberpunk [1]. Lo scopo principale del Cypherpunk è garantire il più possibile la privacy dei singoli individui grazie a un utilizzo massiccio della crittografia.
Eric Hughes, uno dei padri fondatori di questo movimento, ne ha spiegato l’essenza in un saggio [2] del 1993:
La privacy è necessaria per una società libera nell’era digitale… Non possiamo aspettarci che i governi, le aziende o altre grandi organizzazioni senza volto ci concedano la privacy perché sono benevole… Dobbiamo difendere la nostra privacy se ci aspettiamo di averne… Sappiamo che qualcuno deve creare i software per difendere la privacy, e poiché non possiamo ottenere la privacy a meno che non lo facciamo tutti, li scriveremo…
Grazie alla crittografia, miliardi di persone sono oggi libere di esprimere il proprio pensiero e condividere informazioni, indipendentemente dalla volontà dei loro governi e, se vogliono, in pieno anonimato. Basti pensare alle VPN utilizzate per aggirare eventuali blocchi in alcuni zone del mondo, o alle applicazioni di messaggistica presenti oggi nei nostri cellulari. In questi contesti, siamo noi utilizzatori a decidere quali informazioni mostrare e a chi mostrarle, senza la necessità di renderle pubbliche e/o soggette ad approvazioni.
Privacy e denaro
Viceversa, sul versante del denaro eravamo ancora “sottomessi” ai poteri forti, in primis Stati e banche centrali, che decidevano tutto a priori, dalla regolamentazione alla tassazione, da chi aveva il diritto di utilizzare tali strumenti a chi non ce l’aveva, etc. Un semplice esempio è il deposito dei nostri soldi presso gli istituti di credito, le banche, che immediatamente ne diventano i legittimi proprietari lasciando a noi un credito nei loro confronti, redimibile solo alle loro condizioni, che in talune circostanze possono anche essere cambiate in maniera unilaterale.
I membri del gruppo Cypherpunk sono stati molto attivi nella ricerca di una forma di denaro digitale, completamente non manipolabile e capace di garantire un elevato livello di privacy, dando agli individui stessi la capacità di rivelarsi o meno ai loro interlocutori.
Molte delle idee e dei progetti che si sono sviluppati all’interno di questa corrente hanno contribuito in una maniera o nell’altra alla nascita di Bitcoin. Anche se non sappiamo chi sia stato l’inventore di questo sistema, possiamo sicuramente dire che il movimento Cypherpunk ne sia stato la culla.
La nascita di Bitcoin
È quantomeno curioso, anche se alcuni ritengono che sia stato volontario, il fatto che Bitcoin abbia visto la luce a ridosso della più grande bolla finanziaria di tutti i tempi, ossia la crisi dei mutui subprime del 2008. Tale bolla fu causata dall’estrema facilità con cui era stato possibile contrarre debiti nella società moderna, e culminò nella dichiarazione di bancarotta della Lehman Brothers (15 settembre 2008).
A distanza di poco più di un mese (31 ottobre 2008), un anonimo, sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, rendeva pubblica per la prima volta una documentazione formale del funzionamento di Bitcoin [3], e successivamente eseguiva (3 gennaio 2009) la prima transazione sulla blockchain di questo sistema, allegando nel relativo blocco un preciso riferimento allo scoppio della bolla.
Nella parte testuale di quest ultimo venivano memorizzate queste parole:
Chancellor on brink of second bailout for banks
prese dall’articolo in prima pagina del New York Times dello stesso giorno, che parlava appunto della crisi. Veniva così sancita l’effettiva contrapposizione fra l’attuale economia basata sul debito pubblico (economia keynesiana [4]) e questo nuovo sistema basato su concetti diametralmente opposti (scuola austriaca [5]).
Bitcoin in breve
Spiegato in parole semplici, Bitcoin è un software distribuito che consente il trasferimento di valore tra sconosciuti, senza la necessità di affidarsi a terze parti fiduciarie. Per funzionare si basa sull’esecuzione contemporanea dello stesso codice su migliaia di computer facenti parte della sua rete, dove nessuno può alterarne il funzionamento senza il consenso di (quasi) tutti gli altri.
Questo crea un sistema molto robusto, rendendo la moneta che ne sta alla base non manipolabile e con inflazione predicibile, di tipo decrescente e immutabile nel tempo, in contrapposizione alle valute fiat. Con queste caratteristiche si riesce a generare una forma di denaro digitale completamente controllabile dal legittimo proprietario e capace di mantenere il suo potere d’acquisto nel lungo periodo.
Modalità di trasferimento del denaro
Prima dell’avvento di Bitcoin i modi possibili di effettuare un pagamento erano due:
- in contanti, ossia effettuati di persona, istantanei, definitivi, senza la necessità di una terza parte a fare da garante, ma con lo svantaggio di obbligare venditore e acquirente a essere nello stesso luogo e tempo;
- virtuale con intermediario, ossia svincolati dalla necessità di far incontrare venditore e acquirente nello stesso tempo e luogo, ma obbligati ad avere una terza parte di fiducia che garantisca l’autenticità del pagamento — evita il double spending — in quanto lo scambio non avviene fisicamente. Non è quindi né istantaneo né definitivo, ed è sempre la terza parte che decide se e quando la transazione va a buon fine. Questa metodologia comporta sia un aumento dei costi (fees, le famose “commissioni”), che un aumento del controllo da parte dell’intermediario.
