Quest’anno MokaByte compie 20 anni. Raccontavo a Giovanni Puliti [000] che circa 15 anni fa scrivevo che l’informatica era una scienza al servizio delle altre scienze: una sorta di complemento che sembrava necessario per essere veloci ed efficienti.
Oggi penso che l’informatica sia diventata uno dei motori dell’innovazione anche per altre discipline. Oggi molte cose accadono prima nel mondo digitale, poi in quello fisico.
Per curiosità sono andato a cercare il numero 1 di MokaByte [001] per vedere come è partita questa avventura e ho trovato un commento interessante proprio di Giovanni:
“Mokabyte nasce da un gruppo di lavoro che […] senza mai essersi visti dal vivo hanno instaurato una stretta forma di collaborazione […]
Il fatto che ci conosciamo solo attraverso la posta elettronica rappresenta per noi uno stimolo […]
La rivista è quindi anche un modo per lanciare (se ancora ce ne fosse bisogno) la filosofia di internet.”
Oggi può far sorridere, ma all’epoca era un’impostazione oltre l’immaginazione. Per spiegare cosa intendo, vi segnalo che MokaByte nasce ben 2 anni prima di Google e Tiscali ( come è noto, in Italia internet si diffuse grazie a Tiscali e la sua offerta di accesso al web gratuito).
Un accesso che avveniva ancora con dei modem a 56K su doppino telefonico, il cui rumore è indimenticabile [002]. I contenuti che potevano circolare erano molto limitati e i social network erano delle chat soprattutto basate su protocollo IRC [003] dove alla fine ci si conosceva un po’ tutti.
Fa quindi un po’ impressione vedere come già 20 anni fa l’impostazione di MokaByte fosse in realtà molto vicina alla rete di oggi, cioè una gestione in stile social network per fornire contenuti multimediali dedicati ad un’area specifica.
Questa constatazione rafforza la mia idea che l’informatica sia un motore per lo sviluppo tecnologico, che ha un impatto sulla vita e i comportamenti delle persone. Del resto, sappiamo che:
- I social network hanno introdotto nuove regole di comportamento
- I bitcoin [004] hanno portato una nuova forma di pagamento
- Playboy è costretta ad abbandonare il nudo [005]
- Pokemon Go ha inventato un nuovo modo di giocare [006]
Dal punto di vista tecnologico, 20 anni sono una enormità! La Legge di Moore [009] ci dice che ogni 18 mesi la potenza di calcolo raddoppia, per cui negli ultimi vent’anni è aumentata di circa 8.000 volte. Fra un paio d’anni sarà circa 16mila volte maggiore rispetto al 1996.
Questa potenza di calcolo è alla base di molte delle innovazioni che oggi possiamo trovare sul mercato. Gli smartphone di oggi sono più potenti di un computer del 1996 e rendono possibile un uso costante. Ma per i professionisti del settore cosa è cambiato? Come si muove il mercato dell’informatica?
Quello che osservo tutti i giorni è che c’è sempre maggior necessità di persone che capiscano i sistemi informativi. In alcuni casi questi sistemi devono essere studiati per ripristinare, almeno in parte, la conoscenza di come funzionano. In altri casi, è necessario progettare bene la loro evoluzione per evitare di perderne il controllo.
Tuttavia queste necessità di progettazione e gestione non sono sempre gestite al meglio. È facile trovare ancora dilettanti che fanno funzionare tutto “a martellate” e ottimi professionisti che devono fare i conti con un budget troppo limitato per fare le cose a regola d’arte. Quindi la forza innovatrice, tanto evidente per gli aspetti social, è frenata a un forza che si oppone a uno sviluppo ordinato perché è troppo costoso mantenere il ritmo dettato dall’innovazione tecnologica.
Soprattutto il mercato manifatturiero, legato alla lavorazione e allo spostamento delle merci e alla loro vendita online, vive un rapporto molto complicato con la tecnologia [010]. Più di una persona, infatti, mi ha raccontato che andare nei negozi “reali” per provare i prodotti che intende comprare, ma poi l’acquisto lo fa in internet perché costa meno.
Esiste dunque la necessità di compensare questi scenari con nuovi modelli di business, magari legati alle realtà locali. Come succede con LocalFocus [011], dove la tecnologia è utilizzata per favorire il territorio e non per impoverirlo.
Ci aspettano altri anni ricchi di cose nuove! E speriamo di raccontarli anche grazie a MokaByte.
p.s. Il titolo dell’articolo è una citazione dal film Amarcord di Fellini [008]