Con Bitcoin abbiamo a disposizione un ulteriore metodo di pagamento:
- virtuale senza intermediario, ossia attraverso l’utilizzo della crittografia si riesce a prendere il meglio delle due versioni precedenti senza farsi carico degli svantaggi esposti.
I perché del Bitcoin
Bitcoin rappresenta la successiva evoluzione del denaro, forse non quella finale ma sicuramente la più promettente vista fino ad oggi. In un mondo sempre più digitale, avere la capacità di effettuare pagamenti a distanza fra sconosciuti senza cedere né la sovranità né la solidità della moneta è fondamentale. Con Bitcoin finalmente il denaro diventa non solo digitale ma anche:
- immune da controlli e/o restrizioni di terze parti;
- veloce quanto la luce, perché non servono più 2-3 giorni per un bonifico;
- non soggetto a tassi di cambio, dal momento che è universale;
- economico, poiché le fee sono minime rispetto a molti altri sistemi di trasferimento del denaro (money transfer);
- alla portata di tutti, perché basta un cellulare senza la necessità di un conto bancario.
Saifedean Ammous nel 2019 ha detto [6]:
La semplice esistenza di Bitcoin è una polizza assicurativa in grado di ricordare ai governi che l’oggetto ultimo di controllo dei gruppi di potere, ossia la valuta, non è più un loro monopolio. Questo dà a noi, la gente comune, una polizza assicurativa contro un futuro orwelliano.
Peculiarità di Bitcoin
Approfondiamo alcuni dei punti salienti accenati precedentemente, spiegando in cosa Bitcoin ha un vantaggio competitivo rispetto ai suoi predecessori, oro e valuta fiat.
Indipendente e super partes
Normalmente, il Paese la cui valuta è riserva mondiale può permettersi di stampare moneta fiat in quantità molto più grande (ordini di grandezza) degli altri, perché questa inflazione non si riversa tutta sull’economia interna di quello Stato, ma anzi soprattutto su quella mondiale dal momento che tutte le altre nazioni detengono quella valuta nelle proprie tesorerie.
D’altro canto, se Bitcoin venisse utilizzato a livello globale, non ci sarebbe mai più un Paese che si avvantaggia a spese degli altri, in quanto nessuno sarebbe in grado di manipolarlo a proprio vantaggio.
Sovranità monetaria
Fino all’avvento di Bitcoin, tutti i mezzi che sono diventati denaro avevano natura fisica, e questa loro caratteristica li rendeva soggetti a confische, restrizioni e tassazioni. Basti pensare all’oro, che sebbene sia stato il miglior mezzo monetario mai visto, è stato condannato dalla sua stessa natura a essere “incatenato” nel sistema delle banche centrali e dei governi. Questi, una volta ricevuto con l’utilizzo della forza o meno, lo hanno sostituito a piacimento con uno strumento che potevano controllare come desideravano (la moneta fiat), sottraendo quindi alle persone la loro sovranità monetaria.
Con la nascita di Bitcoin, questa importantissima proprietà viene recuperata integralmente e messa al riparo da eventuali atti ostili.
Trasparenza e sicurezza
Negli ultimi due decenni, abbiamo assistito più volte a scandali finanziari riguardanti grandi banche o istituzioni, sempre avvenuti a causa di un’eccessivo ricorso alla riserva frazionaria e/o leva finanziaria per massimizzare i propri rendiconti aziendali, rischiando il capitale dei correntisti. Ovviamente queste politiche interne sono private e non vengono condivise né con lo Stato, né con le persone che decidono di scegliere tali strutture.
La natura stessa di Bitcoin rende queste pratiche scorette non applicabili o quantomeno visionabili dall’esterno, perché tutte le transazioni eseguite sulla sua blockchain sono pubbliche e controllabili. Tutto questo si ottiene senza dover rinunciare alla stessa sicurezza offerta dagli istituti finanziari, perché la crittografia è alla base del funzionamento di questo nuovo strumento.
Scarsità assoluta
Partendo dal saggio scritto da Julian Simon, The Ultimate Resource [7], si può comprendere come l’unica cosa realmente scarsa nel mondo sia il tempo: è impossibile crearne di più indipendentemente da qualsiasi sforzo o condizione esterna (scarsità assoluta).
Con la nascita di Bitcoin si è creata la seconda cosa realmente scarsa nel mondo: 21 milioni di monete in totale, con un’inflazione decrescente e immutabile, che ha raggiunto i tassi dell’oro nel 2021, e continuerà a dimezzarsi da lì in poi ogni quattro anni fino ad azzerarsi (l’hard money più inelastica della storia). Le persone potranno conservare per tempi indefiniti i loro risparmi senza doversi preoccupare dell’inflazione.
Regolamenti internazionali
Sebbene ad oggi la rete di Bitcoin abbia problemi di scalabilità per essere utilizzata in tutte le transazioni quotidiane, la sua capacità è già sufficiente per riuscire a far comunicare tutte le banche centrali del mondo ogni giorno. Così, se Bitcoin diventasse la riserva monetaria globale, sarebbe già possibile applicare il Bitcoin Standard: le banche centrali potrebbero regolarsi fra loro registrando queste transazioni direttamene sulla blockchain, magari una volta al giorno, e utilizzare una gestione esterna a Bitcoin per tutte le operazioni dei correntisti, aggiornando i loro registri aziendali senza la necessità di comunicare l’informazione a tutto il mondo.
Assenza di debito pubblico
Ad oggi, oro e Bitcoin rappresentano le uniche due forme di denaro che non richiedono l’emissione di debito pubblico, ossia non sono basate sul sistema credito/debito dell’attuale regime finanziario ma sull’esecuzione di un lavoro fisico necessario per creale, che le rende difficilmente manipolabili da parte dei governanti: non si posso creare dal nulla. Il ritorno a una forma di moneta di tipo hard money potrebbe porre fine all’esistenza del debito pubblico, e a tutti gli eccessi/bolle a cui esso porta.
Problema degli unbanked
Ad oggi si stima che quasi un terzo della popolazione mondiale risulti unbaked, ovvero impossibilitata ad accedere a un qualunque tipo di servizio finanziario.
Con Bitcoin, e tutto il settore crypto che si è sviluppato successivamente, questa quota è andata via via riducendosi, perché non è più necessario possedere un conto bancario per inviare e ricevere soldi, ma è sufficiente possedere un cellulare, anche con prestazioni modeste, e avere accesso a Internet.
Un solo compito, un solo scopo
Diversamente da tutte le forme di denaro che lo hanno preceduto, Bitcoin è nato per fare una e una sola cosa: essere denaro, ovvero si deve preoccupare “solo” di fare da unità di conto, riserva di valore e mezzo di scambio, senza avere altri utilizzi.
L’oro invece non solo è una riserva di valore ma soprattutto è una materia prima molto utilizzata a livello industriale. Infatti, la stragrande maggiornaza dell’oro estratto viene utilizzato nella produzione industriale, e sebbene questo aspetto conferisca una maggiore utilità all’oro, nella realtà ne altera il funzionamento di riserva di valore. Infatti, se per un qualsiasi motivo la sua richiesta industriale dovesse modificarsi bruscamente, l’aspetto finanziario di questo asset ne risentirebbe di conseguenza (“fa troppe cose”).
Ralph Merkle nel 2016 diceva [8]:
Non lo si può cambiare. Non ci si può discutere. Non lo si può manomettere. Non lo si può corrompere. Non lo si può fermare. Non lo si può nemmeno interrompere momentaneamente. Se una guerra nucleare distruggesse metà del nostro pianeta, Bitcoin continuerebbe a vivere, incorrotto. Continuerebbe a offrire i suoi servizi. Continuerebbe a pagare le persone per mantenerlo in vita. L’unico modo di spengerlo è spengere tutti i server che lo eseguono. Il che è difficile, perché è ospitato da molti server, in molti paesi, e molte persone vogliono usarlo. Realisticamente, l’unico modo per ucciderlo è rendere talmente inutile e obsoleto il servizio che offre da azzerare ogni interesse ad usarlo. Così obsoleto che nessuno voglia pagarlo, che nessuno voglia eseguirlo. In tal caso non avrà più soldi per pagare nessuno. Quindi morirà di fame. Ma finché ci sono persone che vogliono usarlo, sarà molto difficile da uccidere, corrompere, fermare o interrompere.
Conclusioni
In questo secondo articolo della serie Bitcoin abbiamo spiegato perché questo è nato e quali problemi è capace di risolvere. Dal prossimo articolo, entreremo negli aspetti più tecnici e ci concentreremo sull’architettura e sul funzionamento di Bitcoin.
Riferimenti
[1] Definizione di cyberpunk da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Cyberpunk.
[2] Eric Hughes, A Cypherpunk’s Manifesto (1993)
https://www.activism.net/cypherpunk/manifesto.html.
[3] Satoshi Nakamoto, Bitcoin White Paper (2008)
https://bitcoin.org/bitcoin.pdf.
[4] Definizione di economia keynesiana da Wikipedia,
https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_keynesiana.
[5] Definizione di Scuola austriaca da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_austriaca.
[6] Saifedean Ammous, The Bitcoin Standard (2019)
https://saifedean.com/thebitcoinstandard/.
[7] Julian Simon, The Ultimate Resource (1981)
https://en.wikipedia.org//wiki/The_Ultimate_Resource.
[8] Ralph Merkle, da una serie di documenti del 2016
http://www.ralphmerkle.com/papers/DAOdemocracyDraft.pdf.